Les Trois Lézards al Fondo Verri di Lecce

Les Trois Lézards al Fondo Verri di Lecce

Domenica 18 febbraio (ore 20 – posti limitati – ingresso con contributo associativo – info e prenotazioni 3273246985 – 3392063444 – fondoverri@tiscali.it) al Fondo Verri in via Santa Maria del Paradiso a Lecce la rassegna di musica e parole Tutti Solo, con la direzione artistica di Giorgia Santoroospita un evento speciale promosso da Nuovo IMAIE. Il quartetto Les trois lézards presenterà i brani del cd d’esordio “Gli uomini poetici”, prodotto dall’etichetta salentina Dodicilune (nella collana editoriale Controvento), distribuito in Italia e all’estero da Ird e nei migliori store on line da Believe Digital. Il gruppo formato dal fisarmonicista, compositore e cantante francese ma da molti anni attivo nel Salento Emmanuel Ferrari (già anima del progetto Les Troublamours) e dai tre pugliesi Giovanni Chirico (sax alto e baritono, voce), Giorgio Distante (tuba, tromba, euphonium, voce) e Roberto Chiga (tamburello, grancassa, voce) propone dieci canzoni originali di musica popolare dell’ipoetico paese della Tadjiguinia. «In questo stato di spirito non si parla tadjiguino ma italese, franciano, l’altro-salentino, il gattico, il melodico… e soprattutto si suona», raccontano i quattro musicisti. «Ci vive un principe non-principe, Ninour il vagabondo principale. Ninour ha tante storie tadjiguine da raccontare, come quella d’amore con Carmelina o il viaggio di Gino, l’emigatto. Ninour narra l’ubriacatura oceanica di Théodule il funambolo e l’inscontro con Magda la trapezista, la passione per le erbe aromatiche di Leone il nano saggio e l’innamoramento infelino di Gino. E poi spiega, a chi sa ascoltare, perché in Tadjiguinia non ci sono uomini politici ma uomini poetici». I brani di Les trois lézards sono dinamici e ritmici. Improvvisazione e assoli fanno parte del gioco e portano l’ascoltatore a essere sempre al centro della musica come accerchiato dalle note e dagli strumenti. Che sia valzer o quadriglia, che sia ska o funky, la voglia è sempre quella di ballare. Gli strumenti utilizzati sono semplici, acustici e non hanno ausilio di macchine digitali e sequencer ma il suono che ne viene fuori potrebbe far pensare il contrario. Le linee di basso guidate dai fiati di Giovanni Chirico e Giorgio Distante e le ritmiche sul tamburello di Roberto Chiga viaggiano insieme compatte, richiamano atmosfere funk, disco-music, house, techno e hip-hop; le melodie di Emmanuel si intrecciano ad esse tra il romanticismo del valzer francese e i ritmi dispari di Grecia e Balcani.