Xylella, nuova subspecie. Cia Puglia: “La nostra regione non sia lasciata sola”

Xylella, nuova subspecie. Cia Puglia: “La nostra regione non sia lasciata sola”

Le azioni di monitoraggio hanno permesso di individuare una terza subspecie di Xylella, la “Multiplex” ha attaccato e infettato due mandorli a Santeramo in Colle (Bari). A darne notizia sono stati Donato Pentassuglia, assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, e Salvatore Infantino, direttore dell’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, durante l’ultimo incontro che è servito a fare il punto della situazione rispetto alla diffusione del batterio. All’incontro, erano presenti e sono intervenuti Giannicola D’Amico, vicepresidente vicario regionale di CIA Puglia, e Emanuela Longo, direttore provinciale di CIA Salento.

Sull’esito dell’incontro, Giannicola D’Amico ha voluto sottolineare l’enorme lavoro svolto dalla Regione Puglia: “Il lavoro costante, puntuale e poderoso che la Regione Puglia sta mettendo in campo per il monitoraggio, con il record assoluto di 6mila campionamenti svolti in 22 giorni, ha permesso l’individuazione della terza subspecie di Xylella. Nei prossimi giorni, per i reimpianti saranno autorizzate due nuove cultivar di olivo: la cultivar resistente Lecciana e la cultivar tollerante Leccio del Corno. È una novità operativa importantissima”, rileva D’Amico che poi specifica: “L’impegno dell’assessore Pentassuglia e del direttore Infantino, però, come quello di tutta la Regione Puglia e degli agricoltori pugliesi, ora deve essere sostenuto con più forza a livello nazionale e internazionale. Bene ha fatto Pentassuglia a chiedere al Governo nuove risorse per i reimpianti. La Puglia sta facendo la sua parte, ma non può essere lasciata da sola in una battaglia vitale per l’olivicoltura italiana ed europea. Proprio in questa ottica, Pentassuglia ha chiesto un nuovo plafond di finanziamenti per un piano decennale di ristori da erogare agli olivicoltori che devono procedere con i reimpianti delle specie resistenti per ripristinare il potenziale produttivo olivicolo nelle province di Lecce e Brindisi attualmente azzerato dalla Xylella”.

“Durante la riunione”, spiega Emanuela Longo, direttore provinciale di CIA Salento, “è stata approvata la proposta di CIA Puglia per snellire gli iter burocratici sui reimpianti e far scorrere più velocemente la graduatoria dando immediata priorità a quegli olivicoltori che sono già pronti a procedere. Occorre essere più agili e veloci, perché la propagazione del batterio, anche attraverso le sue nuove subspecie, non attende i tempi burocratici”.

“Va rivolto un plauso a Pentassuglia, Infantino e alla Regione Puglia per come sta affrontando una situazione estremamente difficile e complessa”, aggiunge D’Amico. “Il coinvolgimento dell’Università della California, che possiede la più grande e completa banca dati del mondo sul batterio Xylella, attesta un impegno a 360 gradi per contrastarne l’ulteriore diffusione e trovare, finalmente, delle risposte scientifiche immediatamente applicabili al fine di uscire dall’emergenza e passare a una fase di rigenerazione. Preoccupa, e molto, la proliferazione delle nuove subspecie, testimoniata anche dal ritrovamento nelle ultime settimane di 27 piante infettate dalla subspecie Fastidiosa a Triggiano (25) e Bari (2), con la novità assoluta di un ciliegio infettato. I campionamenti inviati in California, all’Università di Berkeley, nelle prossime settimane daranno risposte certe riguardo alle modalità di contenimento. Se la datazione dell’infezione risulterà recente si continuerà con l’eradicazione immediata delle piante infette e delle piante presenti nel raggio di 50 metri, altrimenti si valuteranno misure alternative”.

“La Puglia sta facendo davvero il possibile”, conclude Gennaro Sicolo, presidente regionale di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, “ma al Governo nazionale, all’Unione Europea e ai centri di ricerca di tutto il mondo occorre ricordare che la nostra regione non può essere lasciata sola e che la Xylella non è un problema pugliese ma una questione mondiale, che riguarda tutta l’agricoltura, non solo il settore olivicolo. Va sistematizzata e sostenuta una task force nazionale e internazionale di ricercatori scientifici, una vera e propria rete mondiale che si interfacci e collabori per trovare soluzioni scientifiche da sperimentare, affinare e applicare concretamente. Ci diano le risorse e i quadri normativi adeguati per velocizzare il percorso che deve necessariamente portare a bloccare la propagazione del batterio una volta per tutte e a iniziare finalmente un processo di rigenerazione non più procrastinabile”.