È stato presentato questa mattina, nella sede di Aforisma School of Future, il nuovo report annuale dell’Osservatorio economico Aforisma. È il frutto di un lungo lavoro di analisi e di approfondimento sui dati della Puglia e dell’Italia. La pubblicazione è stata illustrata da Andrea Salvati, direttore dell’Osservatorio e da Davide Stasi, responsabile degli studi dell’Osservatorio. Le analisi e gli approfondimenti dei dati socio-economici sono serviti da spunto per le riflessioni e i commenti della successiva tavola rotonda alla quale hanno preso parte la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, l’assessore regionale al Lavoro Sebastiano Leo, l’assessore regionale alla Sanità Rocco Palese, il presidente reggente di Confindustria Lecce Nicola Delle Donne, il segretario confederale di Cgil Lecce Tommaso Moscara, i docenti Unisalento Guglielmo Forges Davanzati e Marco Sponziello, i giornalisti Francesco Gioffredi eTonio Tondo.
I lavori sono stati introdotti da Salvati che ha evidenziato i trend demografici. «Nel 1982 i minori erano il 32,50 per cento della popolazione pugliese, oggi sono il 15,64 per cento e in una proiezione che abbiamo elaborato fino al 2038 rappresenteranno appena il 10,82 per cento; mentre gli anziani nel 1982 erano il 9,89 per cento, oggi sono il 21,46 per cento e nella stessa proiezione saranno il 25,75 per cento della popolazione. Questo cambiamento non può che incidere sulle attuali e future scelte economiche».
«Nel 2023 – ha poi spiegato Stasi – l’economia pugliese è cresciuta in maniera più moderata rispetto al periodo post-Covid. Si è infatti esaurito l’effetto di rimbalzo. Nel primo semestre del 2023 il Pil è aumentato dell’1,2 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in linea con la media nazionale. Tale crescita si è indebolita nel terzo e nel quarto trimestre. Questa decelerazione è dovuta all’andamento dell’industria pugliese che ha risentito del peggioramento dello scenario congiunturale (in rallentamento anche l’economia nazionale e quella globale)».
Su base annuale, dal 30 novembre 2022 al 30 novembre 2023, le imprese pugliesi sono diminuite di 1.963 unità: da 332.997 a 331.034. La flessione è stata dello 0,6 per cento. La contrazione maggiore si registra nell’agricoltura: -2.233 unità (da 77.619 a 75.386), pari a un tasso negativo del 2,9 per cento. Il commercio passa da 95.635 a 93.933. Nonostante la crescita delle attività di e-commerce, il saldo negativo è principalmente dovuto alla chiusura dei negozi di vicinato: meno 1.702 unità pari a un calo dell’1,8 per cento. In contrazione anche le attività manifatturiere: da 23.723 a 23.276. Il saldo registra 447 imprese in meno pari a una decrescita dell’1,9 per cento.
«Il settore delle costruzioni – ha aggiunto Stasi – continua a crescere grazie agli investimenti pubblici sostenuti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), mentre l’edilizia privata ha subìto gli effetti del blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura. Il comparto ha beneficiato di una forte spinta grazie alle agevolazioni fiscali introdotte e prorogate, di anno, in anno, con l’intenzione di favorire le ristrutturazioni e il recupero del patrimonio immobiliare, nonché le riqualificazioni finalizzate al risparmio energetico degli edifici. Il Superbonus, seppur con un quadro normativo sempre più complesso a causa delle continue modifiche alle detrazioni e agli incentivi, ha rappresentato un volàno per l’economia regionale, per via degli investimenti diretti e indiretti in condomini, unifamiliari ed unità funzionalmente indipendenti. Nell’attuale contesto caratterizzato dal peggioramento del ciclo economico, dopo la forte ripresa del biennio 2021 e 2022, le esportazioni pugliesi sono cresciute per valore ma non per quantità. Il valore delle vendite estere continua, infatti, ad essere influenzato in misura rilevante dall’inflazione. Valore delle esportazioni che, è bene ricordare, vale meno dell’1,6 per cento di quello nazionale che posiziona la Puglia al 14esimo posto in Italia».
Con l’impennata dell’inflazione, però, i pugliesi hanno deciso di investire i propri soldi in strumenti finanziari più remunerativi, seppur più rischiosi, rispetto ai conti correnti, al fine di proteggersi dal caro vita. Se prima i pugliesi avevano assunto un atteggiamento fortemente prudenziale con i propri risparmi, lasciando tutto o quasi sul conto corrente, ora si sono visti quasi costretti a comprare prodotti finanziari, con l’obiettivo di ottenere un rendimento maggiore. La conferma arriva dalla forte crescita della raccolta indiretta degli istituti bancari e degli intermediari, mentre un tempo si investiva meno, non tanto per mancanza di liquidità, quanto per non mettere a rischio i propri risparmi. Si guardava con maggiore apprensione alle oscillazioni del mercato e degli indici borsistici, temendo la perdita di valore degli strumenti finanziari, a causa dei rendimenti talvolta negativi o semplicemente insufficienti a coprire almeno le relative commissioni di collocamento, amministrazione e gestione.
