In scena venerdì 11 ottobre, alle 20.30, presso il Teatro Astràgali in Via Giuseppe Candido, 23, a Lecce, “Cantica Antigonae. Lamento per il corpo del nemico”. Uno spettacolo di Astragali Teatro, scritto e diretto da Fabio Tolledi, con Roberta Quarta, Simonetta Rotundo, Matteo Mele, Onur Uysal e le musiche dal vivo eseguite da Mauro Tre e Roberto Gagliardi.
Antigone è, nel mito sofocleo, una giovane donna, che vive la tragedia di una famiglia devastata dalla colpa del padre Edipo, una colpa ‘inconsapevole’. Una donna che vive la tragedia di due fratelli, Eteocle e Polinice, che, maledetti dal padre, combattono una guerra, l’uno contro l’altro per decretare l’unico successore. Una guerra fratricida che tutto devasta e durante la quale i fratelli si uccidono. Antigone chiede la sepoltura del fratello Polinice, il traditore della città, contro il divieto di seppellirlo, emanato dal re Creonte. Sfida l’ordine del re di non seppellire il fratello. Antigone agisce, prende la decisione di coprire con un pugno di terra il corpo del fratello, anche se questa azione le costerà la vita. Lo fa in silenzio, lo fa due volte, con una determinazione che non implica nessuna esitazione, fino alla discesa verso la morte. La ribellione di Antigone al potere sovrano invoca l’urgenza di rompere il ciclo infinito della vendetta e della guerra. Antigone ci interroga sulla violenza, sui muri, sulla guerra e sul prendere voce contro di essa.
Lo spettacolo “Cantica Antigonae. Lamento per il corpo del nemico” nasce da oltre due anni di preparazione, condotti da Astragali attraverso diverse residenze internazionali e spettacoli site-specific in beni naturalistici, ed ora giunge a questa nuova edizione che ha debuttato la scorsa estate e viene presentata per la prima volta in uno spazio teatrale, nella storica sede di Astragali a Lecce. Lo spettacolo si interroga su questioni tragicamente attuali, in un contesto globale devastato dalle guerre, prendendo come punto di partenza l’interpretazione di Antigone della filosofa e scrittrice spagnola Maria Zambrano, con principale riferimento al suo testo ‘La tomba di Antigone’. Antigone si ritrova sepolta viva nella torre nella quale è stata rinchiusa da Creonte, e qui, in questa condizione di soglia, le tante figure della sua vita vanno a trovarla, per una nuova nascita, come una piccola comunità che chiede e domanda cosa poter fare per cambiare il corso degli eventi. Vanno da colei che sa vivere e agire la pietas, che esercita amore e conoscenza. Antigone “continua a delirare, speranzosa giustizia senza vendetta”, la sua è una storia macchiata di sangue, come tutta la Storia, che è fatta di sangue, eppure Antigone appare come figura aurorale, enigmatica, che, tra luce e ombra, invoca l’amore come unico destino possibile per l’umanità.
Consigliata la prenotazione: whatsapp 3892105991 – teatro@astragali.org – www.astragali.it