Galante (M5S): “Governo sta dando i numeri per cercare di giustificare l’affossamento del Superbonus“

Galante (M5S): “Governo sta dando i numeri per cercare di giustificare l’affossamento del Superbonus“

È ormai chiaro che questo Governo stia dando i numeri per cercare di giustificare il decreto legge con cui di fatto si affossano il Superbonus e gli altri bonus edilizi. Si sparano cifre enormi per spaventare gli italiani: addirittura queste misure secondo il ministro Giorgetti avrebbero generato un buco di 110 miliardi di euro. Una voragine di cui incredibilmente ci informa solo oggi, ma a cui non è stato fatto il minimo accenno in sede di Bilancio, solo due mesi fa e di cui non c’è traccia nei documenti contabili trasmessi all’Unione Europea in  questi anni. Eppure sono numerosi gli studi che confermano con dati alla mano gli impatti positivi che il Superbonus ha generato sull’economia del Paese: grazie al Superbonus e agli altri bonus edilizi il Pil è cresciuto del 6,7% nel 2021 e del 3,9% nel 2022. Numeri che significano aumento dei posti di lavoro e crescita del comparto dell’edilizia. La decisione assunta dal Governo di bloccare la cessione dei crediti d’imposta e lo sconto in fattura e di vietare alla pubbliche amministrazioni l’acquisto dei crediti su cui stavamo lavorando anche in Puglia, senza alcuna condivisione con i soggetti interessati, avrà impatti pesantissimi su migliaia di imprese e sull’occupazione. Siamo al fianco di queste aziende e dei lavoratori e a tutti i livelli faremo il massimo per cercare di fermare questo scempio”. Lo dichiara il capogruppo del M5S Marco Galante.

“Uno studio del CENSIS ha stimato, ad esempio, che i 55 miliardi di euro di investimenti certificati dall’Enea per il periodo compreso tra agosto 2020 e ottobre 2022 legati all’utilizzo del Superbonus hanno attivato un valore della produzione nella filiera delle costruzioni e dei servizi tecnici connessi pari a 79,7 miliardi di euro, cui si sommano 36 miliardi di euro di produzione attivata nell’indotto, per un totale di almeno 115 miliardi di euro. Si stima che il gettito fiscale derivante da questa  produzione aggiuntiva possa ripagare circa il 70% della spesa a carico dello Stato per le opere di efficientamento sugli edifici. Si stima, inoltre, che l’impatto occupazionale del Superbonus per il periodo agosto 2020-ottobre 2022 sia stato pari a 900.000 unità di lavoro, tra dirette e indirette. Il Superbonus ha, inoltre, contribuito in modo rilevante a conseguire importanti risultati in termini di efficienza energetica attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, favorendo non solo gli interventi di efficientamento energetico degli edifici ma anche la riduzione del consumo di suolo. È proprio questa la portata rivoluzionaria della misura e sono questi gli interventi su cui lo Stato dovrebbe investire, i dati lo dimostrano. Lo stop a questi strumenti di incentivazione renderà meno attraenti per i cittadini gli interventi di riqualificazione edilizia tra l’altro proprio ora che la modifica della direttiva europea sulle case green individua obiettivi ambiziosi di efficientamento energetico in tempi molto ristretti. Qualcuno a Roma sta sottovalutando l’impatto che tutto questo avrà sulla tenuta sociale ed economica del Paese e sta perdendo la direzione che non solo l’Europa ma gli impatti che i cambiamenti climatici stanno producendo sul territorio ci impongono di seguire per conseguire importanti risultati in termini di efficienza energetica e rinnovabili. Bisogna trovare soluzioni per riportare il Governo a fare scelte economiche e ambientali sostenibili prima che sia troppo tardi.”