Al ballottaggio il riformista Pezeshkian e il fondamentalista Jalili
Affluenza mai così bassa, solo il 40%
Staccati gli altri candidati. Sarà necessario un secondo turno, il 5 luglio. Alle urne il minimo storico degli aventi diritto.
Il ministero dell’Interno dell’Iran annuncia ufficialmente che al secondo turno delle elezioni presidenziali, il cui primo turno si è svolto ieri, si sfideranno il candidato riformista Massud Pezeshkian e l’ultraconservatore Said Jalili. Il primo è risultato primo per numero di preferenze.
“Nessuno dei candidati ha potuto ottenere la maggioranza assoluta dei voti” al primo turno, e “di conseguenza il primo e secondo” per numero di voti si sfideranno il 5 luglio, ha dichiarato il portavoce del servizio elettorale del ministero di Teheran.
Gli altri due candidati in corsa, Mohammad Baqer Qalibaf e e Mostafa Pourmohammadi, hanno ottenuto rispettivamente 1.620.628 e 95.172 voti. L’agenzia Tasnim ha aggiunto che nessuno dei candidati otterrà il 50%, il che porterà molto probabilmente a un ballottaggio venerdì 5 luglio tra Pezeshkian e Jalili. I dati ufficiali sono attesi oggi dal Ministero degli Interni.
Secondo l’agenzia di stampa Tasnim, vicina alle Guardie Rivoluzionarie, il 40% degli aventi diritto al voto ha partecipato alle elezioni: il dato rappresenta il minimo storico nelle elezioni in Iran. Alle presidenziali del 2021, quando si era registrato il precedente record negativo dalla fondazione della Repubblica islamica nel 1979, era poco sopra il 48%. Il dato di questa tornata elettorale, se confermato, è inferiore anche al 41% delle legislative del marzo scorso.
Il presidente della Commissione elettorale, Mohsen Eslami, ha aggiunto che Pezeshkian ha ottenuto in totale 10.415.991 voti mentre Jalili ne ha avuti 9.473.298, su un totale di 24.553.185 schede deposte nei 58.640 seggi in tutto l’Iran.