Riparte ufficialmente in questi giorni il nuovo anno scolastico. Ogni comunità scolastica si sta preparando ad avviare tutte le attività organizzative e didattiche in modo da accogliere nel miglior modo possibile gli studenti nelle prossime settimane.
Il mio pensiero va ai dirigenti, particolarmente a coloro che per la prima volta incontreranno il collegio dei docenti. Sono sicuro che insieme si potrà rendere l’ambiente scolastico un luogo lavorativo ed educativo all’insegna della serenità e della corresponsabilità.
Vista la mia esperienza personale sia come insegnante, sia come incaricato per la scuola dei vescovi pugliesi, conosco bene il peso che grava su di voi. Vedervi passare davanti generazioni di studenti, di ragazzi e ragazze che si stanno aprendo alla vita, di giovani in crescita che si preparano al mondo universitario e lavorativo, ed avere il compito di accompagnarli, trasmettendo loro conoscenze, competenze e valori, è una responsabilità grandissima.
Abbiate veramente a cuore chi vi viene affidato dalle famiglie e in questo momento molto particolare della storia. Attraverso la cultura, in tutte le sue espressioni e applicazioni, siate esempio di amore alla vita, di rispetto della dignità umana, di rispetto dei propri simili (qualsiasi sia il colore della loro pelle, il paese di origine o la cittadinanza), di tutela di quel Creato che loro avranno in eredità.
Un augurio di buon lavoro anche a tutto il personale amministrativo, che, anche se opera nel silenzio e nel nascondimento, è così importante e fondamentale per la vita della scuola.
Cari ragazzi, il vescovo è con voi in questo nuovo inizio. Fidatevi dei vostri genitori, dei vostri docenti e di tutti coloro che vi vogliono bene e credono fermamente nell’importanza fondamentale della vostra maturazione umana e culturale. Provate a stare lontani dai pericoli che il mondo vi propone come soluzione ai problemi esistenziali: le droghe – leggere o pesanti che siano -, l’alcool, la “spazzatura” che trovate sulla rete… non aprono spiragli di fiducia ma possono davvero rovinarvi la vita con poche possibilità di riprenderla in mano.
Sarà un anno speciale anche per voi: a dicembre Papa Francesco aprirà il Giubileo per fare memoria dei 2025 anni dalla nascita di Gesù ma anche per ribadire ancora una volta – spesso repetita iuvant – che la cultura cristiana è stata la vera novità della storia e che essa, da oltre due millenni, fa parte della vita dell’uomo in ogni continente.
Il Papa lo ha ribattezzato il Giubileo della speranza. Un auspicio, un augurio, una benedizione.
Sia anche per tutti voi, educatori e alunni, un “anno scolastico giubilare”, un anno di gioia, un anno di speranza, quella speranza che non delude. La speranza che si possano mettere, proprio nella scuola, le basi di una civiltà dell’amore, senza guerre, senza divisioni ed esclusioni. La speranza che i potenti della terra tornino a credere e a operare per la pace universale.
La speranza, scriveva Peguy, la sorella piccola tra la fede e la carità, è “la piccola, quella che va ancora a scuola. E che cammina. Persa nelle gonne delle sue sorelle. È lei, quella piccina, che trascina tutto. Perché la fede non vede che quello che è. E lei vede quello che sarà. La carità non ama che quello che è. E lei, lei ama quello che sarà”.
Buon anno, buona speranza, buona vita. Dio vi benedica.