Morto Silvio Berlusconi

Morto Silvio Berlusconi

Il fratello Paolo e i figli Eleonora, Barbara, Marina e Pier Silvio sono all’ospedale San Raffaele dove Silvio Berlusconi, leader di FI ed ex premier, è morto stamani.

L’ex premier era entrato nella struttura venerdì scorso per essere sottoposto ad “accertamenti programmati” legati alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffre da tempo.

 

 

 

 

Fondatore di Mediaset, quattro volte presidente del Consiglio, Berlusconi è stato per più di un quarto di secolo una figura centrale e controversa della politica italiana

Il leader di Forza Italia, affetto da leucemia mielomonocitica cronica, era stato ricoverato lo scorso 9 giugno all’ospedale San Raffaele di Milano dopo che era stato dimesso il 19 maggio scorso, dopo 45 giorni di ricovero.

Fondatore del gruppo televisivo Mediaset e di Forza Italia, è stato per oltre 25 anni una figura centrale e controversa della politica italiana ed europea.

Berlusconi è nato a Milano il 29 settembre del 1936, figlio di Luigi Berlusconi, impiegato e poi dirigente della Banca Rasini, un piccolo istituto di credito di Milano, e di Rosa Bossi. Berlusconi ha una sorella, Maria Antonietta, e un fratello, Paolo.

Cresciuto nel quartiere milanese di Isola, si è diplomato in un istituto religioso e ha ottenuto la laurea in giurisprudenza all’Università degli studi di Milano. Dopo aver svolto una variegata serie di lavori – cantante di piano bar, animatore sulle navi da crociera, venditore porta a porta e agente immobiliare – nei primi anni Sessanta Berlusconi diventa un imprenditore delle costruzioni, anche grazie a un finanziamento della Banca Rasini nella quale lavorava il padre.

Sono gli anni del boom economico e Berlusconi ottiene numerosi successi. Nel 1977, il presidente della Repubblica Giovanni Leone lo nomina Cavaliere del lavoro per la sua attività edilizia. Il giornalista Gianni Brera, anni dopo, trasformerà “il cavaliere” nel suo soprannome più utilizzato.

Il suo più grande progetto in quegli anni è la costruzione di Milano 2, un quartiere residenziale nella periferia nord orientale di Milano, progettato in base a criteri moderni, con piste ciclabili e spazi verdi.

All’interno di Milano 2 opera Telemilanocavo, un canale di servizio che trasmette film, programmi di informazione e di servizio per gli abitanti del complesso. Nel 1976, Berlusconi acquista il piccolo network e inizia a costruire quello che diventerà in pochi anni il più grande gruppo mediatico privato in Italia, controllato tramite la finanziaria Fininvest, fondata nel 1978.

L’impero di Berlusconi comprende quotidiani, riviste, case editrici, squadre di calcio, quote di banche e assicurazioni, ma il cuore del suo successo sono le televisioni del gruppo Mediaset che Berlusconi forma tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, aggiungendo a Telemilano, ribattezzata Canale 5, anche Rete Quattro e Italia Uno.

Il successo arriva anche grazie all’appoggio della politica. Con l’aiuto del suo alleato Bettino Craxi, allora segretario del Partito socialista italiano, Berlusconi riesce a rompere il monopolio della televisione pubblica Rai e a ottenere condizioni legislative favorevoli per le sue reti. La più importante di queste leggi, la controversa legge Mammì, porta a una serie di dimissioni di ministri nell’allora governo, tra cui quella del ministro dell’Istruzione, l’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Negli anni Ottanta e Novanta, le televisioni di Berlusconi ottengono un enorme successo di pubblico. Mentre la Rai appare sempre più rigida e anacronistica, Berlusconi recluta i conduttori più popolari, trasmette telefilm americani e strizza l’occhio al pubblico maschile con programmi scollacciati e ammiccanti. Il successo è tale che Berlusconi apre reti televisive in Francia, Germania e Spagna (solo la spagnola Telecinco sopravvive ancora oggi). Gli effetti della rivoluzione televisiva berlusconiana sulla cultura di massa italiana sono tutt’ora discussi da sociologi ed esperti di mass media.

