L’ambasciatore israeliano all’Onu

L’ambasciatore israeliano all’Onu

Sì al piano di Trump, ma serve il consenso dei palestinesi

Il presidente Usa: la mia proposta piace a tutti. Ma tanti i no

L’ambasciatore israeliano all’Onu, Danny Danon, sostiene il piano del presidente americano Donald Trump per la Striscia di Gaza, ma ritiene che i palestinesi non dovrebbero essere costretti ad andarsene senza il loro “consenso”.

“Penso che siamo tutti d’accordo che dovrebbe essere richiesto il consenso delle persone a lasciare il luogo in cui vivono e il consenso degli altri paesi a riceverle”, ha detto Danon alla Cnn.

“Il mio piano per Gaza piace a tutti”.

Lo ha detto Donald Trump alla Casa Bianca. Il presidente americano ha insistito sul fatto che “tutti amano” la sua proposta che gli Stati Uniti prendano il controllo della Striscia di Gaza, nonostante un clamoroso rifiuto da parte di palestinesi, leader del Medio Oriente e dei governi di tutto il mondo. “Piace a tutti”, ha detto Trump ai giornalisti nello Studio Ovale durante il giuramento della nuova Attorney General Pam Bondi.

“Gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza”. Dopo l’incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu nello Studio Ovale, Donald Trump compie un passo ben oltre la seconda fase della tregua e annuncia un piano per la Striscia che prevede la gestione del territorio da parte di Washington a “lungo termine”, con la possibilità che i palestinesi sfollati oggi non tornino mai più nella loro terra “simbolo di morte e distruzione da decenni”.

L’amico Bibi ha ringraziato il presidente americano definendolo “il migliore amico” di Israele, riconoscendogli di essere stato determinante nel raggiungimento della tregua a Gaza e sostenendo che il suo piano per la Striscia “cambierà la storia”.

L’incontro tra Trump e Netanyahu, il primo con un leader straniero nel secondo mandato del commander-in-chief, aveva l’obiettivo di fare il punto sulla fase due del cessate-il-fuoco in vista di una definitiva cessazione delle ostilità ma The Donald ha delineato uno scenario più a lungo termine.

“I legami tra Usa e Israele sono indistruttibili”. Lo ha detto Donald Trump in una conferenza stampa con Benjamin Netanyahu sottolineando che negli ultimi due anni “i rapporti sono stati messi a dura prova”. “Ma con me e te saranno più forti che mai”, ha aggiunto.

“Gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza, un controllo a lungo termine che porterà stabilità al Medio Oriente, Gaza sarà la rivière del Medio Oriente” ha detto Trump ribadendo che “i palestinesi devono lasciare Gaza e vivere in altri Paesi in pace, Gaza è un simbolo di morte e distruzione per decenni, i palestinesi vogliono tornarci perché non hanno alternative”.

“Dall’attacco del 7 ottobre stiamo combattendo i nostri nemici e cambiando il volto del Medio Oriente. Abbiamo devastato Hamas, abbiamo decimato Hezbollah” ha poi dichiarato il premier israeliano Benjamin Netanyhau. “Israele non è mai stato così forte ma per assicurare il nostro futuro dobbiamo finire il lavoro”, ha concluso, precisando “Israele finirà la guerra vincendola. La vittoria di Israele sarà la vittoria dell’America”. Infine Netanyahu ha detto: “La pace tra Israele e Arabia Saudita non solo è fattibile, ma ci sarà”.

   “Le dichiarazioni di Trump sul suo desiderio di controllare Gaza sono ridicole e assurde, e qualsiasi idea di questo tipo può infiammare la regione”. Lo ha dichiarato all’agenzia Reuters Sami Abu Zuhri, funzionario di Hamas. Hamas ha così risposto alle dichiarazioni di Trump di volere che gli Stati Uniti “prendano il controllo” di Gaza per ricostruirla dopo che è stata distrutta negli ultimi 15 mesi di guerra.

   Un piano “razzista”, volto a “sradicare la causa palestinese”: Hamas ha definito così oggi il piano del presidente statunitense Donald Trump su Gaza.

   Hamas ha condannato la proposta del presidente degli Stati Uniti di “prendere il controllo” di Gaza, affermando che alimenterà le fiamme della violenza in Medio Oriente. In una dichiarazione, il gruppo palestinese ha affermato che la proposta “che mira all’occupazione della Striscia di Gaza da parte degli Stati Uniti” è “aggressiva nei confronti del nostro popolo e della nostra causa, non servirà alla stabilità nella regione e getterà solo benzina sul fuoco”.

