L’universo al confine della paura: la vita e le opere di H.P. Lovecraft (una piccola guida)  di Stefano Donno

L’universo al confine della paura: la vita e le opere di H.P. Lovecraft (una piccola guida) di Stefano Donno

“Non vi è un solo narratore di horror, fantascienza, weird, soprannaturale, grottesco – sia contemporaneo che successivo a H.P. Lovecraft – che non si sia ad egli ispirato: nomi tra i quali si annoverano Stephen King, George R.R. Martin, Robert McCammon e Joyce Carol Oates devono, alla loro letteratura, la forte ispirazione ricevuta da Howard Philipp Lovecraft, maestro comune che oggi è e resta immortale, tra i più amati e letti di tutti i tempi. (dalla prefazione di Antonia Depalma)

(…) Basti pensare che il già citato Necronomicon, pur essendo dichia- ratamente il frutto dell’ingegno del suo autore, si è trasformato in un vero e proprio grimorio contenente oscuri segreti e indecifrabili misteri per moltissimi studiosi, tanto che in diverse occasioni sono nate leggende direttamente collegate ad esso. (dalla post fazione di Mario Contino)

Dichiara l’autore Stefano Donno: “ Ho l’esigenza  (mi rivolgo ai potenziali lettori di questo scritto, questa piccola guida) di condividere con voi un pensiero inquietante che mi ha travolto mentre scrivevo questa monografia su H.P. Lovecraft. Mentre mi immergevo nelle profonde e oscure pieghe della mente di questo genio del terrore, mi sono reso conto che la mia interpretazione potrebbe essere solo una delle tante varianti di infinite versioni provenienti da multiversi che pullulano di abominii e orrori dominanti. Lovecraft è noto per i suoi racconti di antichi dei primordiali, dimensioni oscure e creature sovraumane che superano di gran lunga la comprensione umana. Eppure, dopo mesi di studio, ho sempre più presente in me stesso la convinzione che ogni cosa qui riportata, potrebbe essere solo un tenue barbaglio nella vastità  delle possibilità  narrative lovecraftiane. Il mio cuore trema all’idea che esistano mondi in cui la depravazione e l’orrore regnano sovrani, in cui ciò che noi consideriamo normale è devastato e sovvertito, e dove la paura diventa la sola costante di ogni cosa che esiste. Potrebbe esserci un universo in cui le storie di Lovecraft sono state superate, in cui gli orrori descritti nei suoi racconti sembrano tenere narrazioni rispetto agli orrori che altre  realtà offrono nell’oscurità. Questa piccola monografia che ho scritto si basa sulla lettura di racconti e analisi delle tematiche ricorrenti nella narrativa lovecraftiana. Ma che cosa potrebbe significare tutto ciò se ogni ricerca, ogni spiegazione e ogni interpretazione fosse solo un ulteriore apertura verso nuovi abissi di paura? Mentre concedete dunque la vostra attenzione alle parole che ho scritto, tenete a mente che queste parole potrebbero essere solo irrisorie rispetto alla vastità di un orrore cosmico e abominevole. Ciò che troverete in queste pagine potrebbe sembrare terribilmente familiare, oppure potrebbe essere solo l’inizio di un viaggio sinistro nelle varianti più estreme della follia. E con questa consapevolezza, vi invito a guardare ben oltre le pagine dei miei scritti, e fare in modo che ogni traccia di normalità svanisca nel buio. Solo allora, potrete sperare di catturare un fugace sguardo di ciò che si cela al di là dei confini del nostro universo. A volte mi assale il dubbio che quanto da me scritto sia in realtà la voce di qualcos’altro”

