Agrumeti danneggiati: arrivano i fondi per i produttori

Agrumeti danneggiati: arrivano i fondi per i produttori

Dalla ‘Tristeza’ degli agrumi (Citrus tristeza virus) al mal secco (Plenodomus tracheiphilus). Arrivano i fondi a favore dei produttori di agrumi danneggiati, è allarme per l’invasione in Puglia di virus e patogeni alieni che causano danni nei campi distruggendo le coltivani, per cui arrivano i fondi a favore dei produttori di agrumi. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in riferimento alla pubblicazione del decreto interministeriale, sottoscritto dal Masaf di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, che destina al settore agrumicolo 9.437.914 euro (2.000.000 di euro di fondi residui del 2022 e 7.437.914 euro stanziati per il 2023) a valere sul “Fondo per la qualità e la competitività delle produzioni delle imprese agrumicole e dell’intero comparto agrumicolo”.

La tristezza del agrumi (Citrus tristeza virus) è originario del sud-est asiatico – dice Coldiretti Puglia – mentre il mal secco (Plenodomus tracheiphilus) fu osservato per la prima volta nel 1834 in Grecia, nelle isole dell’Egeo, anche se si ritiene abbia origine in Asia centrale, malattie che con i cambiamenti climatici divengono sempre più aggressive.

Con i fondi interministeriali stanziati per il comparto agrumicolo, si possono finanziare espianto e reimpianto di agrumeti – rendo noto la Coldiretti Puglia – danneggiati gravemente dalle fitopatie, impianti antigrandine finalizzati alla protezione delle colture che siano state colpite dal malsecco degli agrumi, adozione di tecniche di potatura finalizzate a evitare la diffusione del patogeno del malsecco degli agrumi sulle piante sane. Possono beneficiare dei sostegni le imprese agricole che svolgono quale attività primaria la produzione di agrumi e il cui patrimonio agrumicolo risulti, anche in parte, danneggiato dal virus della tristezza degli agrumi e/o del mal secco, con il contributo per ciascuna domanda che non può superare l’80% del massimale di spesa e deve riguardare una superficie minima di almeno 1 ettaro.

Gli importi stabiliti – aggiunge Coldiretti Puglia – per impianto ed espianto, riferiti ad 1 ettaro, sono di 2.428 euro per le spese di espianto, 2650 euro per impianto e preparazione del terreno, 3.000 per la messa in opera degli astoni e 4.200 euro per il materiale vivaistico, mentre per quanto riguarda gli impianti antigrandine il riferimento è alle tabelle standard dei costi unitari degli impianti arborei – Unità di Costo Standard Misura 4 PSR Rete Rurale Nazionale luglio 2022.

“Le importazioni dall’estero di agrumi con foglia – denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo – senza che siano accompagnate da regolare passaporto verde, hanno causato la rapida diffusione di patologie che hanno attaccato il patrimonio arboreo e produttivo made in Italy. Ciò espone il nostro territorio agli attacchi da parte di virus alieni, come la ‘tristeza’ degli agrumi, che arrivano da noi a causa delle ‘barriere colabrodo’ dell’UE che non controlla il materiale vegetale in entrata”.

Le imprese agricole che si dedicano alla produzione di agrumi in provincia di Taranto – ricorda Coldiretti Puglia – sono 1.041, il 9% del totale dell’imprenditoria agroalimentare jonica, con una produzione di clementine, arance e mandarini di 1,9 milioni di quintali, e tale patrimonio va valorizzato attraverso un piano straordinario agrumicolo ed un sostegno al reddito, considerato anche il fatto che la concorrenza sleale dei Paesi comunitari ed extracomunitari sta determinando un calo dei prezzi di vendita del 25%. In provincia di Foggia si producono 103mila quintali di arance e limoni, in un’area ad alto rischio di dissesto idrogeologico, caratterizzata da agrumeti storici.

Sotto accusa è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo – insiste Coldiretti Puglia – che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni e che affrontano un prodotto alla volta. Per effetto dei cambiamenti climatici e della globalizzazione si moltiplica l’arrivo di virus e insetti che provocano stragi nelle coltivazioni e per questo serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia a livello comunitario che nazionale – insiste Coldiretti – anche con l’avvio di una apposita task force. Ma i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che richiede un impegno delle Istituzioni per accompagnare innovazione dall’agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no ogm alla quale la Commissione Europea, anche grazie al pressing di Coldiretti, sta finalmente aprendo le porte.