Domenica 11 febbraio, alle ore 17.30, al MUST, Museo storico della Città di Lecce, si terrà il finissage della mostra “Bosco di Lecce” di Yuval Avital. Per l’occasione, le sale che ospitano la mostra accoglieranno una performance teatrale itinerante in collaborazione con Teatro Koerja, che vedrà protagoniste le attrici della compagnia Andjelka Vulic, Emanuela Pisicchio, Luna Maggio e Federica Toni.
Con questa mostra, curata da Lorenzo Madaro (Polo Biblio-Museale di Lecce) con il coordinamento di Federica Tornese, Avital, poliedrico artista israeliano da tempo residente in Italia, si è messo in dialogo con Lecce in un processo di creazione collettiva, di performance, riti d’arte, composizioni materiche e opere concepite insieme alla cittadinanza e agli artigiani, trasformando idealmente gli abitanti del capoluogo salentino in alberi e la città in un bosco umano, per cercare di ridurre il crescente divario tra uomo e natura.
Nelle sale del Must, “Bosco di Lecce” è allestita come un’unica grande installazione immersiva, con grandi tele e trenta sculture, che rende conto di tutta l’azione artistica condivisa, in cui la coralità dei partecipanti e la molteplicità dei linguaggi si fondono in una stratificazione di esperienze.
La collaborazione tra l’artista e il Teatro Koreja, nata in occasione della residenza di Avital a Lecce, non si esaurisce con la realizzazione della performance “Radici”, presentata in una stanza dedicata del museo, ma prosegue per questa occasione aperta al pubblico. Un ultimo invito alla cittadinanza, coinvolta in performance e riti d’arte, accolta prima nell’atelier alla chiesetta di San Giovanni di Dio in via Palmieri e successivamente nella restituzione in museo, che ora potrà assistere ad una performance inedita e site-specific realizzata dall’artista con il Teatro Koreja.
In occasione della performance, domenica, sarà possibile visitare la mostra gratuitamente e saranno presenti Avital e Madaro per accompagnare i partecipanti nella visita.
Bosco di Lecce è l’atto conclusivo di un progetto di arte relazionale complesso e articolato, promosso dal Comune di Lecce – Assessorato alla Cultura, Must – Museo Storico della città di Lecce, sostenuto e finanziato da Regione Puglia, Teatro Pubblico Pugliese, Polo Biblio-museale di Lecce e concepito in collaborazione con Fondazione Biscozzi | Rimbaud.
«Concludiamo il progetto di Yuval Avital – dichiara l’assessora alla Cultura Fabiana Cicirillo – così come lo abbiamo concepito e realizzato, cioè nel segno della partecipazione, del coinvolgimento, della commistione fra linguaggi artistici diversi. Se nella mostra c’è l’arte materica, quella visiva, quella audiovisiva, con il finissage tutto questo sarà messo in dialogo con il teatro performativo di Koreja. Ringrazio tutte le persone che insieme a noi hanno creduto in questo progetto, dalla Regione con il direttore Aldo Patruno al Tpp con il presidente Paolo Ponzio e il vicepresidente Marco Giannotta, a tutto lo staff del Polo bibliomuseale diretto da Luigi De Luca, alla Fondazione Biscozzi Rimbaud. E naturalmente Yuval, Lorenzo e Federica che hanno tenuto insieme le fila di tutto permettendo alla città di vivere questa inedita e immersiva esperienza».
«Siamo felici di aver potuto accompagnare il Comune di Lecce e la Regione Puglia nella realizzazione di una mostra che è stata innanzitutto un atto partecipativo, fusione di linguaggi ed esperienze, il cui percorso, attraverso la grande installazione immersiva realizzata all’interno del Must, ha voluto colmare il divario tra uomo e natura, trasformando idealmente gli abitanti del capoluogo salentino in alberi e la città in un bosco umano», ha aggiunto Paolo Ponzio, presidente del Teatro Pubblico Pugliese.
Per Luigi De Luca, direttore del Polo Biblio-Museale di Lecce «il progetto dell’artista Yuval Avital ha rappresentato a fondo quanto il Polo, Regione Puglia e TPP intendono quando mettono assieme le proprie energie insieme ad altri partner per generare un pensiero attorno all’arte contemporanea. Non una mera esposizione contemplativa, ma un progetto attivo, capace di rigenerare luoghi e realtà, coinvolgendo associazioni e molti altri interlocutori, mettendo anche a disposizione le proprie competenze e le loro professionalità. L’arte contemporanea si nutre di dialogo e relazioni. Il Bosco di Lecce ha rappresentato tutto questo».