Il segno inviolabile delle cose per Di e con alle Officine Culturali Ergot di Lecce

Il segno inviolabile delle cose per Di e con alle Officine Culturali Ergot di Lecce

Domenica 14 maggio (ore 19 – ingresso libero) alle Officine Culturali Ergot di Lecce con “Il segno inviolabile delle cose” di Riccardo Spagnulo con Riccardo Lanzarone e Giuseppe Semeraro, liberamente ispirato alla letteratura della drammaturga Agota Kristof, prosegue “Di e con – Prove aperte d’autore“. Fino all’11 giugno, la rassegna teatrale, con la direzione artistica di Giulia Maria Falzea e Osvaldo Piliego, propone cinque progetti inediti e in costruzione, ancora non ufficialmente nati ma, anche se in forma di lettura o prima restituzione, messi alla prova del pubblico. Dopo Marta TrevisiSimone MigliettaRiccardo Lanzarone e Giuseppe Semeraro, la rassegna ospiterà “America” (Studio zero) di e con Ottavia Perrone di ZeroMeccanico Teatro (domenica 28 maggio) e “Bandiera bianca” di e con Alessandra De Luca (domenica 11 giugno). Prenotazione consigliata 0832246074 – info@ergot.it.

Per il terzo appuntamento, dunque, Riccardo Lanzarone e Giuseppe Semeraro presenteranno dunque Il segno inviolabile delle cose del drammaturgo Riccardo Spagnulo. In un mondo lacerato da una guerra che ha spaccato a metà il loro Paese, due fratelli, Victor e Sandor, si incontrano di nuovo molti anni dopo il loro addio. Victor, dopo aver venduto il suo negozio attraversa il confine e si trasferisce nella la vecchia casa dell’infanzia, dove ora vive Sandor. Insegue la sua ossessione di scrivere un libro, ma la convivenza fatta di regole e confini si rivela molto più difficile di quanto i due si aspettano scivolando inesorabilmente verso un esito di violenta liberazione e in una grande menzogna. Le due figure si fronteggiano in un duello verbale e fisico rivelando l’impossibilità di una comunicazione profonda, in un rimando continuo a frustrazione identitarie e a vicende infantili sepolte nella memoria. Victor e Sandor si rivelano buffi, grotteschi, tragici nella loro incapacità di stare al mondo. In più, le loro parole sono oblique: da una parte non riescono a tracciare i confini necessari alla loro nuova relazione di uomini adulti, dall’altra sono sconfessate dalle loro azioni, le quali assomigliano più a reazioni che a gesti dettati da una volontà propria. La Kristóf scrittrice ungherese dalla penna potente e spietata, autrice del romanzo Trilogia della città di K., ci sembra dire che se per un verso la famiglia è un luogo oscuro tenuto in piedi da confini che non bisogna attraversare, dall’altro i rapporti con i consanguinei non sono mai netti, anzi: ciò non fa altro che esaltare e spingere alle estreme conseguenze la tragedia identitaria di non riuscire ad essere quello che si vorrebbe, uno dei buchi neri del nostro presente. Il mondo della Kristóf appare straziato, sempre in bilico tra guerra e tregua, un luogo immaginario in cui il linguaggio è un mezzo enigmatico per decifrate le pulsioni interiori dei personaggi che lo popolano.

Attore, autore e regista, Riccardo Lanzarone si diploma alla Civica Accademia D’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine e frequenta la scuola di teatro Teatès di Palermo diretta da Michele Perriera. Segue seminari condotti da Emma Dante, César Brie, Valerio Binasco, Vetrano e Randisi. Ha lavorato con Alessandro Serra, Michele Sinisi, Leo Muscato. Ha collaborato con il Teatro Koreja di Lecce e con la compagnia Teatro Minimo. È stato tra i fondatori della compagnia VicoQuartoMazzini. Docente alla Civica Accademia D’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine. Lavora al cinema e in radio. Come autore ha pubblicato per “Caracò, Codice Nero” (2017) e “Pizzo, canti di denuncia” (2021).

Giuseppe Semeraro è attore e regista, fondatore della compagnia teatrale Principio Attivo Teatro con la quale ha realizzato diversi spettacoli. Ha lavorato con Il teatro della Valdoca, in diversi spettacoli con la regia di Danio Manfredini, Alessandro Serra Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno. Nel 2007 è tra i fondatori della compagnia Principio Attivo teatro dirigendo come regista Storia di un uomo e della sua ombra. Come autore ha pubblicato “La Cantica del Lupo” (Besa 2004), “Due parole in croce” (Il raggio verde 2015), “A cosa serve la poesia” (con Gianluigi Gherzi Sensibili alle foglie 2017), “La manutenzione della solitudine” (Musicaos 2019), “A cosa serve la poesia, un diario” (AnimaMundi 2019), “Requiem per gli ulivi” (Pat 2020), “Da qui a una stella” (AnimaMundi 2021), “Mappa dei luoghi selvatici” (con Gianluigi Gherzi, AnimaMundi 2022). In ambito poetico e teatrale promuove la poesia con reading e performance assieme al musicista Leone Marco Bartolo. Il testo dell’Apocalisse Apofrica ha debuttato sotto forma di spettacolo nella Cattedrale di Santa Caterina a Galatina con le musiche originali del compositore Giuseppe Gigante.

Il barese Riccardo Spagnulo è autore e attore per il teatro. Studia con Francesco Carofiglio, Massimo Verdastro, Marco Martinelli, Ermanna Montanari, ricci/forte. Nel 2007 fonda la compagnia Fibre Parallele con cui produce numerosi spettacoli di drammaturgia contemporanea ospitati in teatri e festival italiani ed esteri. Nel 2013 è finalista ai premi UBU, nella categoria miglior attore under 30. Dal 2016, lavora come freelance con diverse realtà del territorio nazionale e con Extraordinario – Hub artistico. Affianca al lavoro performativo un’intensa attività didattica.