Howard Phillips Lovecraft, meglio conosciuto come H.P. Lovecraft, è uno degli scrittori più influenti e controversi del ventesimo secolo. Nato nel 1890 a Providence, Rhode Island, Lovecraft ha creato un’impressionante e unica mitologia letteraria che ha continuato ad affascinare e spaventare i lettori di tutto il mondo. Uomo dalla vita sociale limitata, ha preferito l’isolamento e la lettura, che alimentarono ulteriormente la sua immaginazione oscuro. La sua scrittura era caratterizzata da un linguaggio ricercato, una prosa elaborata e un utilizzo di descrizioni dettagliate, rimanendo fedele allo stile gotico vittoriano. Le sue storie si concentravano sul tema dell’orrore cosmico, in cui i protagonisti si scontrano con forze soverchianti di creature ancestrali e degli dèi antichi che minacciano l’esistenza umana. L’opera più celebre di Lovecraft è probabilmente il “Mito di Cthulhu”. Questo ciclo di racconti si basa su una mitologia inventata da Lovecraft, in cui antichi dei primordiali, come Cthulhu, dormono nelle profondità abissali del mare e nei recessi dello spazio, pronti a risvegliarsi per reclamare il dominio sulla Terra. Lovecraft è stato trascurato dalla critica mentre era in vita, ma dopo la sua morte nel 1937, il suo lavoro ha conosciuto un revival significativo. Scrittori come Stephen King, Neil Gaiman e Guillermo del Toro hanno dichiarato pubblicamente l’influenza di Lovecraft nelle  loro opere. Il suo stile unico e la sua capacità di far emergere paure innominate lo rendono un maestro dell’horror. Il Nostro ha inoltre ispirato numerose opere in altri media, come film, videogiochi e musica. Gli adattamenti cinematografici dei suoi racconti, come “Re-Animator” e “Dagon”, hanno continuato a creare nuovi fan dell’orrore lovecraftiano. Nonostante la sua vita oscura e la morte prematura, H.P. Lovecraft ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama letterario dell’horror.

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https://iqdbcasaeditrice.blogspot.com/2023/07/luniverso-al-confine-della-paura-la.html

Stefano Donno – Tra i libri… Stefano Donno (1975) si è laureato in Filosofia presso l’Università di Lecce nel 2005. Nel febbraio 2013 ha ottenuto una laurea honoris causa in Giurisprudenza presso l’Università di Mosca Sancti Nicolai. Ha pubblicato: Sturm and Pulp (Lecce, 1998); Edoardo De Candia, considerazioni inattuali (Lecce, 1999); Se Hank avesse incontrato Anais (Lecce, 1999); Monologo (Copertino, 2001); Sliding Zone (Lecce, 2002); L’Altro Novecento – giovane letteratura salentina dal 1992 al 2004 (San Cesario, 2004); Ieratico Poietico (Nardò, 2008); Dermica per versi (Faloppio, 2009); Mendica Historia (con Sandro Ciurlia, Lecce, 2010); Corpo Mistico (Roma, 2010); Prezzario della rinomata casa del piacere (con Anna Chiriatti, Martignano, 2011); A Sud del Sud dei Santi a cura di Michelangelo Zizzi (Faloppio, 2013), Nerocavo (Copertino, 2014); Breve Commentario alla tavola Smeraldina (Lecce, 2017). Identità Informi dove non ci sono mani con Mauro Marino (2021). Collabora con il criminologo Antonio Russo nella campagna di sensibilizzazione contro lo stalking e, nel febbraio 2023, apparirà alla Camera dei Deputati con l’autore. Donno collabora come redattore per I Quaderni del Bardo Edizioni con La Casa della Poesia di Como e con il Festival Europa in Versi diretto da Laura Garavaglia. Nel 2021 ha ricevuto il Premio Carriera Europa In Versi.

Nell’arte – Ha esposto le sue opere di energia mistica alla XIII Giornata del Contemporaneo per AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani) nell’ottobre 2017 all’Accademia e Laboratorio Overeco a Lecce; ha partecipato con le sue opere alla collettiva d’arte contemporanea curata da Monica Ferrarini a Roma intitolata “Nothing but Art” presso il Palazzo Velli Expò (27 settembre/3 ottobre 2017), ha partecipato con le sue opere alla collettiva d’arte contemporanea curata da Monica Ferrarini a Roma presso il Palazzo della Cancelleria Vaticana intitolata “Immagini s-velate” (2/6 dicembre 2017); ha partecipato con le sue opere alla collettiva d’arte contemporanea “Replay/il vizio dell’errore” a Giarre, Sicilia, dal 7 al 17 dicembre 2017, curata da Benedetta Spagnuolo. Dal 11 al 19 gennaio 2018 ha esposto le sue opere per la prima volta presso la Fondazione Palmieri a Lecce. Ha partecipato alla 38a competizione online di arte contemporanea AD-ART. È incluso nell’edizione 2018 del catalogo nazionale d’arte contemporanea L’Elite 2018 Artitalia Edizioni di Roberto Perdicaro e nell’Artists’ Agenda 2018 pubblicata dalle edizioni Libreria Bocca di Milano. Nel maggio 2018 ha esposto la sua prima mostra personale lombarda presso la Casa delle Arti – Casa museo Alda Merini, e nel luglio 2018 ha partecipato al “Premio Salento Arte” per l’arte contemporanea, dove la giuria era presieduta dal Prof. Carlo Franza, storico dell’arte moderna e contemporanea e critico d’arte de “Il Giornale” (L’esposizione si è tenuta a Lucugnano – Palazzo Comi).