ATTIVAZIONE DEL COC TARDIVA DA PARTE DEL SINDACO
Cambiamento climatico? Fatalità? Dolo di pochi sconsiderati? No: quello che è accaduto ieri a san Cataldo è il chiaro, chiarissimo risultato dell’incuria e della strafottenza di quest’amministrazione comunale nei confronti del territorio, dell’habitat e della pubblica sicurezza.
Il perché è presto detto. In questi ultimi anni, infatti, non sono state mantenute o ripristinate le lingue tagliafuoco intorno alle pinete e alle aree boschive del litorale, non è stato messo in cantiere nessun piano generale per la pulizia dei terreni privati incolti e abbandonati, gli sfalci e la pulizia dei terreni e delle aree pubbliche sono stati realizzati senza criterio e a macchia di leopardo.
Ma c’è di più, e veniamo alla tragica cronaca di ieri: perché ieri, mentre San Cataldo bruciava e c’era disperato bisogno di coordinare gli interventi di soccorso, non è stato attivato nessun Centro Operativo Comunale, responsabile in questi casi delle attività a livello locale – il cui massimo punto di riferimento è il sindaco o un suo delegato, secondo la legge 225/1992. Nessuna ordinanza è stata adottata in merito; a questo si è provveduto soltanto oggi, oggi che la città si ritrova a fare i conti con un patrimonio boschivo secolare andato in fumo e tanta gente è a tu per tu con le macerie annerite delle sue case.
A queste persone – di cui condivido il dolore immenso – tutta la mia solidarietà, tutta la mia comprensione, tutto il mio possibile sostegno. Ma non posso trascurare le falle nel sistema collettivo di protezione del territorio rilevate nella tragica giornata di ieri: che fine ha fatto per esempio il sistema di allarme pubblico per l’informazione diretta alla popolazione, che dirama ai telefoni cellulari presenti in una determinata area geografica messaggi utili in caso di gravi emergenze o catastrofi imminenti o in corso, nonostante il servizio sia regolarmente pagato da parte del Comune? E perché il sindaco e i suoi assessori hanno preferito godere di un momento di visibilità sul luogo del disastro, con la solita passerella dal sapore politico-elettorale, anziché rimanere in ufficio a coordinare gli interventi come vorrebbe il piano di protezione civile per questi casi drammatici, che nonostante le conferenze stampa trionfalistiche del caso non è stato attuato?
È facile oggi prendersela con la follia dei piromani, che devono essere puniti molto severamente una volta accertate le responsabilità, ma la confusione con cui sono state gestite le operazioni di sgombero dell’intera area, e la mancanza di informazioni in tempo reale per la gente che non sapeva cosa fare e dove andare, non sono da addebitare a questi sconsiderati. Per fortuna esistono i vigili del fuoco, la polizia locale, i volontari della Protezione civile, che come al solito non si sono risparmiati per fermare il fuoco e mettere in sicurezza persone, animali e cose, e l’Esercito Italiano che non ha esitato, con i suoi uomini e con i suoi mezzi, a realizzare le lingue tagliafuoco che il Comune non ha mai inteso realizzare: a loro la nostra infinita gratitudine.
ANDREA GUIDO