Giovedì 11 maggio, dalle ore 12:00, saremo all’ingresso dell’Ateneo di Bari in Via Nicolai per rappresentare con le tende la precarietà generalizzata a cui la nostra generazione è sottoposta, e la gravità eclatante della strutturale crisi abitativa e del mercato degli affitti che ogni giorno viviamo sulla nostra pelle.
Da anni il carovita, aumentato con la crisi pandemica e l’economia di guerra e aggravato nei suoi effetti dai tagli netti al welfare, ai salari e ai diritti, fa di giorno in giorno peggiorare la condizione di vita delle classi popolari e il futuro che si prospetta per noi giovani. La gravissima crisi abitativa che stiamo vivendo è conseguenza di questo processo, che ha visto le classi popolari espulse dai loro quartieri a causa della gentrificazione, un aumento preoccupante di sfratti e sgomberi, e interi quartieri trasformati in dormitori per fuorisede, con affitti al limite dell’insostenibilità e contratti inesistenti.
A questa situazione hanno condotto le politiche scellerate dei governi succedutisi in questi anni, tanto di centrodestra quanto di centrosinistra, di cui quello attuale raccoglie il testimone.
A peggiorare il quadro per le giovani generazioni interviene l’insufficienza delle misure di garanzia del diritto allo studio, prime su tutte quelle per gli alloggi: non solo è stato rimosso l’equo canone e nessuno pensa più di calmierare gli affitti mettendo paletti al mercato, ma è per molti impossibile trovare posti nelle residenze e negli studentati pubblici, pochi e gravemente definanziati. Come se non bastasse, sull’onda della gentrificazione si promuove la costruzione di studentati privati e di lusso: l’ultimo schiaffo agli studenti e ai giovani lavoratori delle classi popolari.
Di fronte a una situazione tanto tragica, occorre un’immediata inversione.
VOGLIAMO:
•un REDDITO UNIVERSITARIO per gli studenti delle classi popolari, unica misura possibile in questa fase per contrastare l’esclusione di classe dai percorsi di formazione, garantire la possibilità di accedere agli studi universitari, ma anche di completarli senza essere schiacciati dal ricatto del merito e dalla necessità di lavorare in condizioni di precarietà e sfruttamento per potersi sostenere economicamente nel corso degli studi. Un reddito che sia pagato attraverso la tassazione di tutte quelle aziende private ormai completamente inserite nei nostri atenei, che dai nostri percorsi di studio e dalla ricerca traggono profitti e forza lavoro qualificata secondo le esigenze di mercato.
A tale misura non possono non seguire:
• Un piano pubblico di investimenti per l’ampliamento delle strutture residenziali esistenti e per la costruzione di nuovi studentati che rimangano in mano pubblica;
• L’interruzione di tutti i progetti co-finanziati e delle convenzioni con i privati, per riportare l’intervento sulle politiche abitative in mano a MUR e MIMS;
• L’abolizione della legge 431/98 e la reintroduzione dell’equo canone per calmierare il mercato degli affitti privati, con istituzione di una specificità mirata alla condizione studentesca.
L’unica strada per imporre questo cambio di direzione è la mobilitazione: dalle scuole ai quartieri, passando per le nostre università, dobbiamo unire la lotta di studenti, giovani e lavoratori contro un governo e una classe politica che ci stanno conducendo alla rovina. Dovremo perciò portare anche fuori dall’università, nelle piazze e per le strade, le nostre rivendicazioni, a partire dalla data di SCIOPERO GENERALE DEL 26 MAGGIO CONTRO IL GOVERNO MELONI E L’ECONOMIA DI GUERRA