Domani ricorre l anniversario del 4 novembre e la festa delle forze armate.
Nel contempo si ricordano ed onorano i caduti i feriti i combattenti e i reduci di tutte le guerre.
Spesso assistiamo alle maggiori cerimonie sia nel Sacrario di Redipuglia oppure alla tomba del milite Ignoto meglio conosciuto come Altare della Patria.
Conseguentemente si è portati a pensare che i Sacrari e Cimiteri di guerra siano a ridosso della linea del fronte della Grande Guerra, ripartiti tra Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Eppure ne abbiamo 2 nella nostra Puglia di cui 1 vicinissimo e precisamente il momento al Marinaio sito nel quartiere Casale di Brindisi e l altro quello dei Caduti d’oltremare sito nel quartiere Japiglia di Bari, dove riposano i resti mortali sia dei Caduti della 2 guerra mondiale sul fronte greco albanese, dei caduti di alcune guerre coloniali e dei combattenti della Grande Guerra caduti in Albania.
Vi sono sepolti molti nostri conterranei Salentini ( della Divisione Acqui caduti a Cefalonia).
Invece il monumento al marinaio di Brindisi ricorda le battaglie combattute sul mare durante la prima guerra mondiale, non meno importanti dal punto di vista strategico, di quelle combattute nelle zone di confine con l impero austro-ungarico, il blocco del canale d Otranto onde impedire i rifornimenti agli austro-ungarici.
Fatta questa premessa vengo al dunque chiedo a voi ed a me stesso come mai nessuna scolaresca va mai a visitare questi luoghi?
Nel 2018 il Preside Portaccio partecipò con uno stand organizzato da docenti ed alunni del Istituto Calasso alla fiera dell’offerta formativa tenutasi a Verona.
Lo stand aveva come tema le vicende legate alla tragedia delle Foibe.
In quella occasione la Regoone Veneto aveva allestito delle camere multimediali che immergevano il visitatore sia negli addestramento ma soprattutto in una simulazione di assalto alla baionetta contro una trincea sul Carso.
Confido, specie in chi come me ha prestato il servizio militare, che già a rivivere quella situazione fosse anche in modo simulato, mi ha fatto rivivere il sacrificio di questi nostri Fratelli Italiani; ho rivissuto i racconti dei miei 2 nonni e dei loro commilitoni.
Soprattutto mi ha fatto capire ancora di più l Amore di Patria.
Non nel senso nazionalistico del termine ma rinverdendo un moto risorgimentale che “chi per la Patria muor, vissuto è assai”.
Purtroppo al paragone di ciò che sentiamo quotidianamente ed in particolar modo in questi giorni circa il coinvolgimento di appartenenti alle Forze dell ordine ed apparati dello Stato deviati in operazioni al di fuori dei doveri istituzionali per favorire illeciti, faccio il paragone con coloro che fecero il proprio Dovere.
C’è ne dovremmo ricordare tutti ogni giorno.