Pantaleo Corvino, responsabile dell’area tecnica del Lecce, nel corso di una conferenza si è scagliato duramente contro le critiche a suo carico per aver allestito una squadra Primavera capace sì di vincere il campionato, ma al costo di avere quasi solo stranieri:
C’è stata, secondo me, buona fede per alcuni e per altri no. C’è stata una narrazione sbagliata di quello che noi facciamo e come lo facciamo, ecco perché certi argomenti non devono essere insensibili anche a livello nazionale. Ho trovato molto ingiusto che ai club venga chiesto di non avere debiti, ma poi si critichi una società che ha fatto un lavoro di riequilibrio finanziario. Si fanno le riforme a livello nazionale perché la Primavera del Lecce è piena di stranieri: se pensano che noi dobbiamo solo partecipare con le risorse che siamo costretti ad avere, allora si sbagliano. Qui c’è una società e un responsabile che queste cose cercano di non portarle avanti. Siamo figli di questo territorio, il Salento quando usciamo fuori vogliamo metterlo in evidenza per come facciamo le cose e per come non le facciamo, ma noi non vogliamo partecipare perché obbligati a subire: noi vogliamo giocarcela con le armi degli altri. I problemi della Nazionale non dipendono dalla Primavera del Lecce, la riforma va fatta per le prime squadre. Noi ce la giochiamo, non possiamo comprare italiani senza le risorse per farlo, non possiamo essere obbligati nelle scelte; non si può cambiare il sistema dicendo che il Lecce vince un titolo italiano con 11 stranieri. Se io do i numeri, non mi crede nessuno e pensano che paghiamo in altra maniera: la nostra è una società seria, paghiamo con i conti a posto e sotto la luce del sole. Il monte ingaggi della Primavera è di 360mila euro lordi, questi sono i costi della mia Primavera. Costo aziendale: 517mila euro. Questi sono i numeri ufficiali. 186mila euro i cartellini più 200 per riscattare Dorgu. Se avessi trovato le potenzialità migliori che ho dovuto trovare per esaltare il mio territorio in giro per l’Italia, mi sarebbe costato meno anche da un punto di vista energetico: trovare gli stranieri è ancora più difficile, bisogna avere conoscenza, prendere aerei. Significa che c’è aridità qui, non è che a Corvino piacciono gli stranieri. Faccio questo lavoro da 40 anni, avrei voluto trovare un genitore mi avesse sputato dicendomi ‘mio figlio è arrivato lì’, mi avrebbe fatto piacere. Questo è il motivo per cui in questi 2 anni e 10 mesi si è fatto questo lavoro. La prima volta i vari Pellé, Rosati, Rullo, Esposito… c’era appeal nel nostro settore giovanile, insieme a dirigenti e allenatori che avevo scelto. Non sapevate neppure dove giocava la Primavera, oggi dopo due anni ci sono mille-duemila persone: queste sono le soddisfazioni del Lecce”.
Fonte Tuttomercatoweb.com