Sanità pubblica: come salvarla

Sanità pubblica: come salvarla

Medici di famiglia, prevenzione, case di comunità I 40 miliardi che occorrono? Basterebbe eliminare gli sprechi

conferma la tesi che vado sostenendo da diversi anni:
– I medici sono diventati pochi, ma ancora sufficienti a coprire il Servizio SSN di Assistenza Primaria;
– ⁠gli accordi integrativi regionali (AIR) si fanno tenendo conto della demo-topo-orografia territoriale;
– ⁠non si incentivano mai forme di aggregazione di medici senza aver previsto un paracadute per le zone disagiate e a forte connotazione rurale;
– ⁠sostenere la riapertura degli ambulatori medici nelle frazioni del subappennino Dauno, Gargano, Isole Tremiti e Basso Salento;
– ⁠obbligare i medici ad assicurare l’equo accesso alle cure per tutta la popolazione pugliese, rispettando un monte ore in base all’utenza da servire;
– ⁠dislocare meglio i medici nelle periferie evitando frazionamenti dei pazienti e disservizio nell’ambulatorio della frazione e/o piccolo centro;
– ⁠stabilire piante organiche per la città evitando pericolose concentrazioni di medici di mmg in unici mega ambulatori (UCCP) dove possono aggregarsi fino a 12 medici con un potenziale di servizio di 20000 cittadini. Anche in città devono essere rispettate le distanze dei servizi, consentendo a tutti una adeguato e comodo accesso ad essi;
– ⁠distribuire bene le Strutture sanitarie già esistenti (PNRR/DM77) e non spendacchiare somme astronomiche in edilizia sanitaria aggiuntiva. Ci sono già i nostri ospedali chiusi (Poggiardo, Maglie, Gagliano, Campi, Nardo’, Copertino, Galatina ecc.) che con pochi soldi si possono recuperare appieno e fungere da ottimi contenitori delle strutture previste dal PNRR e la riforma sanitaria: case di comunità, ospedali di comunità, COT ecc … .
– ⁠far funzionare bene e responsabilizzare i Distretti, per una capillare azione di controllo e di proposta di assistenza sanitaria equa a tutti i cittadini.

MARCHETTI TONINO