PALAZZO SCARCIGLIA, NUOVO HUB TURISTICO-CULTURALE PER LA CITTA’: “UN DONO DELL’ARCIDIOCESI”
Sarà un vero e proprio hub turistico-culturale destinato a mettere in rete tutto il patrimonio storico e artistico della città, ecclesiastico ma non solo; un luogo posto in un punto strategico del centro storico – all’ingresso dell’asse viario principale dello stesso – che permetterà ai turisti di ritagliare sui propri gusti i percorsi attraverso la città antica, grazie all’utilizzo di strumenti multimediali e tecnologici a cura di “Civita Mostre e Musei”, da una parte; mentre dall’altra consentirà ai leccesi di appropriarsi e riappropriarsi dei contenuti artistici e culturali della propria città grazie a corsi, laboratori, presentazioni di libri, conferenze. Insomma, un luogo strategico per il futuro della città situato in posizione strategica, ha sottolineato monsignor Antonio Montinaro, presidente della Fondazione “Splendor Fidei”, “e speriamo di stimolo per le comunità locali e le loro iniziative”.
Inaugurato stamattina in via Libertini a Lecce il nuovo centro multimediale per la fruizione e la valorizzazione del patrimonio culturale realizzato nel complesso immobiliare che va sotto il nome di Palazzo Scarciglia. Complesso che – costituito dalla chiesa di Santa Elisabetta e dall’annesso paòazzo – risale al 1546 e alla decisione del nobile Filippo Mattei, feudatario di Novoli e Palmariggi, di destinare l’immobile alla congregazione dei canonici regolari lateranensi del Santissimo Salvatore. Il complesso passò poi di mano più volte nei secoli, per giungere negli anni ’50 del 1900, dopo varie vicende locali e nazionali, alla famiglia Micheli-Scarciglia di Galatina, la quale nel 1997 lo donò all’Arcidiocesi di Lecce.
Fu dunque l’Arcivescovo Cosmo Francesco Ruppi, nel 2002, a stabilire il restauro della chiesa, mentre la parte oggetto degli ultimi interventi, dopo essere stata utilizzata dal Consultorio diocesano “La famiglia” e il Centro di aiuto alla vita (Cav). L’ultimo restauro conservativo è iniziato nel 2021 grazie ai fondi del Por 2014-2020 e a progetto esecutivo di SIT&A srl (studio costituito dall’ingegnere Tommaso Farenga e dagli architetti Antonio Garzia, direttore dei lavori, Marilena Di Giorgio, Grazia Loiacono, Lorena Sambati), e portato a compimento dalla “Nicolì spa”. Un intervento reso possibile dalla sinergia instaurata dall’Arcidiocesi di Lecce con Regione, Provincia, Comune e Soprintendenza, collaborazione servita – ha spiegato la presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone – ad ottenere dalla Commissione europea il via libera all’utilizzo dei Por per rivitalizzare un bene ecclesiastico. Dunque privato, quindi originariamente non inserito come tale tra i beni destinatari del sostegno, ma comunque produttivo di ricadute economiche concrete sulla vita della comunità leccese: ecco il particolare che ha convinto la Commissione.
L’idea di recupero e rifunzionalizzazione di Palazzo Scarciglia prende infatti spunto dalle nuove istanze del turismo culturale, che – come i dati dimostrano – si conferma portatore di ricchezza, di risorse ma anche di idee e fermenti artistici e culturali, per l’intera città di Lecce. Il complesso sorge peraltro presso uno degli assi viari principali del centro storico lungo il quale sorgono le principali chiese di Lecce, e, non ultimi, la Cattedrale e piazza Duomo. Si tratta dunque di un percorso già ricco di presenze artistiche nel quale Palazzo Scarciglia potrà certamente giocare il ruolo di ulteriore presidio di valorizzazione del patrimonio culturale cittadino, obiettivo che l’Arcidiocesi di Lecce si è già prefissato da tempo grazie alla collaborazione virtuosa con ArtWork, cooperativa sociale che gestisce il progetto “LecceEcclesiae – Alla scoperta del barocco”. Progetto ormai sinonimo di managerialità di successo anche a Bari, ha ricordato l’assessore regionale allo Sviluppo produttivo Alessandro Delli Noci evidenziando l’assoluta coesistenza, nel nuovo centro multimediale, tra tradizione e tecnologia, dunque innovazione.
Un dono della Curia alla Città di Lecce: così il sindaco Carlo Salvemini, che ha porto il suo ringraziamento “sentito, sincero, emozionato” all’Arcidiocesi e a tutti coloro che hanno contribuito al restauro; un dono che arriva a distanza di una settimana da un altro fatto importante per la religiosità popolare, “il ritorno della statua di Sant’Oronzo sulla sua colonna”, ha sottolineato il primo cittadino. Un dono che, ha concluso l’Arcivescovo Michele Seccia, “chiude il cerchio della bellezza di Lecce e delle sue chiese. Perché questo è il nostro compito: saper individuare soluzioni per tutelare il patrimonio che abbiamo ereditato. Sentirsi responsabili, nel mio caso, non solo della salute spirituale, ma anche del benessere sociale ed economico della città che Dio ci ha affidato. Un percorso che, per quanto mi riguarda, continua… io non mi fermo mai, lo sapete bene”.