Anche a Lecce, l’adesione allo sciopero promosso da Cgil e Uil per chiedere migliori politiche e interventi in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, una giusta riforma fiscale e un nuovo modello sociale di impresa è stata significativa.
Lo sciopero ha coinvolto diversi settori privati, con 4 ore di astensione per Metalmeccanici, Trasporti, Acqua, Luce e Gas, Poste e Telecomunicazioni, Sanità privata, e 8 ore per il comparto dell’edilizia.
Durante la mattinata di ieri, presidi e manifestazioni sono stati organizzati in tutti i capoluoghi, incluso Lecce, dove numerosi lavoratori e lavoratrici si sono ritrovati davanti al palazzo della Prefettura, in viale XXV Luglio, per far sentire la loro voce con bandiere e striscioni che chiedevano “Zero morti sul lavoro”. Rappresentanti sindacali sono stati ricevuti in prefettura dove hanno consegnato un documento con le motivazioni della mobilitazione.
“I lavoratori e le lavoratrici sono scesi con noi in piazza per rivendicare innanzitutto il diritto a un lavoro sicuro, per dire basta alle stragi sul lavoro,” ha dichiarato la Segretaria generale della Cgil di Lecce, Valentina Fragassi, insieme al Coordinatore territoriale della Uil di Lecce, Mauro Fioretti. “Vogliamo azzerare le morti sul lavoro, che sono anche figlie della precarietà e dell’incertezza, è una strage che va fermata con ogni mezzo,” hanno aggiunto.
Le istanze dei sindacati puntano anche a una nuova e più giusta riforma fiscale, che combatta l’evasione invece di introdurre nuove sanatorie, tassi gli extraprofitti delle grandi aziende e riduca la pressione fiscale sui pensionati. È necessario rimettere al centro delle politiche del governo e delle imprese il valore del lavoro, a partire dal rinnovo dei contratti nazionali e da una legge sulla rappresentanza. Inoltre, è importante la centralità della salute della persona, la qualità di un’occupazione stabile e non precaria, una seria riforma delle pensioni, il rilancio degli investimenti pubblici e privati per riconvertire e innovare il sistema produttivo, puntando alla piena e buona occupazione a partire dal Mezzogiorno.