In tutto, Berlusconi è stato sottoposto a dozzine di procedimenti giudiziari, legati alla sua attività imprenditoriale, a quella politica e alla sua vita privata. I suoi problemi con la legge sono stati un tema centrale della sua attività politica. La gran parte dei procedimenti si sono conclusi con assoluzioni e prescrizioni, ma nel 2013 è stato condannato in via definitiva per evasione fiscale. Berlusconi ha dovuto effettuare lavori socialmente utili e la sentenza ha portato alla sua decadenza da senatore.

Con la crisi politica dell’inizio degli anni Novanta, causata dalla caduta dell’Unione sovietica e dalle inchieste della magistratura, Berlusconi vede venire meno i suoi referenti politici. Bettino Craxi lascia l’Italia e si rifugia in Tunisia per sfuggire all’arresto. Di fronte al rischio che ad approfittare del vuoto di potere siano gli eredi del Partito Comunista, Berlusconi decide di entrare in politica.

Tra la fine del 1993 e l’inizio del 1994, crea Forza Italia, un partito personale i cui quadri sono formati da manager delle sue società, da giornalisti, intellettuali liberali e conservatori ed ex politici provenienti dai partiti a lui più vicini. Alle elezioni del 1994 si presenta alleato con la Lega Nord, il movimento autonomista e anti partiti guidato da Umberto Bossi, e con Alleanza Nazionale, l’erede del partito neofascista Movimento sociale italiano.

Ottiene una sorprendente vittoria, ma la sua prima esperienza di governo dura poco. Berlusconi viene coinvolto in inchieste giudiziarie per i suoi trascorsi da imprenditore e vengono alla luce alcuni suoi sospetti collegamenti con la criminalità organizzata. A dicembre la Lega fa venire meno il suo appoggio e il governo cade.

Berlusconi torna al governo sette anni dopo, quando alle elezioni del 2001 la sua alleanza raccoglie quasi il 50 per cento dei voti, cinque milioni più della coalizione di centrosinistra. Inizia così il più lungo governo della storia dell’Italia repubblicana (il governo cadrà dopo quattro anni, ma solo per essere sostituito da un terzo governo Berlusconi che porterà a termine la legislatura).

Politicamente, Berlusconi si presenta come un conservatore liberale nel solco di Ronald Reagan e Margaret Thatcher, ma il suo stile e il suo linguaggio sono spesso populisti, mentre il suo modo di gestire i media e le questioni internazionali gli procurano numerosi critici in Italia e all’estero. Negli ultimi anni è diventata sempre più problematica la sua stretta amicizia con il presidente russo Vladimir Putin.

In quegli anni, l’Italia si trova in un momento di stagnazione economica e Berlusconi fatica a mettere in atto il suo programma di “rivoluzione liberale”. Riesce ad abolire o ridurre una serie di imposte che colpiscono le classi medio alte e porta avanti le riforme di flessibilizzazione del lavoro avviate dal centrosinistra, che colpiscono soprattutto i nuovi lavoratori. Ma questi interventi non riescono a rivitalizzare l’economia italiana.

Berlusconi nel frattempo viene continuamente accusato di approvare leggi per tutelarsi dai processi sempre più numerosi nei suoi confronti e di monopolizzare l’informazione televisiva (in quanto capo di governo, Berlusconi le tre della televisione di stato oltre ai tre canali di sua proprietà).

Nel 2006, Berlusconi perde per un soffio le elezioni, ma tornerà al potere due anni dopo, in seguito alla caduta dell’instabile coalizione di centrosinistra. Con l’arrivo della crisi finanziaria, la stagnazione degli anni Duemila si trasforma in una grave recessione. Berlusconi non riesce a imporre ai suoi alleati le riforme chieste dall’Unione europea, la situazione del debito pubblico italiano diviene sempre più preoccupante e nell’inverno del 2011 la Lega fa di nuovo mancare i numeri in parlamento. Berlusconi si dimette per l’ultima volta e viene sostituito da un governo tecnico.

