La filosofia dei Rolling Stones

La filosofia dei Rolling Stones

CRITA – FESTIVAL DELLE ARTI VII EDIZIONE

Bagnolo del Salento e Cutrofiano sono le prossime tappe del festival itinerante con protagonisti Massimo Donà, Christian Di Domenico e le produzioni Ventinovenove

Crita – Festival delle arti” rassegna itinerante di teatro, alla musica e alla danza, ideata e organizzata dalla cooperativa Ventinovenove con la direzione artistica di Gabriele Polimeno e Mary Negro fa tappa a Bagnolo del Salento e Cutrofiano.

Venerdì 2 agosto alle 21, al Palazzo Baronale di Cutrofiano (ingresso libero – info e prenotazioni: 353/4294041; 339/5745559, 329/3345515), Massimo Donà, docente di Filosofia teoretica presso la facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e musicista presenta il suo ultimo volume  “La filosofia dei Rolling Stones” (Mimesis).

IL LIBRO  – Da un lato i Beatles, dall’altro i Rolling Stones. Apollo e Dioniso. Il pop e il blues. È lo stesso Keith Richards ad affermarlo: “Eravamo contrari al pop e alle sale da ballo, la nostra unica ambizione era essere la migliore blues band di Londra e far vedere a quegli stronzi come stavano le cose, perché eravamo certi di esserne capaci… Eravamo promotori del blues di Chicago”. Gli Stones sono il vero e proprio simbolo del rock’n’roll, il principale punto di riferimento per chiunque intenda avvicinarsi a questo mondo musicale, fatto di chitarre distorte, batterie suonate a palla e voci graffiate. Una band che continua a trainare la musica del nostro tempo, incarnando e promuovendo un’autentica filosofia di vita, che si è inscritta nella cultura pop dominante negli anni Sessanta, ma che è stata capace di oltrepassarla, disegnando un personalissimo cammino lungo un terreno irrigato dal blues, la cosiddetta “musica del diavolo”. Massimo Donà, non solo ricostruisce con dovizia di particolari le vicende che portarono alla formazione del mitico gruppo delle “Pietre rotolanti” (nome scelto casualmente durante una telefonata tra Brian Jones e un giornalista: lo sguardo del chitarrista cadde sulla copertina di un disco di Muddy Waters, la cui prima traccia era intitolata Rollin’Stone), le vite sregolate dei cinque musicisti “dionisiaci”, sospese tra trasgressioni, tradimenti, uso di allucinogeni ed alcool che portò alla tragica morte di Brian Jones, ma trae dall’analisi delle loro musiche significative considerazioni teoretiche.

Domenica 4 agosto, a Bagnolo del Salento in piazzetta eventi, in viale Martiri di Ungheria, ore 21, (Ingresso libero – info e prenotazioni: 353/4294041; 339/5745559, 329/3345515), va in scena “Il principe galeotto” con Mary Negro, Gabriele Polimeno, Patrizia Ponzetta; regia di Mary Negro. Una produzione Ventinovenove che vede sul palcoscenico simpatici giullari, arrivati direttamente dal XIV secolo che si divertono a giocare e improvvisare. Con il coinvolgimento del pubblico, danno vita ad alcune delle più belle novelle del “Decamerone” di Boccaccio (“Chichibio e la gru”, “Frate Cipolla”, “Calandrino e il maiale”, “Pietro e l’Agnolella”). Abiti di carta, personaggi che parlano dialetti provenienti da tutta Italia, musica medievale, rime baciate e non, renderanno ancora più suggestivo questo viaggio ricco nel tempo, fatto di giochi e tante risate.

Lunedì 5 agosto, sempre a Bagnolo del Salento, nell’atrio di palazzo Papaleo in piazza san Giorgio, alle 21, (Ingresso libero – info e prenotazioni: 353/4294041; 339/5745559, 329/3345515), Christian Di Domenico porta in scena il suo “U Parrinu. La mia storia con Padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia”. L’attore e autore ha conosciuto personalmente don Pino grazie a sua madre, siciliana, che l’ha avuto come guida spirituale, confessore, insegnante di religione e, infine, amico, fin dai tempi del collegio. È stato lo stesso don Pino a sposare i genitori di Christian. Quando aveva qualche giorno libero, don Pino lo trascorreva con la famiglia dello stesso Christian. Con questo spettacolo teatrale Christian Di Domenico ci racconta pertanto di don Pino, dell’amico di famiglia, dell’uomo di Chiesa, del maestro di scuola. Che aveva imparato a perdonare, in punto di morte, la violenza di chi ne era incapace e già gli puntava la pistola alla nuca. Ed era sicuro che il perdono, con l’esempio e il racconto, potesse essere insegnato. Un’occasione per riflettere sulla vita di don Pino e sulle tematiche ad essa connesse.

