Aperto il Parco delle Cave di Marco Vito, la storia della città riprende vita
Con il taglio del nastro affidato ai bambini del quartiere, oggi ha aperto le sue porte il Parco delle Cave di Marco Vito, un’area verde di 7 ettari, che si estende alle spalle della stazione ferroviaria, a sud della città, riqualificata su progetto del celebre architetto portoghese Alvaro Siza. Un parco urbano creato all’interno di una cornice naturale e suggestiva data dalle pareti di roccia delle cave dove storicamente è stata estratta la pietra leccese con cui sono stati realizzati le chiese e i palazzi barocchi del centro storico, che rendono Lecce famosa in tutto il mondo.
All’inaugurazione hanno preso parte il sindaco Carlo Salvemini, la Presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, l’assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia Alessandro Delli Noci, l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Lecce Marco Nuzzaci, la giunta comunale e numerosi consiglieri comunali.
Questo è un Parco unico, per bellezza, significati e suggestioni, patrimonio non solo della città di Lecce ma di tutta la Puglia – dichiara il sindaco Carlo Salvemini – per me è una autentica gioia consegnarlo alla città all’esito di un lavoro lungo, che ha impegnato più amministrazioni e ha visto misurarsi il Comune con un’impresa straordinaria. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a questo risultato, dai progettisti, con Alvaro Siza e dal suo gruppo di progettazione, dal cui disegno è nata questa meraviglia, agli assessori Delli Noci e Nuzzaci, ai dirigenti e ai funzionari comunali che con il loro prezioso lavoro sono riusciti a raggiungere questo obiettivi. Da queste cave viene la pietra con la quale sono stati costruiti tanti edifici della città antica, qui per secoli il lavoro degli operai ha modellato i fronti di cava sui quali oggi crescono i fiori. Siamo orgogliosi di aver restituito valore e dignità a questa storia, che fino a poco tempo fa era in gran parte ricoperta di rifiuti e oggi invece è un luogo di bellezza, memoria e gioia. Sarà il nostro impegno prendercene cura insieme ai cittadini leccesi, che sono i primi custodi della propria città che amano e rispettano. Per cui, il mio invito ai tanti che frequenteranno questo nuovo spazio pubblico, dalla città e da tutta la provincia, oggi è venite e prendetevene cura
Il Parco sarà aperto ogni giorno dalle 08:00 alle 20:30. Tre gli ingressi dai quali si potrà accedere: uno su via dei Ferrari (raggiungibile anche con il bus urbano – linea R11 con partenza dal capolinea di via Costa – e in bicicletta o in monopattino in sicurezza dalla pista ciclabile) e due posizionati sui due lati di via del Ninfeo. Nel parco sono presenti complessivamente 700 alberi e oltre 8000 metri di percorsi che si snodano tra i prati, i fronti di cava, i dislivelli caratterizzati da vegetazione naturale.
Oggi è una bella giornata per Lecce – dichiara la Presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone – Queste cave, che hanno sempre rappresentato una ferita per la città, sono state trasformate in un luogo di bellezza, un posto per ritrovarsi, per stare a contatto con la natura e per ospitare arte. Da oggi c’è un nuovo parco urbano che si aggiunge alle ricchezze di Lecce, e che la rende sempre più attrattiva in tutta la Puglia. Il Comune e la Regione hanno sempre creduto in questo progetto che oggi diventa patrimonio di tutti.
Nel parco sono presenti due ampi terrazzamenti, uno in prossimità dell’ingresso di via dei Ferrari con la piantumazione di 50 lecci, l’altro in prossimità della caffetteria con la piantumazione di 50 carrubi. Oltre ad altre zone di carrubi per creare zone ombreggianti. Lungo tutto il perimetro del parco in prossimità di tutti i fronti di cava sono state realizzate aree di siepi arbustive sia a bassa che ad alta quota per creare una barriera di sicurezza e di protezione per i visitatori del Parco. Gli arredi sono costituiti da tavoli e panchine in pietra leccese realizzate sempre su progetto di Siza. Infine, due le aree spettacoli individuate nei punti in cui l’acustica è ottimale, per la linearità dei fronti cava: una in prossimità dell’ascensore che porta alla caffetteria-servizi e l’altra, più piccola, in prossimità della masseria Tagliatelle.
«Questa giornata di festa è stata preceduta da un lavoro durato anni, che ci ha consentito di superare le tante difficoltà incontrate e se lo abbiamo fatto è soprattutto grazie al lavoro dei dirigenti Claudia Branca e Giovanni Puce,i funzionari, il rup Silvio Cillo e ditte che ci hanno affiancato in questi anni, a loro va il nostro ringraziamento – dichiara l’assessore ai Lavori Pubblici Marco Nuzzaci – Il parco è un gioiello di storia e natura, un luogo del quale tutti siamo chiamati a prenderci cura che diventerà caro a tanti leccesi, in particolare ai bambini».
Le cave: dalla dismissione al progetto di Siza
Dismesse da decenni e lasciate per lungo tempo in stato di abbandono tanto da essere impropriamente utilizzate come discariche a cielo aperto, le ex cave di Marco Vito sono state individuate per una riqualificazione paesaggistica e ambientale, per la quale, nel 2009, il Comune di Lecce ha bandito un concorso internazionale di idee per la progettazione della Città dell’Arte e della Musica e del Parco Urbano delle Cave. Al concorso è risultato vincitore il Raggruppamento Temporaneo di Professionisti con capogruppo l’architetto portoghese Alvaro Siza, premio Pritzker per l’architettura, due volte Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia, insignito di numerosi premi, lauree ad honorem e riconoscimenti in tutto il mondo, l’architetto Carlos Castanheira, l’architetto Luigi Gallo e l’architetto Pedro Carvalho.
