Sabato, nel primo spettacolo, danzando e cantando tra tegami e coperchi, un cuoco di corte prepara un sontuoso cous cous per festeggiare Heina, la figlia dello sceicco che, rapita dal terribile Ghul, il mostro di farina, è riuscita a sfuggirgli e ritornare a palazzo. Saranno gli ingredienti del cous cous (farina, peperoni, zucchine, patate, cipolle), prima di finire in pentola, a raccontare la mirabolante vicenda, secondo un’antica tecnica narrativa, detta “furgia” diffusa nella zona di Marrakech. Lo spettacolo è recitato in arabo e il pubblico è immerso nella sonorità della lingua di un mondo in cui può comprendere situazioni e personaggi solo attraverso gli oggetti e le azioni dell’attore. Ogni spettatore prova così cosa significa sentirsi straniero, e, superato il disagio iniziale, può aprirsi a una percezione diversa, più emotiva e scoprire nuovi paesaggi, suoni, gesti e colori. Domenica, invece, i piccoli spettatori e le piccole spettatrici trovano posto sotto una grande tenda beduina montata sulla scena. Seduti in questo luogo antico, simbolo di una vita nomade, di preghiera, di incontri e di accoglienza, incontreremo chi ci condurrà per il deserto, da Marrakech fino al mare, attraverso una mappa immaginaria del Marocco e un gioco scenico incalzante. Grazie alle suggestioni e ai racconti di un attore marocchino che ripercorre con i bambini i ricordi, la geografia e la storia di un mondo lontano, Sotto la tenda ci conduce in un viaggio fantastico che attraversa città, montagne e deserti, un percorso che, con l’utilizzo di terre colorate e di oggetti tradizionali della cultura araba, porta a conoscere i tuareg e i nomadi, a incontrare personaggi magici e mitici e, alla fine, ad attraversare il mare.
Heina e il Ghul e Sotto la tenda di Abderrahim El Hadiri per Ci vuole un fiore – famiglie a teatro a Lecce
Sabato, nel primo spettacolo, danzando e cantando tra tegami e coperchi, un cuoco di corte prepara un sontuoso cous cous per festeggiare Heina, la figlia dello sceicco che, rapita dal terribile Ghul, il mostro di farina, è riuscita a sfuggirgli e ritornare a palazzo. Saranno gli ingredienti del cous cous (farina, peperoni, zucchine, patate, cipolle), prima di finire in pentola, a raccontare la mirabolante vicenda, secondo un’antica tecnica narrativa, detta “furgia” diffusa nella zona di Marrakech. Lo spettacolo è recitato in arabo e il pubblico è immerso nella sonorità della lingua di un mondo in cui può comprendere situazioni e personaggi solo attraverso gli oggetti e le azioni dell’attore. Ogni spettatore prova così cosa significa sentirsi straniero, e, superato il disagio iniziale, può aprirsi a una percezione diversa, più emotiva e scoprire nuovi paesaggi, suoni, gesti e colori. Domenica, invece, i piccoli spettatori e le piccole spettatrici trovano posto sotto una grande tenda beduina montata sulla scena. Seduti in questo luogo antico, simbolo di una vita nomade, di preghiera, di incontri e di accoglienza, incontreremo chi ci condurrà per il deserto, da Marrakech fino al mare, attraverso una mappa immaginaria del Marocco e un gioco scenico incalzante. Grazie alle suggestioni e ai racconti di un attore marocchino che ripercorre con i bambini i ricordi, la geografia e la storia di un mondo lontano, Sotto la tenda ci conduce in un viaggio fantastico che attraversa città, montagne e deserti, un percorso che, con l’utilizzo di terre colorate e di oggetti tradizionali della cultura araba, porta a conoscere i tuareg e i nomadi, a incontrare personaggi magici e mitici e, alla fine, ad attraversare il mare.