Clima, neve e pioggia possono salvare la Puglia da siccità: -92 mln metri cubi acqua negli invasi

Clima, neve e pioggia possono salvare la Puglia da siccità: -92 mln metri cubi acqua negli invasi

La pioggia e la neve possono salvare la Puglia dalla siccità dopo il caldo anomalo che ha causato gravi sintomi di stress idrico, con i quantitativi di acqua negli invasi che segnano -92milioni di metri cubi, pari a -73% di scorte idriche rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, uno scenario che si aggrava pesantemente ai danni dell’agricoltura pugliese che ha perso già il 50% del cibo e dei prodotti simbolo della Dieta Mediterranea, ma l’emergenza è anche per l’uso potabile, con la riduzione della pressione nella distribuzione della rete idrica che porta acqua nelle case.  E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti Puglia, sulla base dei dati ANBI; in relazione agli effetti delle piogge a macchia di leopardo in Puglia e delle nevicate nel foggiano, ma a preoccupare sono gli eventi estremi e soprattutto la grandine.

 

Importante è infatti – sottolinea la Coldiretti regionale – che il cambiamento climatico sia progressivo, senza ondate di freddo estremo e gelate improvvise ma anche manifestazioni violente che distruggono le coltivazioni, come la grandine. Le precipitazioni – precisa la Coldiretti – sono importanti per ripristinare le scorte di acqua negli invasi  e nei terreni asciutti.  Anche la pioggia deve cadere – continua la Coldiretti – in modo costante e durare nel tempo, mentre i forti temporali, soprattutto se si manifestano con precipitazioni intense, rischiano di provocare danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti.

 

La grandine invece – sottolinea la Coldiretti Puglia – è l’evento climatico avverso più temuto dall’agricoltura in questa fase stagionale per i danni irreversibili che provoca alle coltivazioni in campo, perché colpisce frutta e ortaggi in modo da provocarne la caduta o danneggiandoli in modo tale da impedirne la crescita o lasciando deformazioni tali da renderli non adatti alla commercializzazione. Un evento climatico avverso che – precisa la Coldiretti regionale – si ripete sempre con maggiore frequenza ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche più grandi di una palla da tennis.

 

A causa della mancanza di acqua – denuncia Coldiretti Puglia – sono balzati alle stelle i costi di carburante per l’irrigazione e in difficoltà per l’allarme siccità fuori stagione sono in realtà tutte le colture in campo a causa della maturazione contemporanea delle verdure. Una situazione preoccupante in Puglia – sottolinea la Coldiretti Puglia – dove a causa della siccità grave del 2024  si registrano raccolti dimezzati dalle ciliegie al grano, dal miele fino alle olive. Per la siccità e le temperature ben al di sopra della norma sin dall’inverno ne hanno fatto già le spese le clementine che sono finite al macero, compromesse dalla mancanza di acqua che ne ha inibito l’accrescimento, ma anche la produzione di grano per fare pane e pasta risulta dimezzata per effetto della prolungata siccità che ha stretto tutta la regione in una morsa per mesi causando il taglio delle rese. La crisi idrica ha determinato un calo drastico di foraggio verde nei pascoli con l’aggravio dei costi per l’acquisto di mangimi per garantire l’alimentazione degli animali nelle stalle, ma anche gli apicoltori hanno dovuto dire addio ad oltre 1 vasetto di miele su 2 con le api stremate senza cibo per le fioriture azzerate, con il 60% in meno di raccolta condizionata dal caldo e dalla siccità. Ma a preoccupare è l’andamento della campagna di raccolta delle olive, dove si registra finora un crollo di oltre il 40% delle quantità rispetto all’anno scorso.

 

Ma nelle campagne gli effetti si fanno sentire anche – precisa la Coldiretti Puglia – per i parassiti che sono rimasti attivi con le temperature miti e attaccano più facilmente le colture ancora in campo, come avviene peraltro nelle città dopo sono ancora diffuse zanzare e mosche. Una conferma del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti regionale – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola.

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