Alessio Torino è nato a Cagli nel 1975 e insegna Letteratura latina all’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Ha esordito con “Undici decimi” (Italic, 2010, premio Bagutta Opera Prima). In seguito ha pubblicato “Tetano” (2011), “Urbino, Nebraska” (2013) e Tina (2016), editi da minimum fax. Nel 2020 esce “Al centro del mondo” nella collana SIS di Mondadori. “Tetano”, che apre le stagioni di Corsi a Pieve Lanterna, nel 2023 è stato ristampato negli Oscar Mondadori. In “Cuori in piena”, Corsi è venuto a passare l’estate dalla nonna a Pieve Lanterna, un borgo dell’Appennino umbro-marchigiano. Prima di tornare a Roma, il padre, che lo ha accompagnato, gli chiede di giurare che non si tufferà alle Caldare, dove l’anno prima è morto Andrea, il figlio di Arcangelo Gori. Peccato che lungo il corso del Burano si muova tutta l’estate degli adolescenti di Pieve Lanterna. E peccato che Corsi e i suoi amici siano messi di fronte a una nuova tragedia: il cane Asha è stato avvelenato con la metaldeide. Si dice che il colpevole sia Arcangelo Gori, diventato solitario e imprevedibile dopo la morte del figlio. La metaldeide non è il solo veleno di Pieve Lanterna. Ci sono residui che riemergono, attriti, umiliazioni che dai padri passano ai figli e intossicano le relazioni. E tuttavia l’estate è pur sempre estate: si va in bicicletta, si va per torrenti, si va sull’autoscontro e sul calcinculo, ci si tuffa nelle acque gelide delle cascate di Teria. E tutto si fa con un occhio alle ragazze, e specialmente a Federica e Céline, nipoti di minatori in Belgio tornate in visita ai parenti. Corsi si innamora di Céline – in competizione con Brat, il giostraio – e gli amici gli fanno da spalla. La notte di Ferragosto, mentre si accendono i fuochi d’artificio, si sente Arcangelo urlare il suo scomposto dolore. Come in un fossile, il passato si legge crudele e ostinato, e da quell’urlo in poi la violenza accelera, i misteri si infittiscono, prende velocità anche la furia dell’eros adolescente. Con uno stile impeccabile, Alessio Torino ci sospinge dentro la carica selvaggia della natura e della memoria, consegna al suo giovane protagonista il dilemma se sia così che si diventa grandi.
Demetra è la divinità dell’agricoltura e della maturità. “A Demetra. Inno Omerico” racconta il rapimento della figlia Persefone da parte di Ade, il dio dei morti, e al distaccamento della dea inconsolabile dall’Olimpo. Demetra incomincia a vivere nella Terra come una mortale, sotto le sembianze di una vecchia. Trovatasi nei pressi di Eleusi, viene accolta alla reggia di Re Celeo dalle sue figlie, le quali la invitano ad accudire il piccolo Demofonte, ultimo genito del re. La traduzione di Alessio Torino permette di riflettere anche su uno degli aspetti che più coinvolge l’umanità in questo preciso momento storico, un preoccupante cambiamento climatico. Demetra decide di punire la terra: da allora non avrebbe dato più frutti. Alla fine, costretto a cedere alle suppliche dei mortali e degli stessi Dei, Zeus chiede a Ade di liberare Persefone e di farla andare dalla madre che, non appena rivede la figlia, fa tornare la terra fertile e il mondo riprende a godere così dei doni della natura. Lo sguardo e il commento di Alessio Torino aiutano a ripensare, con occhio contemporaneo, il rapporto con la natura, fatto da sempre di attese, speranze e domande spesso senza risposta. La voce recitante, in questo viaggio, è uno strumento, che si lascerà guidare dalla strada sonora creata dall’atmosfera musicale. L’obiettivo è quello di poter arrivare a tutti, di rompere il muro di paura che, spesso il lettore porta con sé quando si trova davanti a un opera del genere. La traduzione contemporanea e la recitazione asciutta consentono lo spettatore di godere di uno dei trentaquattro Inni Omerici, con la sensazione che quelle vicende risalenti al VII-VI secolo a.C. ci parlano ancora e ci appartengono più di quanto possiamo immaginare.
Giovedì 14 settembre (ore 19:30 – ingresso libero) AgostinianiLibri ospiterà la presentazione del romanzo “L’angelo di Castelforte“, nuovo giallo della scrittrice barese Gabriella Genisi (Rizzoli). L’autrice della serie del commissario Lolita Lobosco, da cui è stata tratta la fiction televisiva di successo “Le indagini di Lolita Lobosco” con Luisa Ranieri, dopo “Pizzica amara” (2019) e “La regola di Santa Croce” (2021), torna con un nuovo capitolo di una delle serie più amate della scena noir italiana. La protagonista è Chicca Lopez, giovane e intraprendente marescialla dei carabinieri. La scrittrice dialogherà con Marcella Rizzo (insegnante) e Rosario Tornesello (direttore del Nuovo Quotidiano di Puglia). Domenica 17 settembre (ore 19:30 – ingresso libero), in una serata dedicata alla memoria di Paola Moretti, la rassegna ospiterà, in dialogo con Valeria Pellegrino, il giornalista Sapo Matteucci con “Per futili motivi” (La nave di Teseo). L’autore e protagonista racconta senza infingimenti il tramonto di un uomo – il suo tramonto – come solo grandi scrittori ogni tanto riescono a fare, alla fine della loro carriera. Solo che della carriera di Sapo Matteucci questo romanzo è l’inizio, perché si tratta del suo esordio.