Mercoledì 23 ottobre al Teatro Comunale di Novoli si conclude il workshop di drammaturgia con l’autore, attore e regista argentino Rafael Spregelburd, promosso da Alibi artisti liberi indipendenti e Factory compagnia transadriatica. Uno dei grandi maestri della scena internazionale ha esplorato insieme a un gruppo (selezionato dopo una call pubblica) di diciassette attrici, attori, drammaturghi e drammaturghe, alcuni temi centrali della sua pratica teatrale. Il suo percorso, che lo ha portato da Buenos Aires ai principali teatri europei, si distingue per un’estetica che unisce l’autorialità e l’interpretazione, creando una scena teatrale in equilibrio tra caos e rigore. Recentemente premiato con il terzo Diploma al Mérito (2004, 2014 e 2024) dalla Fundación Konex, che riconosce le personalità più influenti della cultura argentina, Spregelburd è tradotto in 16 lingue e rappresentato a livello mondiale. La sua capacità di combinare diversi aspetti del teatro gli permette di cogliere, nei suoi lavori, le caratteristiche essenziali di un’epoca, rivelando affinità tra realtà geograficamente e culturalmente distanti. Il suo approccio non è di natura letteraria né psicoanalitica, ma piuttosto filosofica e scientifica. Spregelburd spesso si ispira a teorie scientifiche, come quelle di Lorenz, Mandelbrot e Planck, per analizzare e mettere in discussione la società contemporanea.
Partito domenica 20, il workshop è stato suddiviso in momenti di esposizione teorica, esercizi di improvvisazione scenica e scrittura, e discussioni tra i partecipanti. Al centro delle attività ci saranno la dialettica tra la drammaturgia dell’idea e quella dell’immagine, il contrasto tra tragedia e catastrofe e il rapporto tra senso e significato, tutti affrontati attraverso il principio della complessità. Promosso da Alibi artisti liberi indipendenti e Factory compagnia transadriatica l’appuntamento rientra nell’ambito dei Teatri del Nord Salento, progetto artistico di Factory compagnia transadriatica in collaborazione con Blablabla con il sostegno di Ministero della Cultura e Regione Puglia e dei Comuni di Campi Salentina, Guagnano, Leverano, Novoli, Trepuzzi. Info, costo e iscrizioni 3890112794 – 3290474358 – info@alibiteatro.it.
IL WORKSHOP
Il workshop intensivo ha previsto sei ore di lavoro al giorno. L’obiettivo è stato quello di approfondire la teoria e la pratica della scrittura scenica partendo dagli interpreti, esplorando alcuni temi centrali nella visione teatrale di Spregelburd. In particolare, sono stati indagati tre aspetti fondamentali: la relazione tra drammaturgia dell’idea e drammaturgia dell’immagine, il contrasto tra tragedia e catastrofe, e il legame tra senso e significato, sempre affrontati attraverso il principio della complessità. Questo principio, pilastro della ricerca dell’autore, ha mirato a restituire una visione del mondo che si discostasse dalla narrazione lineare, evitando l’appiattimento della drammaturgia e della pratica teatrale. Durante i quattro giorni, le attività sono state organizzate in sessioni di esposizione teorica, esercizi di improvvisazione scenica e scrittura, e momenti di confronto tra i partecipanti. Il lavoro è stato orientato verso l’esplorazione delle capacità individuali di ciascun interprete e autore, cercando di sviluppare una visione che interpretasse il “senso” della scena come un sistema complesso e disordinato, per poi riorganizzarlo in un “significato” che potesse fungere da ponte comunicativo con il pubblico. In linea con il principio della “complessità”, che ha attraversato tutta l’opera di Spregelburd, il workshop si è concentrato sulla moltiplicazione e sottrazione di parole e azioni sceniche, cercando di esplorare i limiti della drammaturgia senza sacrificarne la comprensibilità o imporre un’unica interpretazione. A supporto delle diverse fasi del lavoro, sono state utilizzate slide e filmati come spunti di riflessione e approfondimento della metodologia proposta.
RAFAEL SPREGELBURD
Nato a Buenos Aires nel 1970, Rafael Spregelburd è oggi, a poco più di cinquant’anni, considerato uno dei maggiori esponenti del teatro mondiale. Le sue opere, tradotte in 16 lingue e rappresentate su palcoscenici internazionali, incarnano una visione teatrale che fonde diverse discipline, riuscendo a cogliere le caratteristiche essenziali di un’epoca e a far emergere somiglianze profonde tra culture e contesti geograficamente lontani. Il suo approccio non è di stampo letterario o psicoanalitico, ma si ispira piuttosto a un armamentario filosofico e scientifico, spesso richiamando le teorie di Lorenz, Mandelbrot e Planck per analizzare la società contemporanea. Dal 2009, grazie a Manuela Cherubini e Davide Carnevali, che lo includono nel n° 31 del Patalogo di Ubulibri dedicato alla Nueva Hispanidad, Spregelburd ha trovato in Italia un pubblico particolarmente ricettivo, raccogliendo un numero straordinario di riconoscimenti. Tra i più prestigiosi figurano vari Premi Ubu: nel 2010 vince il premio per il “Nuovo testo straniero” con Bizarra – una saga argentina, tradotta da Manuela Cherubini, e nel 2011 con Lucido, nella versione italiana di Valentina Grignoli-Cattaneo e Roberto Rustioni. Nel 2013 conquista l’Ubu per “Migliore spettacolo dell’anno” con Il panico, diretto da Luca Ronconi, che si aggiudica anche il premio per la “Migliore scenografia”, curata da Marco Rossi. Nel 2014 viene nuovamente nominato per l’Ubu come “Migliore novità straniera” con lo spettacolo Furia avicola. Nel 2012 Spregelburd è stato inoltre scelto per dirigere, insieme a Manuela Cherubini, la XXI edizione dell’École des Maîtres, un’importante esperienza formativa europea destinata a 17 attori selezionati da Francia, Italia, Belgio e Portogallo. Questo percorso culmina, nel 2016, con la messinscena di La fine dell’Europa, dimostrando la sua straordinaria capacità di interpretare culture e contesti sociali profondamente diversi dal suo, senza perdere la lucidità della propria visione. Per descrivere Rafael Spregelburd in termini europei, potremmo definirlo drammaturgo, attore, regista, traduttore, saggista e teorico del teatro. Tuttavia, il termine argentino teatrista sembra rappresentarlo meglio, poiché racchiude in sé tutte queste sfaccettature, offrendo una chiave per comprendere la sua capacità di portare il teatro sudamericano nei contesti più esclusivi, sia in America Latina che in Europa, e di rivoluzionare le prassi e l’estetica del teatro contemporaneo.