Uno scenario da fine impero

Uno scenario da fine impero

Uno scenario da fine impero

La cronaca politica di queste ultime settimane, a partire dall’inchiesta “codice interno” per finire agli arresti eccellenti di questi ultimi giorni, ci consegnano una città insicura, politicamente corrotta e in larga parte soggiogata dalla criminalità organizzata. L’azione politica di questa amministrazione ha mostrato tutti i suoi limiti. Negli ultimi vent’anni in Puglia l’interesse principale della politica si è trasformato, non è più la ricerca di realizzare il bene comune, per la cui definizione è rilevante la visione liberale, socialista o cristiana dell’uomo e del mondo, ma l’interesse è diventato quello di conquistare il potere, associandosi per sfruttare le risorse che la politica può amministrare, perseguendo interessi personali, di gruppi e di consorterie, distribuendo rendite.

Noi Moderati siamo garantisti e che gli indizi, che dei magistrati hanno ritenuto rilevanti per misure di custodia cautelare, di amministrazioni giudiziarie, non siano automaticamente prova di colpevolezza è ovvio ed è stabilito dalla Costituzione; tuttavia, per quanto letto negli atti pubblici e per quanto riportato dalla stampa, essi non paiono campati per aria e, soprattutto, le responsabilità politiche di chi ha gestito l’amministrazione pubblica regionale e barese sono assai rilevanti.

E’ uno stillicidio quotidiano di assessori e dirigenti regionali, consiglieri e dirigenti comunali, collaboratori diretti del governatore regionale e del sindaco metropolitano, protagonisti di indagini di malaffare, corruzione, appalti truccati, ottenimento di denaro in cambio di favori, collusione con la criminalità, voto di scambio. Uno scenario da fine Impero, dove l’illegalità e l’immoralità pubblica hanno pervaso ogni livello del governo regionale e della amministrazione locale, senza più alcun ritegno e pudore morale, ne rispetto delle regole e delle istituzioni.

Oggi sembra di rivivere in Puglia una nuova “mani pulite”. Rispetto a vent’anni fa, però, quando l’opinione pubblica si ribellò alla corruzione e al crimine di tangentopoli, oggi nella nostra regione dominano non solo la sfiducia e la rassegnazione, ma il disinteresse e l’indifferenza per questo stato di cose. Il marcio è ritenuto normale, la corruzione la regola, l’interesse privato a scapito di quello pubblico una furberia, l’uso della politica per arricchirsi e fare esclusivamente i propri interessi un vanto da sfoggiare di fronte a tutti. In vent’anni sono stati mutati geneticamente i valori e i riferimenti morali. È stata data legittimità politica e culturale all’illegalità.

Trasformare le istituzioni regionali e comunali in bivacco di affaristi e faccendieri sotto le mentite spoglie di “civici”, definiti dai mass media il sistema Cataldo e il sistema Pisicchio, ha portato giorno dopo giorno ad abbassare fino ad annullare qualunque soglia di moralità, qualunque principio di giustizia, qualunque rispetto verso le istituzioni, qualunque senso del limite e del decoro. Naturalmente, nessuno ammette le proprie responsabilità. Il governatore continua per la sua strada, non azzera la giunta, è disposto a prendere schiaffi da Conte e farsi commissariare dai 5 Stelle, asseconda a fasi alterne la Schlein, mostra tranquillità e continua a controllare le truppe.

Tra qualche settimana, qui a Bari, i cittadini saranno chiamati a votare per le elezioni amministrative e per le elezioni europee. Vorremmo parlare e confrontarci sui temi politici che riguardano la città, l’Europa, ma l’attualità non ce lo consente. Il clima per svolgere la campagna elettorale non è dei migliori, la gente è diffidente, disillusa, tende a fare di tutta l’erba un fascio. Il disagio che avvertiamo in queste settimane, in questi giorni sarà la radice dell’astensionismo che avremo nella prossima tornata elettorale, un astensionismo che indebolirà e corroderà ulteriormente le fondamenta democratiche della società civile.

La responsabilità politica, in questo caso, è del tutto evidente.

Non so se i baresi avranno la forza di reagire, me lo auguro. L’auspicio è che qualcosa possa cambiare, che si prenda atto del fallimento della sinistra e con coraggio e determinazione si voti per dare discontinuità alla fallimentare gestione politica e amministrativa di questa città e di questa regione.

Luigi Barnabà

Coordinatore cittadino Noi Moderati