Quando si inizia a leggere “Il sogno avvelenato”, ci si sente catapultati in un’epoca, la nostra, che credevamo di conoscere, ma che attraverso le parole di Giuseppe Spedicato assume una nuova, inquietante profondità. Rita El Khayat, testimone diretta di terribili anni bui, ci introduce con la sua prefazione a un mondo di sofferenza e ingiustizia, un monito potente contro la repressione e la violenza che ancora oggi minacciano la nostra società.
Ma non è tutto. L’introduzione di Maurizio Nocera ci ricorda che la ferocia del potere è sempre in agguato, pronta a colpire chi si oppone. “Il sogno avvelenato” è un libro che scava nella memoria storica per illuminare il presente, un’opera che ci invita a non dimenticare, a non tacere, a non permettere che la storia si ripeta.
Il presente lavoro, dunque, vuole essere un testo divulgativo, ha l’intento di invitare alla riflessione e soprattutto al dialogo sulle tematiche trattate. Dialogo inteso come condivisione nella ricerca della verità o almeno di frammenti di verità. Non tutte le opinioni riportate nel lavoro sono condivise dall’autore, le si ritiene però utili per comprendere il punto di vista altro, soprattutto quando il soggetto che racconta non subisce il condizionamento della comunità di appartenenza, quando è un saltatore di muri, come diceva il compianto Alexander Langer. (dalla premessa dell’autore)
Dalla PREFAZIONE di Rita El Khayat – Quando Giuseppe Spedicato mi ha chiesto di scrivere la prefazione del suo libro, Il sogno avvelenato, ho subito pensato al testo da offrirgli come introduzione al contenuto del libro. Io ho vissuto in prima persona gli anni di piombo in Marocco e ne ho sofferto, ne ho sofferto tanto. Con le nostre parole, l’autore ed io, mettiamo a nudo ciò che fu quell’epoca. La sofferenza regnava sovrana ovunque. Noi non vogliamo che quanto già accaduto – coercizioni e ingiustizie, repressioni e torture morali o fisiche – sia ancora subito da altri esseri umani.
DALL’INTRODUZIONE di Maurizio Nocera – “Occorre non dimenticare la ferocia con la quale il potente di turno ha perseguitato, arrestato e, quando è stato per loro necessario, uccidere colui o coloro che lottavano per abbattere l’antico regime. Obbligo di non dimenticare dunque, perché la ferocia del potente è lì dietro la porta “
Giuseppe Spedicato – Nato a Lecce nel 1961, giornalista pubblicista, laurea in economia e commercio, laurea in mediazione linguistica, master in educazione interculturale. Ha lavorato per molti anni nel settore immigrazione. Ha pubblicato diversi lavori, tra questi: La maledizione della violenza – Se vogliamo la pace dobbiamo osteggiare le condizioni che la impediscono. Youcanprint, Lecce, 2022. Ha partecipato a molte pubblicazioni, tra queste: Riflessioni sulla cooperazione euro-mediterranea: il Marocco. Pubblicato in: La Puglia nel Mediterraneo – Nuove prospettive per la cooperazione euro-mediterranea, Antonella Ricciardelli e Giulia Urso (a cura di), Introduzione di Fabio Pollice. Università del Salento – Coordinamento SIBA, 2013. Focus sul Marocco. Il Marocco: un Paese tra Europa, mondo arabo e Africa-Subsahariana. Pubblicato in Questioni geopolitiche mediterranee, Attilio Pisanò (a cura di), Edizioni Scientifiche Italiane Napoli-Roma, 2011: The third way: Maghreb, the South and islamic femminism. Pubblicato nella rivista Palaver (dell’Università del Salento) – numero speciale in memoria del Prof. Bernard J. Hickey – Maria R. Turano (a cura di), 2009. Cooperazione ed integrazione nel mondo arabo e tra Unione Europea e mondo arabo. Pubblicato in: Donne, civiltà e sistemi giuridici, Curtotti, Novi, Rizzelli (a cura di), Dott. A. Giuffré Editore, Milano, 2007.
Rita Ghita El Khayat. Nata a Rabat (Marocco), è psichiatra, antropologa e scrittrice. Ha studiato medicina e psichiatria in Marocco e ha completato i suoi studi in Francia. Ha prodotto più di 350 articoli e 30 opere letterarie tra romanzi e saggi tradotti in varie lingue. Tra le pubblicazioni in italiano più importanti: “Lo schiaffo”, “Il complesso di Medea”, “Cittadine del Mediterraneo. Il Marocco delle donne”, “Aïni, amore mio. La defigliazione”, “Le figlie di Sherazade”, “Il legame”. Le sue opere si concentrano in particolare sulla condizione delle donne nel Maghreb. Plurinominata a livello mondiale come candidata al Premio Nobel per la Pace nel 2008, ha ricevuto la cittadinanza onoraria italiana nel 2006. È membro del Consiglio di amministrazione del Festival internazionale del cinema di Marrakech (FIFM).
Maurizio Nocera (1947), scrive da sempre. Suoi saggi su Joice Lussu, Nexhmije Hoxha, Nazim Hikmet, Antonietta De Pace, Antonio Verri, Salvatore Toma, Carmelo Bene, Pablo Neruda, Abraham Sergio Vuskovic Rojo, Yassir Arafat, Taofik Zaiad (sindaco di Nazaret). Socio ordinario (1981) della Società di Storia Patria per la Puglia, socio ordinario (1990) dell’Associazione internazionale di Bibliofilia presieduta da Umberto Eco (1932-2016), componente del Comitato “Salento per la Palestina”.ad aspettare di colpirti.
In copertina: La rinascita e l’infinito di Sofia Spedicato
Link diretto al libro nella sezione blog del sito della casa editrice I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno