DIGITHUMAN: AL VIA IL PROGETTO PRIN 2022 PNRR DEDICATO ALL’UMANESIMO DIGITALE CON IL CONVEGNO “DIGITAL TRANSITION AND HUMAN VALUES”

DIGITHUMAN: AL VIA IL PROGETTO PRIN 2022 PNRR DEDICATO ALL’UMANESIMO DIGITALE CON IL CONVEGNO “DIGITAL TRANSITION AND HUMAN VALUES”

È l’“umanesimo digitale”, inteso come processo socioeconomico, socio-tecnico e culturale, il focus del progetto biennale DigitHuman, che prenderà il via con il convegno “Digital Transition and Human Values” in programma martedì 30 gennaio 2024 nella Sala Conferenze del Rettorato dell’Università del Salento.

I lavori apriranno alle ore 9 con i saluti del Rettore Fabio Pollice, del Sindaco di Lecce Carlo Salvemini e della Direttrice del Dipartimento di Studi Umanistici Maria Grazia Guido. Il progetto verrà presentato dalle docenti che guidano il consorzio, formato da quattro unità di ricerca con sede nel Sud Italia: Fiorella Battaglia dell’Università del Salento, Stefania Achella dell’Università di Chieti-Pescara Gabriele D’Annunzio, dalla professoressa Anna Donise dell’ateneo di Napoli Federico II, e Maria Filomena Anzalone dell’Università della Basilicata.

A seguire una tavola rotonda, in programma alle 11 alla quale parteciperanno Enrico Ciavolino, Prorettore finanziamenti e promozione della ricerca Unisalento, Angelo Corallo referente del Centro cultura innovativa d’impresa Unisalento, Paride De Masi referente del Project Hydrogen Europe, Massimo De Vittorio, Direttore Salento Bipmedical District Unisalento, Maria Pia Incutti della Fondazione PLART, Sauro Pellerucci referente di Pagine Sì! S.p.A, Salvatore Rizzello, Direttore ISUFI Unisalento e Claudia Sunna, Delegata del Rettore per il Piano Strategico di Ateneo Unisalento.

Il convegno si chiuderà alle 14.30 con gli interventi di Virgilio Cesarone, DigitHuman Università di Chieti-Pescara, Fabio Ciracì, Direttore del Centro Digital Humanities Unisalento e Domenico Fazio, DigitHuman Unisalento.

La recente ondata di tecnologie di intelligenza artificiale (IA), esemplificata da strumenti di IA generativa come ChatGPT, sta dominando l’attuale discorso sociale e tecnico e rinfocolando un dibattito di lunga data sull’intelligenza artificiale generale e sulle sue conseguenze sulla società e sull’umanità stessa. L’elenco di criticità attribuite alla digitalizzazione in corso, come le discriminazioni e i bias algoritmici, la distruzione dei posti di lavoro e, come temono alcuni, l’estinzione dell’umanità, si sta allungando. Ma mentre alcuni si concentrano su questi scenari distopici altri sottolineano le promesse delle tecnologie digitali di essere un grande potenziale per il progresso umano, esemplificato dai progressi scientifici e medici capaci di influenzare positivamente sia la salute e il benessere umano sia le questioni legate al cambiamento climatico e alle tecnologie verdi.

Ma come assicurarsi che le promesse vengano realizzate e le minacce evitate?

Il dibattito attuale rispetto al ruolo e alla funzione delle nuove tecnologie basate sull’intelligenza artificiale è approdato al concetto di “umanesimo digitale” auspicando di trovare nell’antropocentrismo una bussola capace di orientare lo sviluppo responsabile delle visioni tecnologiche future. Purtroppo, il concetto di “umanesimo” è una categoria, a ragione, molto contestata. Il suo ethos rivela qualcosa sull’umanesimo, ma non serve a dare un fondamento più solido ai giudizi, di cui abbiamo bisogno per orientare il nostro agire.