OUTLOOK 2024. L’inflazione si ridurrà ancora per effetto della discesa dei prezzi dei beni energetici e delle conseguenze delle politiche monetarie restrittive attuate dalla Banca centrale europea. La dinamica dei prezzi dei beni alimentari è progressivamente decelerata nel corso dell’anno, dal 12,8 per cento di dicembre 2022 al 6,1 per cento di novembre 2023, come risultato di un deciso calo per gli alimentari lavorati (dal 14,9 per cento al 6,3 per cento) e più moderato per quelli non lavorati (dal 9,5 per cento al 5,8 per cento). L’inflazione del «carrello della spesa», ovvero dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, è scesa dal 12,6 per cento di dicembre 2022 a 5,8 per cento a novembre. In controtendenza i prezzi dei servizi, i quali hanno registrato nei primi undici mesi del 2023 un andamento pressoché costante intorno ad una media del 4,2 per cento, oltre un punto sopra la media 2022 (3,1 per cento). Il Pil italiano è atteso in crescita dello 0,7 per cento sia nel 2023 sia nel 2024, in rallentamento rispetto al 2022 (+3,7 per cento) e al 2021 (+8,3 per cento, per effetto del rimbalzo post-Covid).
I RAPPRESENTANTI ISTITUZIONALI. «La lettura del report sulla Puglia – ha dichiarato la presidente Capone – offre spunti interessanti di riflessione che devono essere importanti indicatori per l’azione politica. A partire dal dato demografico che impatta sulla vita di tutti i giorni: dai piccoli paesi che invecchiano inesorabilmente alle scelte pubbliche conseguenti in tema di immigrazione, di sostegno alle famiglie e alla genitorialità, di cura delle fasce anziane della popolazione, di scelte edilizie che non prevedano più il consumo del suolo. Il dato dell’inflazione, che sembrerebbe non avere una netta battuta d’arresto nel 2024, richiama le nostre coscienze e ci obbliga a pensare alle fasce sociali più deboli, che sono quelle che la subiscono maggiormente. L’aumento dei prezzi – ha aggiunto – non ha un impatto uniforme sulla popolazione, a causa della diversa dinamica dei redditi familiari e della differente composizione dei consumi: ha un maggior impatto sulle famiglie con bassi redditi, contribuendo in questo modo anche ad aumentare i divari territoriali e le disuguaglianze sociali esistenti. I dati non sono incoraggianti, perché la povertà aumenta proprio nel momento in cui diminuisce il sostegno pubblico alle fasce più indigenti, con la cancellazione da parte del governo delle misure di sostegno e la loro sostituzione con misure meno efficaci perché raggiungono una platea di beneficiari ormai sempre più ristretta. Il quadro è complesso e avrebbe bisogno di una strategia di ampio respiro di prevenzione e contrasto della povertà. Occorre favorire iniziative a tutela del potere d’acquisto dei consumatori, con particolare attenzione ai nuclei familiari con figli. Anche il tema del turismo – ha proseguito la presidente – sollecita particolare interesse. La Regione Puglia, in questi anni ha tanto investito, considerandolo un settore strategico per lo sviluppo socio-economico: sono aumentate le imprese e gli occupati nel settore, con ricadute positive per tutto il territorio regionale. Ora è il tempo che queste condizioni favorevoli, faticosamente e caparbiamente ottenute, divengano il viatico per l’azione di imprese ed enti pubblici. Bisogna investire nelle professionalità e nella crescita di un’offerta che deve essere sempre al passo con le nuove tendenze di un turista sempre più attento alle proprie esperienze. Purtroppo – chiosa – si è ancora davanti a stipendi troppo bassi con contratti precari che non permettono di consolidare il settore. Per quanto riguarda l’energia, invece, evidente è la necessità di perseguire la transizione green, in particolare gli investimenti, per elevare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili in modo da abbandonare la dipendenza dalle fonti fossili e dalle oscillazioni dei prezzi».
L’assessore Leo ha ribadito, invece, l’impegno finanziario della Regione Puglia soprattutto nell’ambito dell’istruzione e della formazione. «Siamo certi – ha dichiarato – che le misure volte alla presa in carico dei giovani nella formazione finalizzata all’inserimento nel mondo del lavoro, costituiscano in questo momento uno strumento fondamentale per aiutare tanti giovani a superare la condizione di Neet (cioè i giovani che non studiano e non lavorano), contribuendo a qualificare le competenze più utili per trovare un valido ed efficace inserimento nel mondo del lavoro».
Per l’assessore Palese, «la sanità non può improvvisarsi, ma deve essere il frutto di una programmazione basata sui dati che sono importantissimi per poter erogare i servizi a favore di una popolazione in progressivo e costante invecchiamento».