Nel 2010 si è proceduto alla realizzazione di un primo lotto funzionale della riqualificazione del Parco delle Cave, finanziato con 4 milioni di euro di fondi regionali come progetto prioritario e strategico nel Programma di Area Vasta. Nel 2013 è stato finanziato il secondo lotto, per un importo di 4,5 milioni di euro, nell’ambito del Contratto di valorizzazione urbana di aree degradate, Fondo per l’attuazione del Piano Nazionale per le Città, che prevedeva il completamento della riqualificazione urbana e ambientale del parco con la realizzazione del ponte, che ha permesso di fatto l’unificazione degli spazi del parco inizialmente separati da via del Ninfeo. Al ponte, icona del progetto di Siza, è stato dato anche il valore simbolico di trait d’union tra passato e futuro della città. Sono, infatti, grandi le prospettive di crescita di questa area urbana, che avrà a breve una nuova centralità, a seguito del completamento dei lavori di ribaltamento della stazione ferroviaria, tuttora in corso, con il nuovo ingresso previsto proprio da via del Ninfeo.
La riqualificazione ambientale e il parco urbano
Il parco sorge in un’area plasmata dall’evoluzione geologica e ricca di storia. La naturalità è data dal banco di roccia che lo delimita risalente all’età miocenica (23-25 milioni di anni fa), in cui si sedimentò la pietra leccese. La storia è, invece, raccontata dalle incisioni, visibili sulle alte pareti che perimetrano il parco, lasciate dallo “zocco” (strumento rudimentale in ferro usato fino alla metà del XX secolo), che testimoniano le fatiche dell’uomo per estrarre le pietre con cui è stata costruita la città.
Il disegno del parco asseconda la naturalità del luogo, con ampie distese “a prato” solcate da vialetti in stabilizzato terroso, muretti a secco che delimitano la profonda cavità, vegetazione propria della flora mediterranea ed essenze autoctone. Presente nel limite più a ovest la caffetteria, che andrà a breve a bando per la gestione.
Chi ha buona memoria ricorderà il perché il più grande Architetto del mondo vivente ALVARO SIZA decise di accettare la progettazione della riqualificazione della cave di Marco Vito.
Tutto nacque dalla splendida intuizione di investire culturalmente nell’Osservatorio Urbanistico Tekne’ ideato dal sottoscritto nel 2005 nel Comune di Calimera, subito supportato e finanziato dall’Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce. Da lì fu istituito il Premio Tekne’ che ricorderete premiava l’opera meglio contestualizzata nel Salento e le collaterali mostre che hanno coinvolto i migliori Architetti del mondo: Hainz Tesar, Steven Holl e per l’appunto Alvaro Siza che hanno offerto al Salento la possibilità di godere di lezioni magistrali e mostre di livello internazionale.
Grazie a tutto ciò personalmente chiesi al maestro Alvaro Siza di lasciare un segno della sua presenza nel Salento favorendo la sua partecipazione con una proposta innovativa al concorso per la riqualificazione delle cave di Marco Vito.
Riavvolgere il nastro spesso serve a ricordare e ristabilire l’ordine delle cose.
Con orgoglio insieme agli amici del Centro Studi Tekne’ Toti Carpentieri, Marco Renna, Giuseppe Schiavone e Vincenzo Corona si è creato un circuito virtuoso che ha consentito una crescita culturale e una sensibilità verso l’architettura nel Salento.
La sfida era e resta attuale: quale segno della nostra civiltà stiamo lasciando ai posteri?
Questo è certamente un segno importante che acquisirà valore nel tempo.
Tutto nacque dalla splendida intuizione di investire culturalmente nell’Osservatorio Urbanistico Tekne’ ideato dal sottoscritto nel 2005 nel Comune di Calimera, subito supportato e finanziato dall’Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce. Da lì fu istituito il Premio Tekne’ che ricorderete premiava l’opera meglio contestualizzata nel Salento e le collaterali mostre che hanno coinvolto i migliori Architetti del mondo: Hainz Tesar, Steven Holl e per l’appunto Alvaro Siza che hanno offerto al Salento la possibilità di godere di lezioni magistrali e mostre di livello internazionale.
Grazie a tutto ciò personalmente chiesi al maestro Alvaro Siza di lasciare un segno della sua presenza nel Salento favorendo la sua partecipazione con una proposta innovativa al concorso per la riqualificazione delle cave di Marco Vito.
Riavvolgere il nastro spesso serve a ricordare e ristabilire l’ordine delle cose.
Con orgoglio insieme agli amici del Centro Studi Tekne’ Toti Carpentieri, Marco Renna, Giuseppe Schiavone e Vincenzo Corona si è creato un circuito virtuoso che ha consentito una crescita culturale e una sensibilità verso l’architettura nel Salento.
La sfida era e resta attuale: quale segno della nostra civiltà stiamo lasciando ai posteri?
Questo è certamente un segno importante che acquisirà valore nel tempo.
Luigi Mazzei
Direttore Centro Studi Tekne’
Direttore Centro Studi Tekne’