Nuovo appuntamento nell’ambito del progetto LE CASE SPECIALI DEI RAGAZZI E DELLE RAGAZZE, selezionato dall’Impresa Sociale CON I BAMBINI, all’interno del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Grazie al progetto, è stata creata sul territorio pugliese una rete permanente di 6 strutture, le “Case Speciali”, appunto, ovvero realtà che agiscono con e per i ragazzi/e con competenze socio-educative, culturali e artistiche in territori connotati da problematicità sociali del mondo adolescenziale.
Domenica 25 giugno alle ore 18.00 il palcoscenico di Koreja ospita ESSERE PLURALI, saggio conclusivo del laboratorio teatrale ‘22/23 diretto da Alessandra De Luca in collaborazione i pedagoghi teatrali del Teatro Koreja.
In scena, Hamza Amzil, Tobia Bianco, Layla Buffo, Maria Cafiero, Giorgia Cantoro, Teresa Maria Conte, Melania De Luca, Emanuela e Fatima De Maggio, Lisa Fabrizio, Alessandra Mele, Alice Santoro, Miriam Trovisi.
Una restituzione finale che non aspira alla compiutezza di una drammaturgia teatrale convenzionale, ma che propone una raccolta di appunti di viaggio, esposizione cruda e giustapposizione di momenti di un processo incompiuto ma vivo, come deve esserlo ogni processo autenticamente creativo.
Non uno spettacolo dunque, quanto un percorso che attraversa più ambiti connessi sia al teatro per la dimensione ludica e comunitaria con cui sono stati affrontati, che al mondo delle ragazze e dei ragazzi perché si fanno scena aperta su cosa siamo e cosa vorremmo essere in quanto persone.
“Per questo percorso laboratoriale – dichiara Alessandra De Luca, attrice e pedagoga responsabile del laboratorio – siamo partiti dalla parola pluralità, spaziando in maniera libera e quasi anarchica tra temi anche molto diversi tra loro. Una pluralità di scenari, sguardi, punti di vista, identificazioni che sempre più il contemporaneo ci impone e sulla quale sempre più si interroga. Infiniti sono i mondi che il teatro costruisce e propone al nostro spirito, così come molteplici siamo noi come esseri umani. Il teatro è, infine, anche il luogo, non solo fisico ma immateriale, in cui ci si educa ad uno scambio reciproco tra questi mondi; uno scambio che proposto alle ragazze e ai ragazzi può essere ancor più generativo di ricchezza, prospettive, idee, strumenti per affrontare meglio il presente e prepararci al futuro. L’operare artistico, in qualunque forma si realizzi, ha come precondizione necessaria quella dello straniamento dello sguardo, cioè osservare il proprio oggetto con occhi diversi per poterlo meglio comprendere. Noi speriamo che l’interesse di questa restituzione possa risiedere in un doppio straniamento, ovvero nell’opportunità di gettare uno sguardo sul mondo attraverso gli occhi di quegli alieni che troppo spesso sono per noi gli adolescenti.”