E’ prevista la presentazione del volume Dòdaro: dal battito creatore alla rifondazione dell’anthropos di Francesco Aprile (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno) il 12 gennaio 2024 ore 18,30 presso Biblioteca Bernardini – Convitto Palmieri (Piazzetta Giosuè Carducci – Lecce). Dialogheranno con l’autore Francesco Aprile, Egidio Marullo (pittore e musicista), Stefano Donno (editore), Mauro Marino (Operatore culturale e curatore editoriale, allievo e collaboratore del poeta Danilo Dolci).
L’evento è organizzato da Biblioteca Bernardini, Regione Puglia, Polo Biblio Museale di Lecce, Teatro Pubblico Pugliese, Pill Cultura, Provincia di Lecce, Città di Lecce, Osservatorio Luoghi Lingue Corpi
Francesco Saverio Dòdaro (Bari 01/08/1930 – Lecce 09/02/2018) è stato poeta, poeta visivo, saggista, filosofo, teorico dell’arte e della letteratura, narratore, studioso del libro e delle sue forme. Questo è il lavoro più esaustivo che ad oggi sia uscito su Dòdaro. La ricerca di Francesco Saverio Dòdaro, dagli anni Cinquanta fino alla morte dell’autore, avvenuta nel 2018, si è intrecciata con le vicende di alcuni audaci innovatori, contribuendo a sua volta a rinnovare in maniera importante il ventaglio delle ricerche poetiche germinate dal secondo Novecento. Dalle prime combustioni pittoriche al passaggio alla letteratura e alla teoria del testo e dell’arte, dall’avvincente e profonda teoria sulla genesi del linguaggio al rinnovamento dell’oggetto-libro, dal modulo come unità di misura del pensiero alla narrativa postale e all’internet poetry, dalla poesia visiva alla narrativa concreta, dalla letteratura mediatrice di pace al romanzo di cento parole nelle vetrine dei negozi, la ricerca di sempre nuove formule ha animato l’attività dòdariana. Ne viene fuori il profilo articolato di un autore impegnato nell’investimento creativo dei linguaggi, in una prassi di rinnovamento del mondo, oltre che dell’opera, uno sconfinamento dei generi che ha saputo dialogare con le linee portanti della ricerca internazionale, costruendo trame di intervento attivo sul mondo, investigando il libro e la parola poetica nell’ottica eterodossa del travalicamento dei confini fra i linguaggi più disparati. Questo studio vuole offrire un profilo storico-critico degli ambiti di ricerca e dell’opera, attraversandone le diverse fasi evolutive.
“Illuminante e socratico, contro ogni dogmatismo, sempre al lavoro per gli altri. Così è stato per me Saverio Dòdaro. Quando ci siamo incontrati le sue parole erano poche, ma dense di una visione del mondo e una cultura che già chiarivano quale fosse per lui il luogo privilegiato del fare poesia: l’altro, l’alterità. Illuminante e socratico, capace di insegnare coi silenzi, di far maturare e far venire fuori senza imporre nulla. Perché tutto questo? Solo per ricordare a me stesso quanto quelle parole e quei silenzi abbiano fatto crescere intere generazioni, qui, nel Salento. Pragmatico eppure visionario, attento osservatore del suo tempo, ha saputo tessere rapporti col mondo, facendo del Salento quello che Antonio Verri chiamava “il Salento europeo” e di cui Dòdaro, a detta di Verri, era una delle colonne. Una figura volutamente appartata, per rifiuto di ogni ribalta, che ha donato se stesso agli altri, anteponendo poesia e crescita dei giovani a ogni tornaconto personale. Colpevole soltanto di purezza. Un autore capace di tenere insieme ricerca letteraria e tensione sociale, rivolto al mondo, ma senza dimenticare il territorio. Nel libro ho voluto raccogliere questo e molto altro, affrontando l’opera più che cinquantennale di un autore che ha sempre guardato al mondo e alla poesia nell’ottica di una ricerca esistenziale profonda. La teoria genetica, infatti, elaborata dagli anni Settanta, è il grembo dal cui interno sprigionano le opere letterarie, verbovisive e teoriche successive. Dòdaro, come sottolinea Ruggero Maggi, “è stato il vero precursore di quella ricerca artistica che solo dopo una ventina d’anni sarebbe stata rivalutata e “consumata” da vari artisti internazionali”, un autore con cui bisogna e bisognerà fare i conti ora e in futuro.” (Francesco Aprile)
