Volano i prezzi del cibo ma i contadini vengono pagati 21% in meno: crescono i poveri

Volano i prezzi del cibo ma i contadini vengono pagati 21% in meno: crescono i poveri

Volano i prezzi del cibo per la spesa delle famiglie nei diversi continenti ma ai contadini i prodotti agricoli vengono pagati il 21% in meno. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti, in occasione della visita di Nivine El Kabbag, Ministra della Solidarietà Sociale dell’Egitto al mercato di Campagna di Brindisi, dove ha potuto toccare con mano la generosità dei contadini e dei cittadini che hanno raccolto la ‘spesa sospesa’ per donarla agli indigenti attraverso il Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta di Brindisi.

 

Se i prezzi pagati ai contadini sono crollati, nell’ultimo anno è cresciuta l’inflazione alimentare sia nei paesi ricchi che in quelli poveri, con i prezzi del cibo che sono aumentati su valori che vanno dal +6,7% in Usa al +13,8% nell’Unione Europea, dove in Italia l’incremento è stato dell’10,7%, ma la situazione più difficile si registra nei Paesi poveri con balzi per fare la spesa alimentare che vanno dal +48% del Burundi al +49% del Pakistan fino al +52% del Ghana, secondo l’analisi della Coldiretti a giugno.

 

La guerra in Ucraina, con il conseguente aumento dell’inflazione che colpisce i prezzi del carrello della spesa e mette a rischio la sicurezza alimentare, ha avuto pesanti ricadute in Puglia dove è raddoppiato il numero delle famiglie in povertà relativa, balzate oramai a 440mila, ma è tutta la popolazione mondiale – salita a 8 miliardi di persone – ad essere in difficoltà. Per sostenere i redditi degli agricoltori, soprattutto nelle zone più povere del pianeta dove sono più vulnerabili, e garantire gli approvvigionamenti alimentari ai cittadini – consumatori è nata l’alleanza tra il CIHEAM BARI e la Coalizione Mondiale dei Farmers Market promossa da Coldiretti e Campagna Amica.

 

Più di 1 su 10 (828 milioni) soffre la fame aggravata dalle conseguenze del mix micidiale dei cambiamenti climatici, della pandemia Covid e della guerra. L’agricoltura familiare è una risposta, a livello locale, a questa grave situazione, in grado di garantire una distribuzione più equa delle risorse, salvaguardare i territori e migliorare la vita delle comunità. Un modello – aggiunge Coldiretti Puglia – capace di coniugare diritto al cibo e dignità dell’uomo, in grado di restituire il diritto di produrre, prima di tutto, gli alimenti necessari al proprio sostentamento e poi ad avviare un processo di economia territoriale.

 

Un’esperienza che ha fatto da base alla nascita della prima Coalizione Mondiale dei Farmers Market, promossa proprio per rispondere alla richiesta di cibi sani e locali da parte dei consumatori e alla necessità di garantire gli approvvigionamenti alimentari in tutto il mondo A livello globale già un Paese su cinque (20%) può contare su sistemi di vendita diretta che possono trovare nella nuova “World Farmers Market Coalition” un punto di riferimento per crescere.

 

“Tra i promotori della Coalizione Mondiale dei Farmers Markets, insieme all’Italia ci sono – spiega  Carmelo Troccoli, direttore Fondazione Campagna Amica – Usa, Norvegia, Australia, Danimarca, Giappone, Canada, Cile, Ghana, Sud Africa, Georgia, Inghilterra e altri hanno già dichiarato il loro interesse ad aderire.  La coalizione è uno strumento per la diffusione dei mercati contadini nel mondo con particolare riguardo ai Paesi in via di sviluppo, accompagnando da una parte i governi verso l’adozione di un quadro normativo specifico e dall’altra assistendo le associazioni locali degli agricoltori nello sviluppo di reti come quella di Campagna Amica in Italia, della Farmers Market Coalition negli Stati Uniti o in Canada, con supporto a livello tecnico-legale, di comunicazione e di formazione per manager e agricoltori”, insiste Troccoli.

 

La World Farmers Market Coalition è uno strumento per la diffusione dei mercati contadini nel mondo con un’attenzione  particolare ai Paesi in via di sviluppo. Essa accompagna, da una parte i governi verso l’adozione di un quadro normativo specifico e, dall’altra, assiste le associazioni locali degli agricoltori nello sviluppo di reti come quella di Campagna Amica in Italia, della Farmers Market Coalition negli Stati Uniti o come in paesi che in tutti i continenti danno vita a sistemi del cibo locale, offendo supporto a livello tecnico-legale, di comunicazione e di formazione per manager e agricoltori.

 

L’Italia – spiega Coldiretti – è il Paese della Ue con la più estesa rete organizzata di mercati contadini con 15.000 agricoltori coinvolti in circa 1.200 farmers market di Campagna Amica. Un sistema organizzato da nord a sud del Paese che – continua Coldiretti – non ha solo un valore economico ma anche occupazionale ed ambientale. Sono circa 25 milioni gli italiani che hanno acquistato cibo dai contadini trainati da una nuova sensibilità verso i cibi salutari ma anche dalla volontà di recuperare un contatto diretto con chi coltiva i prodotti che portano in tavola.

 

A spingere la spesa dall’agricoltore è soprattutto la possibilità di trovare prodotti stagionali, a km zero e di qualità. Nei mercati dei contadini di Campagna Amica è possibile anche trovare specialità del passato a rischio di estinzione che sono state salvate grazie all’importante azione di recupero degli agricoltori e che non trovano spazi nei normali canali di vendita dove prevalgono rigidi criteri dettati dalla necessità di standardizzazione e di grandi quantità offerte. Ma le vendite dirette con gli acquisti a km zero tagliano anche del 60% lo spreco alimentare rispetto ai sistemi alimentari tradizionali secondo l’Ispra e garantiscono un contributo importante alla lotta contro l’inquinamento e i cambiamenti climatici che provocano danni e vittime in tutto il mondo.