   Il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) respinge “fermamente” il piano di Donald Trump di occupare la Striscia di Gaza e le sue ripetute richieste di trasferimento forzato dei palestinesi che vi abitano. “Il presidente Mahmoud Abbas e la leadership palestinese respingono fermamente gli appelli a impadronirsi della Striscia di Gaza e a trasferire i palestinesi dalla loro patria”, si legge in un comunicato ufficiale. “In risposta agli appelli americani per lo spostamento” dei palestinesi da Gaza, ‘non permetteremo che i diritti del nostro popolo vengano calpestati’, ha dichiarato Abbas.

   Non ci sarà alcuna “normalizzazione” delle relazioni con Israele senza la creazione di uno stato palestinese indipendente. Così l’Arabia Saudita – attraverso il proprio ministro degli esteri – ha replicato alle affermazioni del presidente Usa Donald Trump durante la conferenza stampa con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Il ministro ha ribadito che la posizione del regno rimane “ferma e incrollabile”. “L’Arabia Saudita continuerà i suoi incessanti sforzi per creare uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme Est come capitale, e non stabilirà relazioni diplomatiche con Israele senza di ciò”, ha dichiarato su X.

Anche il re di Giordania, Abdallah II, ha respinto “qualsiasi tentativo” di prendere il controllo dei territori palestinesi e di sfollare la sua popolazione, in riferimento alla proposta lanciata da Donald Trump su Gaza. Il sovrano giordano, incontrando il presidente palestinese Abu Mazen, ha sollecitato sforzi “per fermare le attività di insediamento e respingere qualsiasi tentativo di annettere terre e sfollare i palestinesi a Gaza e in Cisgiordania, sottolineando la necessità che i palestinesi si stabiliscano sulla loro terra”, si legge in una nota. La Giordania accoglie già circa due milioni di rifugiati palestinesi.

   Nel prossimo mese di giugno si svolgerà una conferenza internazionale sul Medio Oriente a New York. Lo ha detto alla Tass l’ambasciatore palestinese a Mosca, Abdel Hafez Nofal. “In generale, è necessario fare qualcosa non solo per fermare la guerra, ma per fermare la guerra in generale. Ciò dovrebbe avvenire sulla base di un accordo su due Stati. E molti paesi sono favorevoli a questo problema, compresa la Russia” ha aggiunto il diplomatico.

Coloni israeliani, ‘attuare subito il piano di Trump a Gaza’

I leader dei coloni israeliani reagiscono con entusiasmo alla proposta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di reinsediare la popolazione palestinese di Gaza in altri Paesi, chiedendo al governo israeliano di attuare immediatamente il piano e poi iniziare a costruire insediamenti ebraici nel territorio. Lo scrive il Times of Israel. Israel Ganz, capo dell’organizzazione ombrello dei coloni Yesha Council, elogia l’idea di Trump, affermando che equivale a “dichiarare la fine del sogno palestinese di distruggere Israele attraverso Gaza o di stabilire uno Stato palestinese nel cuore della terra di Israele”. Ganz, che è anche a capo del Consiglio Regionale di Mateh Binyamin – un’autorità municipale che governa diverse dozzine di insediamenti in Cisgiordania e avamposti illegali -, aggiunge che il governo israeliano dovrebbe “adottare la visione di Trump oggi e tradurla in azione”, il che, secondo lui, dovrebbe includere anche “l’applicazione della sovranità su Giudea e Samaria”, intendendo l’annessione della Cisgiordania. L’organizzazione degli insediamenti Nachala, che ha promosso e fatto pressioni per il ripristino degli insediamenti ebraici a Gaza sin dall’inizio della guerra, lancia un appello all’azione.  “Sulla base dell’assunzione che la dichiarazione di Trump sul trasferimento dei gazawi in altri Paesi venga tradotta in azione pratica, gli insediamenti dovrebbero essere costruiti rapidamente in tutta la Striscia di Gaza”, afferma Nachala, che ha già organizzato centinaia di attivisti in gruppi per creare nuovi insediamenti a Gaza nel caso in cui si presentasse l’opportunità.

Berlino, ‘Gaza appartiene ai palestinesi’

La Striscia di Gaza “appartiene ai palestinesi”. Lo ha affermato la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock dopo che il presidente Donald Trump ha suggerito che gli Stati Uniti dovrebbero prendere il controllo del territorio. “La popolazione civile di Gaza non deve essere espulsa e Gaza non deve essere occupata o ripopolata in modo permanente”, ha affermato Baerbock in una dichiarazione. “È chiaro che Gaza, come la Cisgiordania e Gerusalemme est, appartiene ai palestinesi. Esse costituiscono la base per un futuro stato palestinese”.

