Inaugurate a Monteroni due stele che ricordano gli Infoibati e gli Internati nei Lager nazisti Primo caso in Italia
Non esistono morti di serie A o di serie B
Monteroni di Lecce-21 marzo 2025 “Non esistono morti di serie A o di serie B, né guerre più giuste di altre: ogni vita spezzata è una ferita per l’umanità intera”. Lo ha detto affermato stamattina il sindaco di Monteroni di Lecce, Mariolina Pizzuto, durante la cerimonia con cui l’Amministrazione comunale ha ha dato vita, primo in Italia, di due monumenti nell’area mercatale, una in onore delle vittime delle foibe e l’altra in onore degli internati nei campi di concentramento nazisti.
Presenti numerose associazioni d’arma d’ ITALIA tra cui spicca nelle tante una delegazione del Comitato Provinciale ANVGD di Lecce guidata dal Presidente Mario Biagio Portaccio.
La cerimonia, emozionante e curatissima è stata organizzata e coordinata dalla stessa Amministrazione comunale, Assessorato alla cultura, capitanato dalla dott.ssa Ramona Visconti, in collaborazione con l’Associazione Arma Aeronautica – Aviatori d’Italia – ETS sezione di Monteroni e con il concorso del comandante della Scuola di Cavalleria, generale di brigata Matteo Rizzitelli e il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Donato D’Amato, presenti assieme ai Comandanti provinciali della Guardia di Finanza, del Comando della Capitaneria di Porto di Gallipoli della stazione navale di Brindisi, del Comando 61° Stormo e direttore 10° RMV Aeronautica Militare, del Comando della Stazione Arma dei Carabinieri di Monteroni di Lecce e della Questura di Lecce.
Presente all’evento il prefetto di Lecce, Natalino Domenico Manno, il quale si è congratulato con il Sindaco per tutte le iniziative svolte, e i consiglieri regionali Erio Congedo e Antonio Trevisi.
Dimostrazione di studio, ricerca e una grande preparazione le alunne e gli alunni degli Istituti Primo e Secondo Polo di Monteroni di Lecce, diretti dai dirigenti, Loredana Signore e Graziano De Palma. Seguiti dalle loro insegnanti, hanno RECITATO alcuni brani di libri di Primo Levi e Liliana Segre per invitare a pensare sugli orrori dell’odio quello razziale e la deportazione nei campi di concentramento ed eseguendo anche l’Inno alla Gioia, l’Inno ufficiale dell’Europa Unita a conclusione della cerimonia sotto la direzione del maestro Antonio Martino.
“Viviamo in tempi in cui purtroppo il concetto di Pace sembra vacillare sotto il peso di nuovi conflitti e tensioni internazionali. E proprio per questo abbiamo il dovere di rinnovare il nostro impegno nella difesa dei valori di giustizia, libertà e convivenza civile”, ribadisce il sindaco Mariolina Pizzuto.
Sono 131 gli internati originari di Monteroni e due i carabinieri infoibati. I loro nomi compaiono rispettivamente sulle due stele di marmo, che si trovano l’una in via Del Mare, all’interno del parco intitolato all’Internato Militare “Antonio Quarta” e l’altra nelle vicinanze della Polizia Locale, alle spalle della casa dello studente, nella stessa area mercatale. Giunti da ogni dove dell’ Italia i parenti degli Internati Militari le cui storie sono state riportate alla luce dal meticoloso e preciso lavoro di Salvatore Quarta figlio a sua volta dell’Internato Antonio.
Tra il pubblico c’era il figlio di Antonio Luigi Giuseppe Madaro che era nato a Monteroni, il 13 giugno 1924, in via Spacciante, e che, divenuto artigliere, venne fatto prigioniero e quindi deportato nel campo di Luckenwalde, a 40 chilometri da Berlino. “Ho pochissimi ricordi di mio padre, che morì quando io avevo solo cinque anni”, dice il figlio, arrivato da Matera con la moglie proprio per assistere alla cerimonia. Di lui ho ritrovato solo una croce, la croce militare che teneva tra le sue poche cose in un cassetto. Oggi, a fatica e con l’aiuto del luogotenente Salvatore Quarta, ne stiamo ricostruendo la storia. Vogliamo sapere se ci sono ancora nostri parenti a Monteroni e sapere qual è via Spacciante la via in cui lui nacque”.
I nomi degli Infoibati e degli Internati sono stati letti uno a uno durante la cerimonia e oggi sono scolpiti per sempre nelle stele di marmo. C’è scritto nella Motivazione con cui è stata conferita (il 19 novembre 1997) la Medaglia d’Oro al Valor militare alla Memoria dell’Internato Ignoto: “Il loro nome si è dissolto, ma il valore ancora oggi è esempio di redenzione per l’Italia”.