Dopo gli episodi che si sono verificati, negli ultimi anni, di cedimenti e cadute, per fortuna senza gravi conseguenze, l’Amministrazione comunale ha predisposto un monitoraggio puntuale di tutte quante le alberature presenti nel quartiere San Lazzaro, nel Campo Montefusco e nella Villa Comunale, che unitamente ai dati emersi dal censimento arboreo – a cura dell’agronomo Fabio Ippolito dell’Università del Salento – ha consentito la messa a punto di un piano di messa in sicurezza e rinnovo delle alberature in quelle aree.
Dalle indagini è emersa l’urgenza, a San Lazzaro, di sostituire 67 pini d’Aleppo, classificati di pericolosità estrema, e di procedere alla potatura di equilibrio di altri 97, che saranno poi periodicamente monitorati. Sulla base di quanto previsto nel primo stralcio del regolamento comunale del verde dedicato al mantenimento e rinnovo delle alberature in città, approvato a ottobre, che viene applicato in questa occasione per la prima volta, a compensazione delle rimozioni saranno piantumati 96 alberi subito e 40 in un secondo momento, per un totale di 136 nuove essenze.
«Questo intervento rappresenta la prima applicazione pratica del regolamento stralcio votato dal Consiglio comunale sulla sostituzione delle alberature – dichiara il sindaco Carlo Salvemini – e costituisce un vero e proprio cambio di approccio sul tema degli interventi su alberature pericolose in ambito urbano. Prima si procedeva per rimozioni, senza sostituzione, affidate alla valutazione individuale di singoli funzionari. Oggi si parte da studi agronomici e paesaggistici, valutazioni sulle tecniche di intervento, si fa un bilancio ecosistemico e si interviene dopo la rimozione con nuove e più numerose messe a dimora di alberi al posto di quelli pericolosi che vengono sostituiti. È una novità assoluta, l’amministrazione sta investendo risorse pubbliche importanti per garantire che il quartiere San Lazzaro, considerato il giardino di Lecce, possa essere un quartiere sicuro, dal punto di vista della tenuta delle alberature, ma anche più verde di quanto non sia oggi. Partiamo da San Lazzaro per mettere in sicurezza con il tempo anche altri parchi o quartieri nei quali si registrano gli stessi problemi».
Nello specifico, gli interventi consistono nell’abbattimento di 8 pini su via Gentile, 11 tra via Tafuro e via Guarini, 10 su via Casotti, 8 su via Regina Elena, 14 su via Da Vinci e 16 su via Schiavoni. La potatura riguarderà 32 pini su via Gentile, 11 tra via Tafuro e via Guarini, 41 su via Guarini, 4 su via Da Vinci e 9 su via Schiavoni. La potatura ha la funzione di equilibrare ed alleggerire la chioma, eliminare le zone secche e ottenere un certo grado di sicurezza.
Il piano – è il risultato della valutazione fitosanitaria e della verifica della stabilità effettuata dall’agronomo forestale Gianluca Cannoletta, incaricato dal settore Ambiente.
Per l’attuazione della valutazione, è stato utilizzato il metodo VTA (Visual Tree Assessment) che permette di esaminare l’albero nella sua completezza in termini di caratteristiche morfofisiologiche, biomeccaniche e strutturali per individuare eventuali difetti che potrebbero influenzare negativamene il grado di sicurezza dell’albero. Alle piante viene, poi, attribuita una classe di pericolosità attraverso la nuova procedura denominata CPC (Classi di Propensione al Cedimento) che tiene conto del rischio correlato ai potenziali bersagli coinvolti (es. strade, scuole, ecc.) dall’eventuale cedimento di parti dell’albero.
