Sentiamo il dovere di censurare parole e gesti del consigliere Alberto Gatto nel corso della seduta del Consiglio comunale di ieri sera, un’incredibile pagina di sessismo e ignoranza che quell’aula mai aveva conosciuto. Ci scopriamo indifese e impotenti quando dopo anni di lavoro a difesa delle donne, di iniziative di sensibilizzazione contro la discriminazione di genere, di chilometri percorsi a spiegare il rispetto per il genere femminile, proprio un rappresentante delle istituzioni nella nostra città si erge a interprete del maschilismo più fastidioso, facendo degenerare la discussione politica in una faccenda di brutismo e arroganza. Il “repetita iuvant” scandito in faccia alla vicesindaca Maria Grazia Sodero che cercava di rispondere a una sua richiesta, più volte sopraffatta verbalmente da un uomo evidentemente con scarso controllo dei propri istinti. I numerosi e incalzanti “che vuoi” urlati in faccia alla consigliera Annalisa Cuppone, che tentava di riprenderlo, segnali chiarissimi di una insofferenza al confronto civile con l’altro sesso. Un “gentiluomo” che, tra lo sbigottimento generale, è riuscito persino a prendere le distanze dal presidente del Consiglio Antonio Tondo che ha chiesto scusa alle malcapitate a nome dell’istituzione.
Non si tratta, purtroppo, di una novità. Alberto Gatto è lo stesso che sovente fa propri atteggiamenti, espressioni e gestualità poco eleganti, per esempio durante i lavori delle commissioni, come testimoniano diversi suoi colleghi consiglieri. Ed è lo stesso che qualche tempo fa disse all’assessora Sara D’Ostuni che lei “poveretta, si impegna ma non ce la fa” e “che l’assessore (naturalmente, uomo) che c’era prima era capace” e che non esitò a catalogarla come “sciocca” alla fine di un intervento memorabile per tracotanza e rozzezza. Salvo ieri formularle gli auguri a distanza per la nascita della figlia e augurarsi di tornare al più presto al confronto in quest’aula, “seppur su posizioni distanti”. Dove “distanti”, non c’è dubbio, è nel senso della inferiorità di chi, donna, si confronta con lui, uomo, forte e intelligente.
Gatto, paladino locale della dottrina della presunta superiorità del maschio, fa fare a tutti un balzo indietro nel tempo o nello spazio, nell’era di Neanderthal o nelle società dove comanda il fanatismo religioso, in epoche e latitudini buie dove è legittimo e naturale sminuire le donne, alzare la voce per soverchiarle, fare nei loro confronti ottusa ironia.
In questo momento la Commissione e ognuno dei suoi componenti sono vicini a Maria Grazia Sodero, ad Annalisa Cuppone, a Sara D’Ostuni e a tutte le donne nel mirino di chi, come Alberto Gatto, ha omesso di studiare i capitoli della civiltà e dell’educazione.
Ilenia Marsella (presidente)
Federica Ruggeri (vicepresidente)
Pasquale Alfieri
Marzia De Giorgi
Mariangela Filieri
Serena Filieri
Stefania Re
Valentina Russo