IL GRANDE SPAVENTO
All’interno di un misterioso centro di meditazione olistica, un po’ salotto e un po’ futuristica serra per le piante, cinque personaggi seguono un percorso di meditazione in cui la stessa è associata all’ascolto delle piante. Ogni personaggio è associato ad un piccolo albero con cui svolge il proprio esercizio. In un arco temporale di alcuni anni le vicende dei protagonisti sono riassunte per momenti culminanti ed esplicativi del cammino. Oggi più che mai siamo nella continua e affannosa ricerca di qualcosa di sacro e a cui aggrapparci con le unghie. I personaggi della vicenda sono tutti alla ricerca di una via spirituale per uscire dal dolore delle faccende private che lentamente emergeranno durante la storia. Al di là di una sottile ironia rispetto all’orgia e all’abbuffata dei corsi pseudospirituali che ormai ci vengono proposti continuamente, quello che emerge è la miseria e la solitudine di questi personaggi che dietro l’aspirazione a una nuova via di cambiamento spirituale nascondono delle ferite piene di un vuoto indicibile. Poco alla volta i personaggi metteranno in atto un meccanismo in cui uno dei partecipanti sarà eletto a vittima sacrificale. Si insinuerà un clima di sospetto e di intrighi che porteranno a riprodurre anche in un ambiente così falsamente puro e incontaminato un atteggiamento violento e persecutorio. Le atmosfere dello spettacolo ricordano quelle memorabili del breve racconto, La lotteria di Shirley Jackson. Un lavoro che cerca di affrontare quel senso di smarrimento e di ricerca costante di quella parte sacra che ci teneva uniti e che pare irrimediabilmente evaporata.
CAMISE PIERTE
Domenica 27 ottobre alle 19:00 si prosegue con una prima nazionale. Il giovane attore salentino Simone Miglietta, fondatore di Fraume Teatro, con la supervisione artistica di Licia Lanera e Danilo Giuva, propone “Camise pierte“. L’attore e autore porta sulla scena un lavoro a partire da un’inchiesta della giornalista Marilù Mastrogiovanni che ruota attorno alla massificazione del turismo e alla lottizzazione delle coste salentine. Un testo incalzante tra le memorie di ciò che l’estate salentina è stata e ciò che è divenuta negli anni fino a quando gli abitanti hanno visto scarnificarsi il loro lembo di terra sotto gli occhi vivendo la repentina gentrificazione delle città simbolo.
NON SIAMO NIENTE, SAREMO TUTTO
Domenica 17 novembre alle 19:00 la rassegna presenterà “Non siamo niente, saremo tutto“, una performance partecipata di Ravenna Teatro e Zona K. Il regista Alessandro Renda e il dramaturg Jens Hillje, insieme all’attore Matteo Gatta, coinvolgeranno sul palco lavoratrici e lavoratori di diversi settori per esplorare vicende personali e affrontare il tema da prospettive differenti. L’intreccio delle esperienze diventa uno strumento di indagine per trasformare la dimensione collettiva in una narrazione condivisa, un coro che si fa opera d’arte totale e scultura sociale, risvegliando il desiderio di comunità e trovando nuove forme di rappresentazione della realtà attraverso il teatro. Per preparare lo spettacolo, dal 14 al 16 novembre (dalle 18 alle 21), sempre alle Manifatture Knos, si terrà un laboratorio, condotto da Alessandro Renda, aperto a chiunque voglia mettersi in gioco e condividere il proprio percorso lavorativo.
La seconda edizione di Altre Latitudini si concluderà domenica 24 novembre alle 19:00 con la prima regionale di Ilva Football Club di Usine Baug & Fratelli Maniglio. Lo spettacolo, ispirato all’omonimo romanzo di Fulvio Colucci e Lorenzo D’Alò (Kurumy, 2016), utilizza la metafora sportiva per raccontare il sacrificio di una città e il suo impatto sulla collettività. La vicenda della più grande acciaieria d’Europa si intreccia alla leggenda di una piccola squadra nata all’ombra delle ciminiere dell’Ilva, per rappresentare il dramma di una città martoriata, oggi Taranto, ma domani potrebbe essere un’altra. Ci mostra quanto ciò che accade ci coinvolga più di quanto possiamo immaginare.