La proposta di legge sullo psicologo di base, approvata oggi in III Commissione, rappresenta un tassello fondamentale che andrà a rafforzare un sistema sanitario che sconta, nel nostro Paese, la fortissima marginalità nel supporto alla salute mentale, la mancanza di integrazione tra tutte le offerte di assistenza che si svolgono sul territorio e che proprio per questo necessita di essere rafforzato.
I numeri parlano chiaro: gli anni della pandemia hanno acuito e fatto emergere in maniera esponenziale i disagi, a tutte le età e a tutti i livelli sociali. Ciò deve averci insegnato quanto sia importante investire nella sanità per poter offrire ai cittadini un primo livello di servizi di cure gratuite e accessibili a tutti, indistintamente. In quest’ottica, l’offerta pubblica del supporto psicologico, ha il duplice obiettivo di recepire e intercettare bisogni che spesso rimangono inascoltati e ridurre le disuguaglianze poiché troppo spesso ad averne più bisogno sono coloro che non possono permettersi di rivolgersi al privato.
La parola d’ordine deve essere “integrazione”. Non si può trattare in maniera differente la malattia organica da quella psicologica ed è per questo che occorre una visione integrata della salute e, di conseguenza, una presa in carico integrata.
Oggi, con l’unanimità raggiunta in Commissione, abbiamo lanciato un segnale ben preciso: il benessere psicologico è un diritto e nostro compito è lavorare per rispondere a un bisogno che per troppo tempo è rimasto marginale.