Mosca, ‘Palestinesi via da Gaza? Sentito Trump, ma anche Egitto’

Il Cremlino afferma di aver preso nota delle parole di Donald Trump, che ha dichiarato che “i palestinesi dovrebbero lasciare Gaza”, ma anche della contrarietà di Giordania ed Egitto alla proposta del presidente americano. Lo riporta la Tass. Il Cremlino ha inoltre dichiarato che per la Russia “la soluzione in Medio Oriente può avvenire solo sulla base della presenza di due Stati”.

Gaza: Egitto, ‘ricostruzione rapida ma palestinesi restino’

Il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty ha chiesto oggi una rapida ricostruzione della Striscia di Gaza, respingendo però il piano del presidente statunitense Donald Trump che prevede l’uscita dei palestinesi dalla regione. Durante i colloqui al Cairo con il primo ministro palestinese Mohammed Mustafa, i due politici hanno sottolineato “l’importanza di portare avanti rapidamente i progetti di ripresa… ad un ritmo accelerato…, senza che i palestinesi lascino la Striscia di Gaza, soprattutto a causa del loro attaccamento alla loro terra e del loro rifiuto di lasciarla”, ha reso noto il ministero degli Esteri egiziano in un comunicato stampa.

Gb, i palestinesi devono vivere e prosperare a Gaza

I palestinesi devono poter “vivere e prosperare” a Gaza e in Cisgiordania. Lo ha detto il ministro degli Esteri britannico David Lammy rispondendo ai giornalisti a margine della sua visita odierna a Kiev. La dichiarazione del responsabile del Foreign Office arriva dopo quanto affermato dal presidente americano Donald Trump sull’ipotesi di mettere la Striscia sotto il controllo Usa.

Parigi, ‘futuro Gaza non passa per il controllo di un paese terzo’

L’avvenire di Gaza passa per “un futuro stato palestinese” e non dal controllo “di un paese terzo”: lo si legge in una nota del Quai d’Orsay, secondo il quale la Francia “ribadisce la sua contrarietà a qualsiasi trasferimento forzato della popolazione palestinese di Gaza, che rappresenterebbe una violazione grave del diritto internazionale, un attacco alle aspirazioni legittime dei palestinesi, ma anche un forte ostacolo alla soluzione a due stati e un fattore di destabilizzazione per i nostri partner vicini che sono l’Egitto e la Giordania, oltre che l’insieme della regione”.

Le dichiarazioni di Donald Trump sulla proposta di occupazione Usa della Striscia di Gaza e sul trasferimento dei palestinesi che vivono lì sono “pericolose per la stabilità e per il processo di pace”: è quanto dichiarato oggi dalla portavoce del governo francese, Sophie Primas. “La Francia – ha proseguito la portavoce al termine del consiglio dei ministri a Parigi – è totalmente contraria allo spostamento delle popolazioni”. “Noi manteniamo la nostra politica che è: nessuno spostamento delle popolazioni, ricerca di un cessate il fuoco temporaneo volto al processo di pace e soluzione a due Stati”.

Smotrich, ‘seppelliremo l’idea di uno Stato palestinese’

Il ministro delle Finanze israeliano di estrema destra Bezalel Smotrich ha promesso di fare di tutto per “seppellire definitivamente” l’idea di uno Stato palestinese, all’indomani dell’annuncio da parte di Donald Trump di un piano per l’occupazione americana di Gaza. “Il piano presentato ieri dal presidente Trump è la vera risposta al 7 ottobre”, ha affermato Smotrich, riferendosi all’attacco di Hamas contro Israele che ha scatenato la guerra. “Ora lavoreremo per seppellire definitivamente (…) la pericolosa idea di uno Stato palestinese”, ha aggiunto sul suo account Telegram.

Turchia, ‘inaccettabile il piano di Trump su Gaza’

Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha definito inaccettabile la proposta del presidente americano Donald Trump riguardo ad una presa del controllo da parte degli Usa di Gaza con l’idea che i palestinesi dovrebbero lasciare la Striscia. “La questione della deportazione è una situazione che né noi né la regione possono accettare. Persino pensarci è una perdita di tempo, è sbagliato addirittura aprire una discussione” su questo argomento, ha affermato Fidan, durante un’intervista con l’agenzia turca Anadolu.

Tajani, vedremo piano Trump ma noi siamo per due Stati

“Mi pare che per quanto riguarda l’evacuazione della popolazione civile da Gaza la risposta di Giordania e di Egitto sia stata negativa, quindi mi pare che sia un po’ difficile” metterla in atto. “Io ho detto qual è la posizione italiana, poi vedremo quando ci saranno delle proposte concrete, noi siamo per due popoli due Stati, ho detto che siamo addirittura pronti a inviare militari italiani per una missione di riunificazione di Gaza con la Cisgiordania. Il governo non ha cambiato idea”. Lo ha detto Antonio Tajani alle commissioni Esteri di Camera e Senato, rispondendo a una domanda sulle dichiarazioni di Trump su Gaza.

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