Domenica 19 novembre, aprirà alla pubblica fruizione il Parco delle Cave di Marco Vito, un’area verde di 7 ettari, che si estende alle spalle della stazione ferroviaria, a sud della città, riqualificata su progetto del celebre architetto portoghese Alvaro Siza. Un parco urbano creato all’interno di una cornice naturale e suggestiva data dalle pareti di roccia delle cave dove storicamente è stata estratta la pietra leccese con cui sono stati realizzati le chiese e i palazzi barocchi del centro storico, che rendono Lecce famosa in tutto il mondo.
La festa pubblica e popolare
L’apertura avverrà con una festa pubblica e popolare organizzata dall’Amministrazione comunale per tutta la giornata dalle 10 alle 20 con la musica di Zagor Street Band, gli artisti di strada dell’associazione Gessetti e Straccetti e l’animazione per bambini con le mascotte dell’associazione Fantasia. Il ritrovo è fissato alle 10 nel cortile di Masseria Tagliatelle, in via del Ninfeo, per un breve saluto del sindaco Carlo Salvemini prima di entrare insieme nel nuovo parco.
La società Earth con l’archeologo Fabio Fabrizio terrà due turni di visite guidate del cinquecentesco Ninfeo delle Fate, che si trova all’interno di Masseria Tagliatelle, affacciata proprio sul Parco delle Cave: il primo alle ore 12.30 e il secondo alle ore 15 (occorre la prenotazione compilando il form sul sito www.masseriatagliatelle.it).
All’inaugurazione sarà presente uno dei progettisti del raggruppamento che fa capo a Siza, l’architetto Luigi Gallo, mentre non ci sarà perchè impegnato fuori città l’ex sindaco Paolo Perrone, invitato dall’attuale primo cittadino, che manderà un messaggio da leggere ai presenti.
Tre gli ingressi dai quali si potrà accedere al Parco: uno su via dei Ferrari (raggiungibile anche con il bus urbano – linea R11 con partenza dal capolinea di via Costa – e in bicicletta o in monopattino in sicurezza dalla pista ciclabile) e due posizionatti sui due lati di via del Ninfeo.
Da lunedì il Parco delle Cave sarà aperto tutti i giorni dalle 8 alle 20.30.
Le cave: dalla dismissione al progetto di Siza
Dismesse da decenni e lasciate per lungo tempo in stato di abbandono tanto da essere impropriamente utilizzate come discariche a cielo aperto, le ex cave di Marco Vito sono state individuate per una riqualificazione paesaggistica e ambientale, per la quale, nel 2009, il Comune di Lecce ha bandito un concorso internazionale di idee per la progettazione della Città dell’Arte e della Musica e del Parco Urbano delle Cave. Al concorso è risultato vincitore il Raggruppamento Temporaneo di Professionisti con capogruppo l’architetto portoghese Alvaro Siza, premio Pritzker per l’architettura, due volte Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia, insignito di numerosi premi, lauree ad honorem e riconoscimenti in tutto il mondo, l’architetto Carlos Castanheira, l’architetto Luigi Gallo e l’architetto Pedro Carvalho.
Nel 2010 si è proceduto alla realizzazione di un primo lotto funzionale della riqualificazione del Parco delle Cave, finanziato con 4 milioni di euro di fondi regionali come progetto prioritario e strategico nel Programma di Area Vasta. Nel 2013 è stato finanziato il secondo lotto, per un importo di 4,5 milioni di euro, nell’ambito del Contratto di valorizzazione urbana di aree degradate, Fondo per l’attuazione del Piano Nazionale per le Città, che prevedeva il completamento della riqualificazione urbana e ambientale del parco con la realizzazione del ponte, che ha permesso di fatto l’unificazione degli spazi del parco inizialmente separati da via del Ninfeo. Al ponte, icona del progetto di Siza, è stato dato anche il valore simbolico di trait d’union tra passato e futuro della città. Sono, infatti, grandi le prospettive di crescita di questa area urbana, che avrà a breve una nuova centralità, a seguito del completamento dei lavori di ribaltamento della stazione ferroviaria, tuttora in corso, con il nuovo ingresso previsto proprio da via del Ninfeo.
La riqualificazione ambientale e il parco urbano
Il parco sorge in un’area plasmata dall’evoluzione geologica e ricca di storia. La naturalità è data dal banco di roccia che lo delimita risalente all’età miocenica (23-25 milioni di anni fa), in cui si sedimentò la pietra leccese. La storia è, invece, raccontata dalle incisioni, visibili sulle alte pareti che perimetrano il parco, lasciate dallo “zocco” (strumento rudimentale in ferro usato fino alla metà del XX secolo), che testimoniano le fatiche dell’uomo per estrarre le pietre con cui è stata costruita la città.
Il disegno del parco asseconda la naturalità del luogo, con ampie distese “a prato” solcate da vialetti in stabilizzato terroso, muretti a secco che delimitano la profonda cavità, vegetazione propria della flora mediterranea ed essenze autoctone. Presente nel limite più a ovest la caffetteria, che andrà a breve a bando per la gestione.
Nel parco sono presenti due ampi terrazzamenti, uno in prossimità dell’ingresso di via dei Ferrari con la piantumazione di 50 lecci, l’altro in prossimità della caffetteria con la piantumazione di 50 carrubi. Oltre ad altre zone di carrubi per creare zone ombreggianti. Lungo tutto il perimetro del parco in prossimità di tutti i fronte cava sono state realizzate aree di siepi arbustive sia a bassa che ad alta quota per creare una barriera di sicurezza e di protezione per i visitatori del Parco. Gli arredi sono costituiti da tavoli e panchine in pietra leccese realizzate sempre su progetto di Siza. Infine, due le aree spettacoli individuate nei punti in cui l’acustica è ottimale, per la linearità dei fronti cava: una in prossimità dell’ascensore che porta alla caffetteria-servizi e l’altra, più piccola, in prossimità della masseria Tagliatelle.
Nel parco sono presenti complessivamente 700 alberature e oltre 8000 mq di percorsi.