L’agronomo paesaggista Francesco Tarantino, consulente dell’Amministrazione nella redazione del Piano del Verde, ha redatto il progetto di compensazione e scelto le specie che andranno a sostituire i pini individuate in Ligustro, Ligustro variegato, Albero di Giuda, Photinia ed Eugenia. I criteri utilizzati sono stati l’associazione di più specie con l’obiettivo di aumentare la biodiversità vegetale, scongiurando la monocoltura e prediligendo essenze autoctone o naturalizzate in ambiente urbano, come, ad esempio, l’Eugenia mirtifolia di origine australiana che ben si presta per l’utilizzo nel Salento; l’omogeneità vegetazionale, motivo per il quale, oltre all’Eugenia, verrà utlizzato anche il Ligustrum, sia nella sua forma verde scuro che nella sua forma variegata, perchè sono già presenti in zona San Lazzaro; la dimensione degli spazi a disposizione e l’alternanza sempreverde/foglia caduca, motivo per il quale è stato scelto l’albero di Giuda, anch’esso già presente nel quartiere, come previsto dalle linee guida della Lega Italiana Protezione Uccelli, con effetti benefici dal punto di vista della dispersione delle particelle inquinanti.
Le specie scelte per le sostituzioni hanno caratteristiche simili: resistenza agli stress climatici e a fitopatie, chioma contenuta e dalla modesta capacità di interferire con il contesto urbano nel suo complesso, capacità di mantenere per quanto possibile il vantaggio ecosistemico, oltre al fatto che si tratta di specie botaniche tra le naturalizzate locali.
«I pini d’Aleppo per la loro classe di grandezza sono stati sistemati – sottolinea l’assessora all’Ambiente Angela Valli – nella zona in maniera inopportuna, perchè non consoni al contesto. Nel quartiere ci sono marciapiedi larghi circa 3 metri, mentre i pini, essendo di classe 1, dovrebbero essere utilizzati su marciapiedi larghi più di 5 metri. Da qui, quindi, la scelta di sostituirli con specie di classe 2 e di classe 3: i primi sono previsti su marciapiedi di larghezza superiore a 3 metri, i secondi su quelli inferiori a 3 metri. Per le misure di compensazioni, sono stati fatti calcoli puntuali che hanno tenuto conto del valore ornamentale dei pini e della perdita dei benefici ecosistemici (ambientali, socio-culturali ed economici) derivante dalla rimozione di 67 pini d’Aleppo. La conclusione è stata, quindi, la scelta di piantumare a compensazione 136 nuove piante di grandezza 2 e 3».
Una volta completata la fase di abbattimento e di formazione della buca d’impianto, si procederà alla messa a dimora degli esemplari giovani delle essenze individuate, che la ditta appaltatrice del servizio sottoporrà a irrigazione periodica accompagnandone l’attecchimento e lo sviluppo per almeno 3 anni dal momento dell’impianto. In caso di disseccamento entro il terzo anno, la ditta provvederà a una nuova piantumazione a proprie spese. Tutto il materiale prodotto con il taglio, compresi i residui della ceppaia, ci si sta attrezzando per utilizzarlo per la produzione di energia elettrica da biomasse vegetali.
Le indagini dell’agronomo forestale Cannoletta hanno coinvolto anche il campo Montefusco e la Villa Comunale. Nel primo, sono state evidenziate problematiche legate alla stabilità di 14 pini d’aleppo, classificati come di “pericolosità estrema”, che saranno rimossi e sostituiti con piante di idonee dimensioni e specie. La compensazione avverrà nei prossimi mesi, non appena l’Amministrazione disporrà delle risorse necessarie. Tutte le altre alberature presenti nell’area sportiva non hanno evidenziato particolari problemi di stabilità o fitosanitari e saranno, comunque, periodicamente monitorate.
Nella Villa Comunale, saranno rimossi due pini, classificati come di “pericolosià estrema”. Altri pini saranno sottoposti a potatura mirata e a monitoraggio periodico.
I tempi di esecuzione dell’intervento a San Lazzaro – che hanno un costo complessivo di circa 160mila euro per l’Amministrazione comunale – sono stimati in 60 giorni e i lavori partiranno entro la fine del mese di febbraio.