«È il fuori del linguaggio, il non solo linguaggio ad ispirare il narratore ed il poeta a mettere in forma la lingua stessa nel creare l’opera: il silenzio, il prelinguistico, il mormorio, il non ancora e la frammentazione del dire, il non verbale enunciativo costituiscono la pulsione ispirativa in affioramento verso la parola. La quale esprime, pur nel comunicare linguisticamente, un rapporto, un vissuto, una profondità, un’altruità trasparente pure distante dal voler dire dell’enunciatore, nei cui confronti la stessa lingua può costituire ostacolo, limite al dire esteticamente cosciente, se non viene messa in opera, operata, come energia stilistica, figurazione immaginativa di esistenza e di non reificazione.»