Negli ultimi dieci anni della sua carriera politica, Berlusconi gestisce la lenta decadenza del suo partito. Anche se non otterrà più la rilevanza che aveva in passato, Berlusconi è rimasto fino alla morte una figura centrale della politica italiana. Berlusconi passerà definitivamente il testimone di leader del centrodestra soltanto dopo le elezioni del 2018, quando la Lega guidata da Matteo Salvini riesce per la prima volta a superare Forza Italia.

Ma grazie al suo carisma, alle sue risorse economiche e al controllo che esercita sul suo partito e su media e televisioni, il centrodestra continuerà a considerarlo un padre nobile dalla cui benevolenza gli aspiranti leader devono per forza passare.

Casini: se ne va un’epoca della storia italiana

“Con la scomparsa del Presidente Berlusconi se ne va un’epoca della storia italiana e delle nostre vite. Nella mia mente si affollano un’infinita’ di ricordi: alcuni belli e anche divertenti che hanno segnato la nostra amicizia, altri più amari, com’è inevitabile nelle cose di questo mondo. Silvio è stato un grande della vita italiana e penso che, a questo punto, dovrebbero riconoscerlo anche i suoi oppositori: il che non significa condivisione, ma rispetto”. Lo afferma il senatore Pier Ferdinando Casini.

La Russa: Senato disponibile per la camera ardente

“Ho fatto sapere alla famiglia e alla figlia Barbara che, se lo ritenessero, il Senato è disponibile ad allestire la camera ardente – dice il presidente del Senato Ignazio La Russa -. Il Senato sarebbe orgoglioso di poter dare l’estremo saluto a un uomo che ha segnato la vita del Paese. Simbolicamente, credo sia qualcosa che abbia un significato, ma la decisione è chiaramente della famiglia. Io posso solo dare la disponibilità del Senato”.

Rinviata la direzione del Pd in segno di rispetto

Il Partito democratico rende noto che “in segno di rispetto per la scomparsa di Silvio Berlusconi il Pd ha deciso di rinviare la Direzione prevista per oggi”.

Santanché: “Rimarrai sempre con noi, buon viaggio”

“Rimarrai sempre con noi, buon viaggio Presidente”. E’ il commosso saluto del ministro Daniela Santanché sui social. Il messaggio è corredato con una foto in cui i due sono insieme.

Zaia: “Ciao Presidente, abbraccio chi ti ha voluto bene”

“Ciao Presidente, un abbraccio a tutta la famiglia, gli amici, a coloro che gli hanno voluto bene”. Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Veneto Luca Zaia.

Lorenzo Fontana: “Profondo dolore, protagonista assoluto”

“Con profondo dolore ho appreso la notizia della scomparsa di Silvio Berlusconi, un protagonista assoluto della storia economica, industriale e politica italiana, europea e internazionale – dichiara il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana -. Ai suoi familiari, ai suoi cari, al partito di Forza Italia e a coloro che lo hanno sempre considerato un punto di riferimento esprimo i sentimenti del più profondo cordoglio”.

E. Letta: ha fatto la storia del nostro Paese

Berlusconi ha fatto la storia del nostro Paese. La sua scomparsa segna uno di quei momenti in cui tutti, che siano stati vicini o lontani dalle sue scelte, si sentono coinvolti. Affetto e vicinanza ai suoi familiari e ai suoi amici. E a tutta la comunita’ politica di Forza Italia”. Lo scrive su Twitter l’ex premier Enrico Letta.

Sala: Milano lo piange, cordoglio e rispetto

“Milano piange Silvio Berlusconi – scrive su Twitter il sindaco Beppe Sala -. Su di lui ogni italiano ha un’opinione, maturata nei lunghi anni della sua centralità imprenditoriale, sportiva e politica. Ma questo è il momento del cordoglio e del rispetto. Di certo dobbiamo dargli atto di aver molto amato Milano”.