L’anima in scena: trent’anni di Teatro e Musica a Scorrano
Una serata di memoria, arte e comunità
di Davide Tommasi
Scorrano – Nella suggestiva cornice della Sala Scuola “De Lorentis”, la comunità di Scorrano ha vissuto una serata di grande intensità emotiva: l’Associazione “Teatro e Musica” ha festeggiato i suoi trent’anni di attività con un evento che ha saputo intrecciare memoria, arte e solidarietà in un unico, vibrante racconto collettivo.
Il pubblico, numeroso e partecipe, ha riempito la sala con un calore che andava ben oltre l’applauso. Presenti anche il sindaco Mario Pendinelli, gli assessori Urso,Mariano, De Fabrizio, Blandolino insieme a diversi consiglieri comunali, a testimonianza di una presenza istituzionale autenticamente vicina alla vita culturale del paese.
A condurre la serata è stata Laura Sperti , voce narrante che con eleganza e sensibilità ha guidato il pubblico in un viaggio lungo tre decenni di esperienze teatrali, tra racconti, aneddoti e riflessioni condivise.
Tra palco e memoria: il teatro come radice del territorio
Sul palco si sono alternati commedie, sketch e un monologo dal titolo evocativo “Il frutto della fica”, che con ironia e poesia ha reso omaggio al linguaggio e alle radici popolari del territorio.
Sul fondo, una proiezione di immagini ha ripercorso i momenti salienti della lunga storia dell’associazione: dagli spettacoli d’esordio fino alle produzioni più recenti, restituendo il senso profondo di una comunità che si racconta attraverso la scena.
Il presidente e fondatore Corrado Musio ha voluto condividere con il pubblico un momento di memoria e di consapevolezza:
“Tutto è nato quasi per caso, da un piccolo diverbio, da un’esigenza di esprimersi. Poi il teatro è diventato la nostra casa comune, un modo per raccontarci e restare insieme.”
Il significato di un’eredità collettiva
Quelle parole, pronunciate con voce ferma e sguardo emozionato, racchiudono l’anima di un percorso che da trent’anni unisce persone, generazioni e sogni.
Il “piccolo diverbio” che diede origine al gruppo non è solo un aneddoto: è la scintilla simbolica da cui è nato un cammino di libertà creativa.
Perché il teatro, come ricorda Musio, è prima di tutto un luogo di ascolto reciproco, dove anche il conflitto può trasformarsi in dialogo, e dove la diversità diventa linfa vitale.
Nelle sue parole si avverte una visione alta e civile dell’arte: il teatro come “casa comune” non è solo metafora, ma progetto di convivenza, esercizio quotidiano di comunità.
Musio parla del teatro come gesto di responsabilità, come “atto d’amore verso la propria terra”, un modo per dare voce a chi non ce l’ha, per restituire dignità e bellezza alla vita ordinaria.
La sua riflessione diventa così manifesto etico e poetico di una cultura che non cerca palcoscenici illustri, ma luoghi vivi, autentici, abitati da persone vere.
La cultura come impegno civile e sguardo al futuro
L’assessora alla cultura Annalisa Mariano ha espresso profonda gratitudine verso l’associazione, sottolineando il valore educativo e identitario del teatro:
“Il teatro e la musica sono strumenti di crescita e identità. Ci auguriamo che le nuove attività possano portare un sapore diverso, frutto dell’esperienza e dell’entusiasmo che questa comunità sa trasmettere.”
L’assessore ha poi illustrato le linee guida del programma culturale 2025–2026, che prevede nuove collaborazioni con le realtà associative del territorio. Un impegno che conferma come Scorrano voglia continuare a essere laboratorio di partecipazione e cittadinanza attiva.
A dare ritmo alla serata, interventi musicali e un laboratorio di tamburello, che hanno evocato le sonorità antiche del Salento, restituendo al pubblico la vitalità di una tradizione che continua a rinnovarsi.
Il valore della memoria e il dono della solidarietà
Momento di grande emozione è stato l’omaggio a Maria Domenica Leone, figura amatissima dell’associazione, cui è stata dedicata una targa alla memoria.
Un riconoscimento è stato consegnato anche a chi, negli anni, ha accompagnato con passione e dedizione il cammino del gruppo, in segno di gratitudine per un impegno costante e discreto.
Nel segno della solidarietà, Corrado Musio ha annunciato che la quota associativa dei nuovi soci iscritti nella serata del 26 ottobre 2025 sarà donata alla famiglia di Gaza ospite a Scorrano.
Un gesto semplice ma carico di significato: trasformare una festa locale in azione di fraternità universale.
Come ha ricordato lo stesso Musio, “il teatro non può restare chiuso su sé stesso: deve saper tendere la mano, deve diventare gesto di cura”.
Il gran finale: l’ironia che unisce
Lo sketch conclusivo “Litanie” ha portato in scena leggerezza, ironia e un sorriso collettivo, chiudendo la serata con l’energia positiva che solo il teatro di comunità sa generare.
Nel suo intervento finale, il sindaco Mario Pendinelli ha ringraziato l’associazione per la sua lunga storia di impegno, ricordando anche l’inaugurazione della sede e l’importanza di mantenere vivo il legame tra istituzioni e realtà associative:
“Quando si ha la responsabilità di governare una città – ha detto – si comprende quanto sia prezioso il contributo di chi, attraverso l’arte, dà vita e calore alla cultura scorranese.”
Il teatro di comunità come atto politico dell’anima
Il trentennale dell’Associazione “Teatro e Musica” non è solo una ricorrenza artistica: è un atto politico dell’anima, nel senso più alto del termine.
Perché costruire teatro in un piccolo centro, lontano dai riflettori delle grandi città, significa resistere alla dispersione culturale, difendere la lentezza, la parola, la memoria condivisa.
Il gruppo di Scorrano dimostra che il teatro, quando nasce dal basso, diventa forma di democrazia, palestra di ascolto e di umanità.
È una scuola civile in cui si impara non a recitare, ma a stare insieme.
In un’epoca in cui la velocità e la superficialità rischiano di svuotare il senso dell’esperienza, il teatro di comunità resta uno spazio di verità:
un luogo dove il silenzio pesa quanto la parola, dove la risata è un gesto di liberazione, e dove ogni storia, anche la più piccola, può diventare universale.
Scorrano, con i suoi trent’anni di “Teatro e Musica”, ce lo ricorda con forza:
la cultura non è un lusso, ma una necessità.
E quando diventa casa, come dice Corrado Musio, allora è davvero la forma più alta di appartenenza e speranza.