Dòdaro, nato nel Trenta a Bari, sfollato a Turi durante la guerra, formatosi nel solco del Meridionalismo grazie ai ripetuti contatti coi Fiore (Vittore, presso l’ufficio stampa della Fiera del Levante, e Tommaso), amico dei poeti Vittorio Bodini e Rocco Scotellaro grazie a un legame nato nella magica avventura del “Sottano” a Bari, veniva introdotto, da giovanissimo, agli incontri di Laterza e a quelli della “Scaletta” di Matera, allievo di Giorgio Morandi a Bologna, in pittura bruciava gli smalti nel ’54 (come Burri), in “fuga” nella Parigi della grande cultura del dopoguerra, amico fraterno del poeta armeno Hrand Nazariantz, ha stretto legami con le intelligenze più vive e interessanti del Secondo Novecento (da Carmelo Bene a Luciano Caruso, da Antonio L. Verri a Edoardo De Candia, da Julien Blaine a Lamberto Pignotti, da Aldo Dramis a Vittorio Pagano, da Richard Kostelanetz a Shoachiro Takahashi, da Giovanni Fontana a Ruggero Maggi a Rolando Mignani ecc.), ha dato vita, negli anni, ad alcune delle collane editoriali più rivoluzionarie, contribuendo in maniera sensibile alla riformulazione dell’oggetto-libro (romanzi su cartolina, poesia e scritture da proiettare, poesia per internet, narrativa in store), è stato con il Movimento di Arte Genetica, da lui fondato nel 1976, come scrive Ruggero Maggi, “il vero precursore di quella ricerca artistica che solo dopo una ventina d’anni sarebbe stata rivalutata e consumata da vari artisti internazionali”.
L’autore: Francesco Aprile è poeta visivo, saggista, autore di code poems (2010), asemic cinema (dal 2016), poesie visive, scritture sbagliate, glitch, asemic writing, asemic-glitch writing, abbecedari asemantici. Nel 2010 ha aderito al movimento letterario New Page-Narrativa in store, fondato nel 2009 da Francesco Saverio Dòdaro, assumendone la direzione nel 2013. Nell’aprile 2011 ha fondato, firmandone il primo manifesto, il gruppo di protesta artistica Contrabbando Poetico e nel 2014, con Cristiano Caggiula, la rivista di analisi liminale Utsanga.it; nel marzo 2021 ha lanciato – con Caggiula, Astolfi, Garrapa, Perozzi – il manifesto del “Liminalismo”. Nell’ambito dei linguaggi verbovisivi è presente in archivi, musei, fondazioni con opere e/o pubblicazioni (Poetry Library, Tate Library, ArtPool Art Research Center, Archimuseo Accattino, ABA Palermo, Poetry Collection-Buffalo University, Imago Mundi-Fondazione Benetton, Collezione Garrera, Fondazione Berardelli ecc). Dal 2016 è inserito in ADA-Archive of Digital Art/Media Art Research Center (Danube University, Krems). Ha esposto in Italia e all’estero ed è presente su riviste italiane e straniere (“591”, “La Battana”, “La Clessidra”, “Revista laboratorio” – Universidad Diego Portales – Santiago, “Nod Magazine” – Calgary University, “Infinity’s Kitchen”, “Commonline journal” – The Evergreen State College in Olympia, “Letteratura e società”, “Rivista Risvolti”, “La Vallisa”, “Levania”, “Offerta speciale/Busta sorpresa”, “Hotel Dada”, “Digicult”, “Dado tutto bianco”, “Rivista di studi italiani”, “Asemica”, “BAU” ecc.). Ha curato le mostre: Forma e transforma: dalla scrittura visuale all’asemic writing (Archimuseo A. Accattino, 2018, con A. Accattino e C. Caggiula – con annesso catalogo), Asemic writing: map of the asemic horizon (Scolacium, 2016-2017, prima mostra italiana dedicata al percorso storico e contemporaneo dell’asemic writing, con C. Caggiula, E. Carella), Scritture asemiche. Libri d’artista dalla collezione dell’Accademia di Belle Arti di Palermo (Palermo, 2019-2020), Cantata plurale per F. S. Dòdaro (Lecce, 2019), Womb. Opere dall’archivio utsanga (Museo della casa alla fasanese, Fasano, giugno 2022). Collabora o ha collaborato con i gruppi “Electronic Cottage” (Hal McGee) e “New Situazionism” (Dangelo-Menguzzato).