A Specchia la Candelora 2024: una ricorrenza dell’antica tradizione del borgo più bello d’Italia

A Specchia la Candelora 2024: una ricorrenza dell’antica tradizione del borgo più bello d’Italia

Venerdì 2 febbraio a Specchia si svolgerà la “Fiera della Candelora”, appuntamento secolare che ogni anno richiama numerosi visitatori, con la vendita di capi di abbigliamento, alimentari, calzature, utensili per la casa, attrezzature per la lavorazione della terra, e si svolgerà in Piazza del Popolo e lungo via Umberto I, Via Plebiscito, via Amendolara e via Matteotti.

La “Fiera della Candelora” è una delle più antiche e tipiche manifestazioni salentine, che richiama numerosi visitatori e venditori. Già nel numero del 11 febbraio 1899 de “La Provincia di Lecce” così si leggeva: “Quest’anno la fiera della Candelora è riuscita molto importante, benché il tempo fosse minaccioso,il concorso dei forestieri,dei negozianti,dei venditori e dei compratori è stato eccezionale. Si son fatti moltissimi affari e i contratti per compravendita di bestiame grosso e minuto sono stati di gran lunga superiori a quelli degli anni scorsi,benché i prezzi in generale siano stati piuttosto sostenuti.” Solo in questa giornata dell’anno, i contadini locali vendono le“pestanache”, caratteristiche carote dolci, caratteristiche carote di polpa dolce, consumate come ortaggio, crude o cotte, usate anche come aromatizzante per le vivande di utilizzo quotidiano, un prodotto che i contadini hanno accuratamente coltivato per tutto l’anno.

Nel Borgo più Bello d’Italia la celebrazione è particolarmente sentita dalla comunità che la rivive attraverso significativi segni ereditati dall’antica tradizione. Il termine deriva dall’antico latino “candelorum”, per “candelaram”, benedizione delle candele, attribuito dai cristiani alla festa celebrata in ricordo della Presentazione del Signore e Purificazione della Vergine Maria, quando l’anziano Simeone introdusse il piccolo Gesù con la frase “luce per illuminare le nazioni”. Un rito che simboleggia la luce e l’uscita dalle tenebre cioè dall’inverno, passaggio molto importante soprattutto nelle civiltà rurali. Secondo la legge giudaica, il primo figlio maschio doveva essere mostrato nel tempio 40 giorni dopo la nascita e si celebrava la purificazione di Maria, in quanto, dopo il parto di un maschio, una donna era considerata impura per un periodo di quaranta giorni.

Specchia è tra i pochi paesi salentini in cui viene festeggiata questa ricorrenza, nella Chiesa Madre è possibile ammirare una composizione di statue in cartapesta che rappresenta la Presentazione al Tempio, chiamata dagli specchiesi “Cannalora” (come si pronuncia in paese), composta da San Simeone, San Giuseppe, la Vergine Maria e Gesù Bambino, secondo F. Fersini: “L’opera è da collocare ai primi anni del Novecento e probabilmente venne commissionata dopo il 1878…”. Nelle 43 parrocchie della Diocesi di Ugento-S. Maria di Leuca non esiste qualcosa di simile che raffiguri la Presentazione di Gesù Bambino al Tempio e fino agli anni Sessanta del secolo scorso veniva portata in processione per le vie del paese.

Venerdì 2 febbraio, le Sante Messe saranno celebrate dal Parroco, Don Antonio Riva, in Chiesa Madre alle ore 8.00, alle 10.30 con la Benedizione dei Bambini nati nel 2023. Alle ore 18.45 presso la Chiesa della Madonna Assunta si svolgerà la benedizione delle candele e a seguire la processione verso la Chiesa Madre, dove alle ore 19.00 sarà celebrata la Santa Messa solenne.

A Specchia, la tradizione vuole che le candele benedette vengano conservate con cura devota e  accese per scongiurare il pericolo dei temporali o per placare l’ira divina, durante violenti temporali, oppure in tutte quelle circostanze in cui si sentiva il bisogno di invocare l’aiuto divino nell’assistenza di un moribondo o nell’attesa di una persona cara che non tornava o si riteneva in grave pericolo.

Gli anziani specchiesi ricordano che la sera del 2 febbraio, la famiglia si riuniva per ricevere tutto ciò che aveva abbellito la natività, una tradizione che si lega al presepe artistico in pietra collocato lungo la navata destra della Chiesa di S. Domenico del “Borgo più Bello d’Italia”, in Via Plebiscito, sede della Confraternita di S. Antonio da Padova, realizzato da Nicola Cacciatore, un allestimento che durante il periodo natalizio ha richiamato migliaia di visitatori e raccolto numerosi apprezzamenti e consensi positivi. Una natività allestita davanti all’altare del Santo Nome di Gesù, meglio conosciuto come altare di San Luigi, che si estende per circa 40 metri quadri, ricchissima di dettagli reali: castagne arrostite, fichi secchi con le mandorle, latte e ricotta, ortaggi e frutta fresca, uva e vino, pesci rossi che nuotano in piccolo laghetto con manufatti artigianali della tradizione salentina a dimensioni da presepe.

Insieme al presepe, inoltre, nella zona posteriore all’altare maggiore, sarà possibile visitare gli antichi affreschi, risalenti al 1626, restaurati, grazie all’accurato lavoro di Dario Taras, esperto restauratore salentino, con una vasta esperienza nel settore. Il complesso pittorico si sviluppa ai due lati della porta con due scene simmetriche: due Santi domenicani, in ginocchio davanti ad altrettanti altari, ammirano, quello a sinistra, la Madonna col Bambino entro un gruppo di nuvole, probabilmente l’apparizione della Vergine a S. Domenico, quello a destra, il Crocifisso, probabilmente a S. Tommaso. Le due scene si svolgono in ambienti interni, probabilmente di chiese, con colonne, candelabri, decorazioni di muri a finti conci porte, una chiesa ed altri oggetti non ben riconoscibili elementi tipici degli arredi murari degli Ordini Mendicanti.