26 ottobre, I Civici Cori – Messa a 4 voci con orchestra di Giacomo Puccini – Convergenze sonore, musica vocale lirica antica classica contemporanea e jazz – Civica Scuola di Musica Claudio Abbado
Sabato 26 ottobre I Civici Cori della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado, nel centenario della morte, omaggiano per la rassegna Convergenze Giacomo Puccini con l’esecuzione della Messa a 4 voci, primo lavoro di ampio respiro del Maestro, composto per l’esame di diploma all’Istituto Musicale “Pacini” di Lucca, dove nel 1880 venne eseguito per la prima volta. Puccini non pubblicò mai il manoscritto completo della Messa e, sebbene fosse stata ben accolta, non fu più eseguita fino al 1952 (prima a Chicago e poi a Napoli). Gli appassionati d’opera riconosceranno facilmente lo stile di Puccini, già consapevole delle scelte operistiche e ricco di intuizioni coloristiche.
L’ultimo appuntamento del ciclo Convergenze sonore è fissato il 30 ottobre alla Certosa di Garegnano: protagonista è questa volta la musica antica.
Il giorno 12 luglio 1880, festa di San Paolino, patrono di Lucca, durante la solenne celebrazione in onore del Santo viene eseguita la Messa a 4 voci con orchestra del giovane Giacomo Puccini.
Ha solo 22 anni ma, con questa considerevole composizione Puccini dimostra di avere già maturato idee chiare riguardo al rapporto testo-musica e all’arte dell’orchestrazione.
La Messa rappresenta inoltre la composizione di diploma del ciclo scolastico di Giacomo presso l’Istituto musicale “G. Pacini” di Lucca.
Le cinque parti dell’Ordinario, Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei – il Credo, in realtà, è composto due anni prima e già eseguito pubblicamente- formano l’insieme della Messa, come è normale, essendo però tra loro indipendenti, dal punto di vista tematico. Li accomuna lo stile, caratterizzato dalla chiara intenzione di valorizzare la parola, amplificando il sentimento che rappresenta attraverso la musica. Non si tratta di far coincidere il ritmo verbale con quello musicale, ma di far sì che la musica serva a “suscitare” efficacemente i sentimenti – penitenziale, laudativo, dottrinale, adorante- contemplati dal testo. In quest’ottica Puccini, nonostante la giovane età, dimostra di non voler relegare la composizione sacra nella consuetudine dello stile antico “da chiesa”, pur avvalendosene qua e là (vedi la complessa Fuga conclusiva del Gloria), bensì di evidenziare l’aspetto rappresentativo – teatrale, quindi moderno, che troverà poi nel teatro musicale, sua vocazione e più grande manifestazione.
Con questa precisa intenzione non seguirà la professione di maestro di cappella e organista, tradizione consolidata per i suoi antenati e alla quale sembrava, in un primo momento, naturalmente destinato.
Giacomo continuerà i suoi studi a Milano presso il Conservatorio “G. Verdi” sotto la guida di Antonio Bazzini e Amilcare Ponchielli, per diventare un compositore d’opera, avendo come riferimento il linguaggio musicale di Richard Wagner, che fu per lui una vera folgorazione. La Messa rimarrà un “buon ricordo” per l’Autore anche più tardi, tant’è che ne userà alcune parti in opere liriche successivamente composte. Il Kyrie apparirà nell’Edgar (composto fra l’85 e l’89) come brano organistico e l’Agnus Dei nel secondo atto di Manon Lescaut (composta negli anni ’89 e ’92) con la denominazione di “madrigale”. Il merito fu di un sacerdote italo-americano, Dante Del Fiorentino, che conobbe Puccini quando esercitò come cappellano a Torre del Lago.
Oggi, spesso, la composizione viene presentata come Messa di Gloria, probabilmente per sottolineare la notevole dimensione, in lunghezza, proprio del Gloria e nell’ampiezza dell’orchestra sinfonica.
La denominazione autografa si limita a Messa a 4 voci con orchestra. Due soli, tenore e baritono/basso, e il coro a quattro voci completano l’organico.
Mario Valsecchi, La II edizione della rassegna Convergenze Sonore, curata dalla Civica Scuola di Musica Claudio Abbado – Fondazione Milano,