Martedì 6 agosto si torna a Cutrofiano, in Piazza Municipio, alle 21 (Ingresso libero con contributo volontario – info e prenotazioni: 353/4294041; 339/5745559, 329/3345515) con “Rosso Rame”, una produzione di Ventinovenove. Patrizia Ponzetta, Anna Carla Colì e Gabriele Polimeno e Mary Negro anche alla regia, portano in scena alcuni testi di Dario Fo e Franca Rame (“Stupro” di Franca Rame; “Voce amica” di Dario Fo e Franca Rame e “Il Figlio in provetta” di Dario Fo e Franca Rame) Uno spettacolo in tre atti unici che esplorano la femminilità tracciandone i contorni con brillante comicità. Si affrontano temi seri come la fecondazione assistita, la violenza sulle donne e l’aborto

con ironia e leggerezza per una riflessione mai patetica e scontata ma dinamica e partecipata. Un modo inconsueto e distante da quello proposto quotidianamente dai media.

“Crita – Festival delle arti” è una rassegna che mira a proporre un’offerta culturale e teatrale di qualità nelle aree più periferiche. Il nome “Crita” deriva da un termine tipico del dialetto locale che ha una doppia valenza: il “critare” è l’atto del gridare e del farsi sentire. Ma significa anche “creta”, argilla, materia tipica del territorio dalla cui lavorazione nascono manufatti artigianali che da sempre identificano il Salento dalle mille sfaccettature creative. Negli anni ha assunto un’altra valenza, ovvero trasformare i luoghi non usuali per il teatro o l’arte, vestendoli con “nuovi abiti” come le piazze, i frantoi, palazzi storici e altri, ospitando letterati, filosofi, musica da camera educando la comunità a viverli diversamente. Il primo artista a raccogliere la sfida fu l’attore e regista salentino, il premio UBU Mario Perrotta a cui si sono aggiunti in seguito Gianni Ciardo, Redi Hasa, Christian Di Domenico, Maria Mazzotta, Angela De Gaetano, Fabrizio Saccomanno, Franco Ferrante, Daniela Baldassarra, Mauro Racanati, Luciano Trombetta e molti altri.

“Ridotti all’osso”, è il tema dell’edizione 2024 da intendersi come l’esigenza di lasciar andar via tutto ciò che è superficiale, non necessario e tutto ciò che non è bellezza. Ma è anche una denuncia dello stato di salute del mondo della cultura e dello spettacolo dal vivo: precari nella vita e nel lavoro; relegati agli avanzi di tempo, agli avanzi economici, agli avanzi di strategie e visioni inesistenti.

“Crita diventa un progetto annuale”, spiegano gli ideatori Gabriele Polimeno e Mary Negro, “con una parentesi estiva più intensa di programmazione. Sentivamo la necessità di tracciare una direzione e seguire un percorso che non iniziasse e finisse nel solo periodo estivo, abbracciando e approfondendo diverse tematiche. A ottobre partirà ‘Crita: rosso rame’, una serie di appuntamenti su pari opportunità e disparità di genere, promosso e sostenuto dal Consiglio della Regione Puglia nell’ambito del bando ‘Futura – La Puglia per la Parità’. Alla settima edizione e alla vigilia dei dieci anni dalla fondazione di Ventinovenove sentivamo di dover andare verso nuove direzioni”.

Crita – Festival delle arti è una rassegna di teatro, musica e danza itinerante ideata e diretta da Gabriele Polimeno e Mary Negro, con la produzione della cooperativa Ventinovenove. Partner della manifestazione i Comuni di Caprarica di Lecce, Collepasso, Cutrofiano, Galatone, Bagnolo del Salento e Nardò e altre realtà private e istituzionali: Legacoop Puglia, Distretto Produttivo Puglia Creativa, Pro Loco Cutrofiano, Azienda Fratelli Colì SRL, Jata Aps, Zeronovenove Srl, Confartigianato Lecce e 34 esimo Fuso.