INTERVENTO SINDACO STEFANO MINERVA SU TEATRO TITO SCHIPA
“Predicare bene e razzolare male: è questa l’attività preferita di alcuni quando si parla di cultura. In questi giorni sono stati tanti i commenti in merito alla questione che ha visto protagonista il teatro “Tito Schipa” di Gallipoli, commenti generati da una provocazione da parte dell’associazione “Cantiere 73014” che, come delle volte è capitato, ha scritto senza cognizione di causa. Anzitutto il bene non è pubblico e non è in vendita da oggi, ma da ben due anni e che è solo grazie ad un privato che negli ultimi tempi ha potuto vedere nuova luce. Come noto, nel nostro piccolo, abbiamo cercato di supportare come possibile la causa, tenendo sempre ben presente che si tratta di un bene privato con fini commerciali. Sarebbe molto bello che chi parla di incentivare la cultura e di tenere vivo il teatro, fosse comunque venuto agli spettacoli teatrali fatti nel nostro teatro cittadino, il teatro Garibaldi o anche semplicemente all’inaugurazione. Per esempio, appena una settimana fa, grazie al festival dedicato alla poesia, “Gallipoli in Poesia”, ci sono state diverse rappresentazioni teatrali, comunicate su tutti i canali, online, offline, tramite affissioni e per mezzo stampa e che hanno riscosso un ottimo successo. Peccato per gli assenti che hanno a cuore la Cultura ma che non la valorizzano neanche con la propria presenza, perché si sa, è più facile parlare e diffondere cattive notizie invece che attenersi alla realtà dei fatti.
Sarebbe bello se il comune lo acquisisse sì, ma è logico e scontato che con semplici fondi di bilancio sarebbe prettamente impossibile, significherebbe sacrificare qualsiasi lavoro, anche quello ordinario, per l’acquisto. Niente basolato, niente strade, niente di niente. Io rilancio dicendo che ci sono tanti imprenditori illuminati che hanno a cuore la Cultura e che potrebbero di concerto unirsi per tale fine. Rilancio dicendo che, se un domani ci potrà essere la possibilità economica o la possibilità di un accedere ad un finanziamento, si potrebbe fare un pensiero sull’acquisto, ma oggi no. Va ricordato, necessariamente, che la situazione generale del teatro è complessa, che la proprietà appartiene a più eredi con cui il comune ha un’interlocuzione e che la gestione è ora nelle mani di un gallipolino che preferiamo accompagnare nelle attività invece che fare altro. Oggi, inoltre, attendo di capire cosa intendono fare alcuni per valorizzare la Cultura, se non post sui social e articoli di giornale. Ma si sa, è più facile così”.