Sfogliando i giornali raccolti nell’”Emeroteca Storica Salentina”, presso la Biblioteca di Lecce, non è raro imbattersi, più o meno casualmente, in vere e proprie “perle”, che raccontano aspetti curiosi e significativi della vita della nostra città e dei suoi illustri concittadini. Ne è un esempio, tra i tanti, il numero 16 de “La Provincia di Lecce”, del 1° Maggio 1921 (anno XXVII), giornale diretto dal Comm. Avv. Nicola Bernardini (direttore anche della stessa Biblioteca Provinciale, dal 1902 al 1928); “redattrice proprietaria” della “Provincia” è Emilia Bernardini-Macor, moglie di Nicola (sulla “testatina” viene erroneamente riportato il cognome “Nacor”).
Nella seconda pagina di quel numero, è pubblicata una corrispondenza da Lakewood (Stati Uniti), datata 7 Aprile, e firmata da un “collaboratore” assai particolare: Tito Schipa! Il grande tenore salentino si trova oltre Oceano per una delle sue tournée e approfitta del suo soggiorno americano per condividere alcune delle sue esperienze, nuove ed interessanti. «Sono qui per riposarmi un poco», esordisce, «dopo le fatiche della stagione ed attendendo la nuova tournée all’Havana, Perù e Chili (Cile)». Tito Schipa aveva lasciato New York otto giorni prima, ritornandovi, però, «per vedere uno spettacolo grandioso, a cui ho avuto il piacere di assistere al Madison Square Garden, locale che contiene, quando è pieno, 25 mila persone!».
Lo spettacolo in questione altro non è se non un Circo Equestre, o, meglio, i «tre circhi equestri più grandiosi del mondo, uniti in uno solo: una vera mostruosità di spettacolo!». Con somma meraviglia, il tenore salentino, improvvisato giornalista, rileva che «di sole bestie che prendono parte alla rappresentazione, fra leoni, pantere, sciacalli, orsi bianchi, foche, elefanti, cani, cavalli e colombi, ne avrò viste 150 almeno». Per, poi, esclamare: «E che lavori, che esercizi che fanno! Cose incredibili».
Per sollecitare ulteriormente la curiosità dei lettori, Tito Schipa chiede: «Vi immaginate due orsi che vanno in bicicletta e che… corrono sui pattini?». E, più avanti: «E degli elefanti che ballano a tempo di mazurka? E delle foche che fanno dell’equilibrio con delle palle sui loro musi?…». E ancora: «12 cavalli neri, puro sangue, che hanno ognuno un numero attaccato sul dorso e che entrano in pista, in ordine, dall’uno al dodici».
«Dimenticavo di dirvi», annota il tenore, «che nell’arena vi sono tre piste e che si lavora in tutte tre nello stesso tempo». Un particolare, in verità, non troppo gradito: «Veramente è la sola cosa che non mi è piaciuta, perché ci si stanca a guardare». Infatti, «non si fa tempo a vedere bene tutto». Non solo animali, comunque: «C’è stata una sortita di clowns che saranno stati per lo meno 100»; e, ancora: «Aggiungete a ciò altri 200 artisti e vi farete una pallida idea di ciò che è questo grandioso Circo Equestre».
Non soltanto spettacoli circensi, comunque: «E come se non bastasse questo divertimento, prima che lo spettacolo abbia principio, si entra in una grande sala, dove si vedono e toccano i più strani fenomeni della natura». Le descrizioni di Tito Schipa sono molto precise: «Per esempio la più piccola coppia umana del mondo, marito e moglie, lui di 22 anni, alto 55 centimetri circa e lei di 24 anni, alta 50 cent.». Il tenore-giornalista non manca, poi, di osservare che «lo strano di questa coppia consiste, oltre alla statura, nel constatare che lei ha la faccia di una donna di più di 24 anni, lui quella di un bambino».
Nella medesima grande sala, c’è anche «la donna più piccola del mondo, alta soli 55 cent. Che non pesa che soli 15 chili circa!». Tito Schipa la descrive così: «Questa donnina minuscola è francese, ed è veramente una bambola». Per, poi, aggiungere: «Bella, formatissima, con due piedini ben fatti, con una vocina graziosissima». «Figuratevi», esclama il tenore-giornalista, «che io ho voluto prenderla sulla palma della mano!».
E non finisce qui, perché c’è anche «la coppia più alta del mondo: lui metri 2,20 e lei metri 2,15». Accanto a questa, «una donna tutta pelosa e con una barba di 30 centimetri di lunghezza, folta e nera». Nella stessa sala anche «un’altra donna nata senza gambe, ma con un piede attaccato al busto e due moncherini invece di braccia con sole due dita!». E, poi, continuando con gli “strani fenomeni della natura”, c’è anche un’altra donna, «ben fatta, ma senza braccia!». Oltre a «un africano con i capelli grossi ciascuno quanto un filo di paglia». L’attenzione del grande tenore leccese viene, però, attirata soprattutto da «un altr’uomo, cioè bestia, o meglio non si sa se uomo o bestia, perché ha le fattezze di un uomo, la faccia di uomo scimmia ed è idiota ed emette dei suoni gutturali».
Tra questi “fenomeni della natura”, c’è anche un connazionale: «un italiano, siciliano, con tre gambe, ammogliato con figli, certo Lentini». Oltre alla «donna più grassa che esista: pesa 210 chili!!». E, ancora, «tanti altri, come una donna che ha avuto la felice idea di farsi tatuare il corpo intero: si direbbe che è in maglia mentre è completamente nuda». In conclusione, Tito Schipa “cronista” si dice «stordito, impressionatissimo di questo spettacolo veramente eccezionale, di cui vi mando delle cartoline illustranti parecchi di questi fenomeni, che non si crederebbero se non si vedessero».
«Ma in questo nuovo mondo», conclude il tenore salentino, «le meraviglie sono all’ordine del giorno. Arrivederci… l’anno venturo».
A proposito di Tito Schipa, inoltre, nello stesso numero della “Provincia di Lecce”, possiamo leggere una breve lettera, inviata al direttore, Nicola Bernardini, dal sig. Francis P. Loubet: datata 5 aprile 1921, la missiva giunge da Cleveland (Ohio): «Trovandomi di passaggio da questa città ho avuto il gran piacere di risentire il celebre tenore mondiale, comm. Tito Schipa, e avendo letto degli entusiastici articoli vi mando dei giornali locali, sicuro di far piacere a voi e a tutto il pubblico di Lecce rendendo pubblica la bella accoglienza fatta qui al grande tenore leccese».
Alla cortesia del sig. Loubet, la “Provincia di Lecce” risponde con un trafiletto, redatto, presumibilmente, dallo stesso direttore, Nicola Bernardini: i giornali inviati erano stati, comunque, già ricevuti, inviati proprio da Tito Schipa. «Sono articoli magistrali di poderosi critici d’arte», si legge nella nota, «e tutti giungono alla stessa conclusione: che il nostro Tito Schipa è oramai il primo insuperabile tenore del mondo». (Gabriele De Blasi)