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Sabato 22 aprile al Teatro Comunale di Galatone la Compagnia Salvatore Della Villa ne IL VELENO DEL TEATRO di Rodolf Sirera

Che cosa è vero e che cosa è finto sulla scena? Cosa il teatro rappresenta della vita e cosa no? Nel testo del 1978 dal titolo “Il Veleno del Teatro” Rodolf Sirera, uno dei più importanti autori del teatro catalano, allestisce teatralmente questa nota querelle settecentesca, articolandola, straordinariamente, nel dialogo tagliente tra due personaggi, un misterioso mecenate e amante dell’arte, un marchese, e Gabriel De Beumont, attore di dichiarata fama.

Sabato 22 aprile (sipario ore 21, biglietto 10 euro – 8 ridotto, info al 3279860420) sul palco del Teatro Comunale di Galatone, per la stagione di teatro e musica ‘Teatri dell’Agire’ anno 2022.23, sarà la Compagnia Salvatore Della Villa a portare rappresentare il testo del noto drammaturgo spagnolo, nella messinscena diretta da Tommaso Massimo Rotella e interpretata da Salvatore Della Villa e Alfredo Traversa. Sono loro a dare corpo e voce ai due protagonisti e al brillante e sempre più tagliente dialogo sulle teorie opposte di recitazione: guidata dal cervello e dalla professionalità come richiedeva Diderot nel suo “Paradosso sull’attore”, o viscerale e guidata dall’istinto e dall’estro improvvisatorio, come sostiene il marchese (forse De Sade?).

 

Il Veleno del Teatro è stato scritto da Sirera nel 1978, a tre anni dalla morte del dittatore Francisco Franco, ed ambientato nella Francia 1784, a pochi anni dall’avvento della Rivoluzione di Luglio; un parallelismo che lo stesso autore tiene a sottolineare, perchè la rappresentazione del conflitto delle idee è sempre lo strumento più utile per elaborare il presente e il futuro, a partire dalla scrittura di un’opera e dall’efficacia della messa in scena, resa dagli interpreti dell’azione drammatica.

Il testo è stato tradotto e rappresentato in tutta Europa, diventando un classico della produzione iberica contemporanea. Ciò che ha assicurato all’opera il successo internazionale sono la suspense e il gioco intellettuale, ben serrato dentro un dialogo tra un attore e un marchese. L’azione è infatti unicamente dialogo.

 

Il sipario si apre all’interno di un palazzo settecentesco, in una stanza illuminata da una luce caravaggesca. È già tutto attesa e mistero, quando il giovane attore Gabriel de Beaumont fa ingresso nel palazzo, ospite di un marchese che lo ha invitato affinché si esibisca per lui in esclusiva: vuole che interpreti un’opera teatrale, da lui scritta, sulla vita di Socrate. Ma è necessario che l’attore pervenga a un’interpretazione coinvolgente e intensa, che non faccia solo vedere ma che faccia ‘sentire’ il dramma di Socrate condannato a morte. Il marchese intende depurare il teatro dall’esperienza artistica di tradizione e restituirlo alla verità.

A ricevere l’attore sarà un servo, che farà a lungo gli onori di casa mostrando di intendersene di teatro. Che la committenza di palazzo vesta i panni di un servitore o di un marchese poco importa; ciò che è evidente è che quando Gabriel parla di teatro con il servo lo fa con arroganza e distacco, quando invece ne parla con il marchese lo fa con riverenza.

 

Sirera riesce straordinariamente nella costruzione scenica di una delle tante controversie dell’epoca che dibattevano fra teoria ed estetica teatrale, e lo facevano nei salotti, terreno di coltura delle dispute. Il dilemma è tutto qui e si articola nel dialogo tra i due personaggi. Ma da un certo momento in poi il gioco è sempre più cinico e la condanna di Socrate risulta, di fatto, soltanto un pretesto.

 

La stagione di teatro e musica ‘Teatri dell’Agire’ anno 2022.23 del Teatro Comunale di Galatone, curata dal direttore artistico Salvatore Della Villa in sinergia con il Comune di Galatone, in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese, proseguirà fino al 27 maggio.

 

Sabato 6 maggio (sipario ore 21) sarà la volta di Paolo Triestino in scena con ‘Guanti Bianchi’, su testo di Edoardo Erba, liberamente tratto da ’L’arte spiegata ai truzzi’, il blog e canale Youtube in romanesco curato da Paola Guagliumi. Lo spettacolo è come un viaggio che attraversa due millenni di storia dell’arte, da Pitocrito a Mirò, da Michelangelo a Fontana, da Kessel il Vecchio a Edvard Munch. E ci invita a riscoprire la bellezza, che può riempire di senso la nostra vita.

 

È inoltre avviato da ottobre la Scuola di Teatro Centro di Formazione e Ricerca dell’Attore diretto da Salvatore Della Villa, che propone 3 corsi, adulti – bambini e ragazzi – dizione. L’obiettivo è quello di formare giovani Attori che sappiano stare sul palcoscenico, con presenza, che si sappiano muovere, saper usare la voce, parlare bene, ricercare la propria poetica e trovare nell’arte della recitazione e del Teatro, la lo loro necessità artistica. E per coloro che hanno meno velleità e curiosità vivere armonicamente e con gioco, la loro passione.

 

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