“SIAMO VIVI. GRAZIE ALLA SQUADRA E AL PUBBLICO”

“SIAMO VIVI. GRAZIE ALLA SQUADRA E AL PUBBLICO”

Non c’è stata storia. Non c’è stato confronto. Il +42 finale sintetizza e sancisce in modo clamoroso il divario che HDL Nardò Basket ha messo ieri sera tra sé ed ELAchem Vigevano in termini di intensità, qualità, applicazione difensiva, precisione al tiro. Serviva innanzitutto vincere per dimezzare (da quattro e due punti) il ritardo con i lombardi, serviva possibilmente annullare la differenza canestri (-16) maturata nella partita d’andata. Missione compiuta, match in archivio quasi già all’intervallo e divario di punti maturato con facilità nel secondo tempo sino alle proporzioni esagerate dello score finale (107-65). Materia per gli statistici e per gli esperti di record.
“Complimenti ai ragazzi – ha commentato coach Matteo Mecacci – che hanno interpretato con lo spirito che volevo questa partita. Che per noi era uno spartiacque importante, perché perderla avrebbe significato decretare al 90% il penultimo posto e anche il fatto di doversi guardare alle spalle. Invece vincerla ci consente di avere ancora sei punti di vantaggio dall’ultima a sette partite dalla fine, ma soprattutto di ribaltare la differenza canestri, che poi magari non servirà. Ci fa mandare un messaggio, siamo vivi, combattiamo, vogliamo salvarci in tutti i modi e raggiungere qualcosa che avrebbe del clamoroso. Oggi è stata la partita migliore disputata dalla squadra, soprattutto a livello di continuità difensiva. Devo dire che l’abbiamo indirizzata bene già all’intervallo e in particolar modo nel primo quarto, perché lasciare a otto punti segnati una squadra come Vigevano che che ne aveva fatti 100 la settimana scorsa a Cividale, è un sicuramente significativo. Abbiamo espresso una bella pallacanestro, aiutati dalle percentuali o dai 23 assist e dalle appena 8 palle perse, che sono numeri indicativi della qualità del gioco”. 
Le buone notizie per Mecacci non sono solo i due punti e la risposta corale della squadra. In questo frullato emozionante di cose buone, che è stato lo scontro diretto con i lomellini, ci sono le prove sontuose di Smith e Stewart jr., con quest’ultimo che ha regalato sprazzi di clamorosa superiorità individuale contro tutti quelli che Pansa ha spedito in marcatura su di lui. Ma se gli americani che fanno gli americani non è una notizia, vale la pena rimarcare le prestazioni di gregari come Pagani ed Ebeling, efficaci come poche altre volte in questa stagione, o i preziosi contributi di Giuri e Mouaha al servizio del gioco collettivo e degli acuti degli altri. Poi, un cenno doveroso per Ruben Zugno, 16 punti e tanta sostanza in una notte da copertina anche per lui. Ma hanno fatto il loro anche Donadio e un ritrovato Iannuzzi, apparso più vicino ad una condizione fisica normale che consente a Nardò di avere un giocatore che fa la differenza nel pitturato. C’è stata gloria anche per i giovanissimi Flores e Spinelli, a dimostrazione che il Toro ha chiuso molto prima della sirena un confronto che nessuno avrebbe immaginato così in discesa. Ora l’imperativo è non disperdere tutto questo, come troppe volte accaduto in questo campionato.
“Ovviamente è una vittoria importante – ha continuato il coach granata – anche perché è una delle poche che abbiamo negli scontri diretti. Perché poi il problema di questa squadra è che ha vinto delle partite con avversari che la precedono in classifica e poi con le avversarie dirette ha vinto solo alla quarta giornata, in casa con Livorno. Nel girone di ritorno abbiamo giocato solo con Cremona, perdendo nettamente”. 
Cosa significano adesso questi due punti? Tradotti in classifica, consentono di tenere il Piacenza a sei lunghezze di ritardo, tenendo conto prima di ogni cosa di doversi difendere dall’ultima posizione (quella che spedisce senza appello in serie B). Permettono poi di accorciare proprio su Vigevano (ora distante due punti, con una partita da recuperare come HDL) e su Livorno (distante quattro punti, ma senza partite da recuperare), immaginando di poter recuperare qualche posizione nella griglia dei play-out o, per i più ottimisti, di salvarsi addirittura senza gli stessi. La vittoria fa quasi più bene al morale che ad altro (anche perché Cento ha vinto ad Avellino, l’unica amarezza di serata).
“Adesso ci saranno partite casalinghe importanti con squadre che sono invischiate nella zona salvezza, che probabilmente definiranno il nostro piazzamento. Ma come dicevo poco fa con il mio collega Pansa, con il quale ci incontriamo da tantissimi anni, alla fine conterà non tanto il piazzamento finale, ma come si arriverà in quelle due settimane di play-out. Questa è una iniezione di fiducia importante per la squadra. C’è da essere soddisfatti, non c’è da festeggiare perché la salvezza si festeggia a maggio. C’è da rimanere concentrati e lavorare”. 
L’ultimo pensiero di Mecacci è per il pubblico, numeroso e partecipe. Il Toro ha bisogno della sua gente. “Fatemi spendere una parola per il pubblico. In un sabato alle 20:30, con una partita tra penultima e terzultima, c’era una bella cornice. Era normale nel derby, ma stasera non era scontato che ci fosse davvero tanta gente e noi ci auguriamo di portarne ancora di più giocando altre partite intense come questa. Per noi giocare davanti a delle persone che ci sostengono è un aiuto in più, la squadra lo sente e ci fa molto piacere”. 

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