Romano, classe 1958, Roberto Gatto debutta a metà degli anni ’70 con
il Trio di Roma con Danilo Rea ed Enzo Pietropaoli. Da allora ha suonato in tutta Europa e nel mondo con i suoi gruppi e con artisti internazionali. Oltre a una ricerca timbrica raffinata e a una tecnica esecutiva perfetta, i gruppi a suo nome sono caratterizzati dal calore tipico della cultura Mediterranea; questo rende senza dubbio Roberto Gatto uno dei più interessanti batteristi e compositori in Europa e nel mondo. Tra le sue collaborazioni come side man, solo per fare qualche nome, Chet Baker, Freddy Hubbard, Lester Bowie, Gato Barbieri, Kenny Wheeler, Randy Brecker, Enrico Rava, Vince Mendoza, Bob Berg, Steve Lacy, Johnny Griffin, George Coleman, Dave Liebman, Phil Woods, James Moody, Lee Konitz, Michael Brecker, Tony Scott, Joe Lovano, Cedar Walton, Tommy Flanagan, Kenny Kirkland, Stefano Bollani, Mal Waldron, Enrico Pieranunzi, Dave Kikosky, Franco D’Andrea, John Scofield, John Abercrombie, Billy Cobham, Bobby Hutcherson, Richard Galliano, Joe Zawinul, Bireli Lagrene, Palle Danielsonn, Eddie Gomez, Giovanni Tommaso, Paolo Damiani, Pat Metheny, Rita Marcotulli, Niels-Henning Ørsted Pedersen, Chris Potter, Dado Moroni. Ha pubblicato numerosi cd a suo nome e firmato colonne sonore per il cinema. Direttore artistico di importanti festival jazz, eletto per anni miglior batterista dalle maggiori testate giornalistiche, ha insegnato batteria e musica d’insieme ai seminari di Siena Jazz e, dopo aver frequentato il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma e il Conservatorio de L’Aquila, attualmente è docente di batteria jazz al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma.Gaetano Partipilo, barese, classe 1974, figlio d’arte, inizia a maneggiare il sassofono a otto anni suonando nella banda del suo paese, Cassano delle Murge. Diplomato al Conservatorio di musica Nicola Piccinni di Bari, segue numerosi corsi e masterclass. Nel 1999 vive un’esperienza newyorkese, incontrando alcuni tra i musicisti più significativi del panorama jazzistico contemporaneo come Jason Moran, Tarus Mateen, Nasheet Waits e Greg Osby. Tornato in Italia costituisce il gruppo “Urban Society”, una formazione a numero variabile, e sperimenta nuove concezioni ritmico-melodiche nell’esecuzione di brani originali, inizia varie collaborazioni, pubblica album e si esibisce con varie formazioni (Puglia jazz Factory, Boom Collective) in giro per il mondo (Brasile, Francia, Inghilterra, Scozia, Germania, Polonia, Grecia, Belgio, Svizzera, Spagna, Austria, Ungheria, Portogallo, Macedonia, Bulgaria, Croazia, Finlandia, Norvegia, Turchia, Russia, Emirati Arabi, Etiopia, Gabon, Sud Africa, Mozambico, Zimbabwe, Kenya, Algeria, Taiwan, Hong Kong, Corea del Sud, Stati Uniti e Giappone). Nel corso degli anni ha suonato e collaborato con DeeDee Bridgewater, Dave Liebman, Stefano Bollani, Fabrizio Bosso, Robin Eubanks, Roberto Gatto, Till Brönner, Mark Sherman, Joanna Teters, Jonathan Gee, Gianluca Petrella, Mirko Signorile, Roberto Menescal, Nguyên Lê, Ralph Alessi, Paolo Fresu, Francesco Bearzatti, Giovanni Falzone, Roberto Cecchetto, Domenico Caliri, Greg Burk, Dado Moroni, Bruno Tommaso, Nicola Stilo, Roberto Ottaviano, Maurizio Giammarco, Battista Lena, Mission Formosa, The Jazz Convention, Quartetto Moderno, Rosalia De Souza, Az’shi (Atsushi) Osada, Berlin Experience, Giacomo Aula, John Schroder, Peter Klinke, Massimo Greco, Mike Moreno, Roberto Tarenzi, Matt Brewer, Nasheet Waits, Dan Weiss, Miles Okazaki e molti altri. Dal 2013 è titolare della cattedra di Sassofono Jazz al Conservatorio di Musica di Foggia. Dal 2019 è docente di Sassofono jazz alla prestigiosa Siena Jazz University.
Marco Bardoscia, classe 1982, è diplomato in contrabbasso classico al Conservatorio di Musica “Tito Schipa” di Lecce e in musica Jazz al Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli. La sua attitudine è multiforme così come le sue collaborazioni. Negli anni ha approfondito il legame con la sua terra, il Salento, collaborando con tutti i maggiori esponenti della scena tradizionale e lavorando sul repertorio musicale e rimescolandolo con il suo personale linguaggio. Ha vissuto per sette anni a Bruxelles dove è entrato in contatto con la scena musicale belga approfondendo il linguaggio della libera improvvisazione e formando, insieme a Nathan Daems e Lander Gyselick, il “Ragini trio” con il quale suona un repertorio di “raga” indiani rielaborati e che vanta due dischi per la belga Dewerf Records e numerosi concerti in alcuni importanti Festival e club europei. Negli ultimi anni collabora assiduamente con il trombettista Paolo Fresu con il quale ha registrato due dischi: “Altissima Luce” collegato al Laudario di Cortona francescano e “Tempo di Chet” dedicato a Chet Baker. È presente in più di dieci titoli dell’etichetta discografica di Fresu (Tǔk Music) tra i quali il concept “The future is a tree”, dedicato alla natura uscito nel 2020. Bardoscia ha in archivio circa 50 album di vario genere e vanta collaborazioni con diversi importanti musicisti europei. La sua caratteristica è quella di attraversare senza pregiudizi i vari stili musicali: classica, jazz, musica tradizionale, free, musica antica, pop, rock e psichedelia avvalendosi di un uso non convenzionale del suo contrabbasso.