CENTRALE EOLICA OFFSHORE DI FRONTE A COSTA BASS0 SALENTO
PAGLIARO: “DA ODRA INFORMAZIONI FUORVIANTI E INOPPORTUNE”
“A seguito delle dichiarazioni diffuse da Odra Energia riguardo al progetto di un parco eolico offshore a poco più di sei miglia dalla costa del Basso Salento, riteniamo doveroso evidenziarne l’inopportunità e il carattere fuorviante.
Le informazioni diffuse si basano su un sondaggio commissionato dalla stessa Odra Energia, senza un’adeguata verifica dei dati. Un sondaggio su un campione di mille pugliesi, su una popolazione di 4 milioni di abitanti, è del tutto inattendibile. È stata inoltre enfatizzata la promessa di 5mila posti di lavoro, un numero che perfino il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha chiesto di supportare con fonti certe. In realtà, l’occupazione stabile prevista per impianti simili è di appena 20-30 unità, come dimostrano studi e l’analisi di impianti già esistenti, come quello di Marsala.
Si è inoltre minimizzata la forte opposizione sociale e istituzionale al progetto, riducendola a poche voci critiche. In realtà ben 72 amministrazioni comunali, la Provincia di Lecce, oltre a numerose associazioni e comitati, hanno espresso un netto rifiuto. Anche la Regione Puglia, pur mantenendo una posizione ambigua, ha riconosciuto l’incompatibilità del progetto con il paesaggio regionale, come dichiarato dall’ex assessora all’Ambiente Anna Grazia Maraschio.
Va sottolineato che la tecnologia di ancoraggio proposta da Odra Energia per un impianto di tali dimensioni non è mai stata realizzata al mondo. Studi tecnici, tra cui quelli espressi dal Tar Lazio e dalla Commissione Tecnica VIA-VAS, hanno evidenziato gravi problemi di sicurezza e stabilità, con il rischio di collassi strutturali, malfunzionamenti e derive delle strutture galleggianti.
L’impatto paesaggistico sarebbe devastante: turbine alte fino a 315 metri, con rotori di 280 metri di diametro, comprometterebbero irrimediabilmente la percezione dell’orizzonte, un elemento identitario per le comunità costiere. Il Consiglio di Stato ha chiarito che alterare la linea di separazione tra cielo e mare è una violazione del paesaggio, indipendentemente dall’esistenza di specifici vincoli amministrativi.
Continueremo a difendere il territorio del Salento, e non solo, da progetti speculativi che ne minacciano la bellezza, l’identità, l’economia e il paesaggio, con il sostegno delle istituzioni e dei cittadini”.
Le informazioni diffuse si basano su un sondaggio commissionato dalla stessa Odra Energia, senza un’adeguata verifica dei dati. Un sondaggio su un campione di mille pugliesi, su una popolazione di 4 milioni di abitanti, è del tutto inattendibile. È stata inoltre enfatizzata la promessa di 5mila posti di lavoro, un numero che perfino il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha chiesto di supportare con fonti certe. In realtà, l’occupazione stabile prevista per impianti simili è di appena 20-30 unità, come dimostrano studi e l’analisi di impianti già esistenti, come quello di Marsala.
Si è inoltre minimizzata la forte opposizione sociale e istituzionale al progetto, riducendola a poche voci critiche. In realtà ben 72 amministrazioni comunali, la Provincia di Lecce, oltre a numerose associazioni e comitati, hanno espresso un netto rifiuto. Anche la Regione Puglia, pur mantenendo una posizione ambigua, ha riconosciuto l’incompatibilità del progetto con il paesaggio regionale, come dichiarato dall’ex assessora all’Ambiente Anna Grazia Maraschio.
Va sottolineato che la tecnologia di ancoraggio proposta da Odra Energia per un impianto di tali dimensioni non è mai stata realizzata al mondo. Studi tecnici, tra cui quelli espressi dal Tar Lazio e dalla Commissione Tecnica VIA-VAS, hanno evidenziato gravi problemi di sicurezza e stabilità, con il rischio di collassi strutturali, malfunzionamenti e derive delle strutture galleggianti.
L’impatto paesaggistico sarebbe devastante: turbine alte fino a 315 metri, con rotori di 280 metri di diametro, comprometterebbero irrimediabilmente la percezione dell’orizzonte, un elemento identitario per le comunità costiere. Il Consiglio di Stato ha chiarito che alterare la linea di separazione tra cielo e mare è una violazione del paesaggio, indipendentemente dall’esistenza di specifici vincoli amministrativi.
Continueremo a difendere il territorio del Salento, e non solo, da progetti speculativi che ne minacciano la bellezza, l’identità, l’economia e il paesaggio, con il sostegno delle istituzioni e dei cittadini”.