Subito dei nomi su cui confrontarci
Paolo Pagliaro, partiamo dal Consiglio. Nell’ultimo periodo siete stati molto critici con la maggioranza in qualche modo ingolfata nei suoi problemi interni. Ora c’è in ballo il Defr, come la vede?
«Lo stallo del Consiglio regionale è ormai una paralisi. Non da oggi, ma da sempre noi lo denunciamo: il governo Emiliano si regge su equilibrismi a geometrie variabili, con il presidente a tirare i fili. Fili che però si sono ingarbugliati e annodati più volte, e non sempre la matassa si sbroglia… Ora siamo all’impasse, con leggi e mozioni che si trascinano da mesi se non anni. Ordini del giorno infiniti che, puntualmente, non vengono smaltiti. Alcuni esempi: la perimetrazione delle aree idonee all’insediamento di centrali eoliche in mare per evitare lo sfregio delle coste; il rinnovo del Corecom rimandato ormai da due anni; le norme per il contenimento della spesa farmaceutica che manda in rosso i conti delle Asl. Le sedute del Consiglio cadono per mancanza del numero legale, perché le discussioni si impantanano su beghe interne alla maggioranza. A farne le spese sono i cittadini salentini e pugliesi. Siamo ostaggio di un sistema che è arrivato al capolinea, paralizzato su poltrone e strapuntini di potere, con alleanze arlecchino e fusioni a freddo come quella con i poltronisti 5 Stelle. L’unica coerente è la consigliera Laricchia, che si è sempre tenuta fuori da questo mercato delle vacche. E poi ci sono i continui dentro-fuori di Amati, il caso Clemente, una tragicommedia».
Nel centro destra c’è una sollecitazione arrivata domenica anche da una serie di soggetti politici e culturali baresi a non commettere lo stesso errore nella scelta del candidato che si commise nelle ultime comunali del capoluogo, anzitutto sulle tempistiche
«Su questo, sfonda una porta aperta. Il caso Bari, dove il centrodestra si è accordato su una candidatura last minute da contrapporre all’erede di Emiliano e Decaro, senza avere il tempo di organizzare la campagna elettorale, insegna che il tempo è una variabile preziosa. Dunque, bisogna fare presto e trovare subito un candidato presidente per le regionali 2025. Anche quello che è accaduto alle precedenti elezioni regionali dovrebbe essere di monito al centrodestra: la candidatura di Raffaele Fitto a presidente, ufficializzata solo due mesi prima del voto, mise in difficoltà nell’organizzare le liste. Se fossimo partiti un anno prima, le cose sarebbero andate diversamente, e Fitto avrebbe stravinto la competizione contro un Emiliano già in affanno a fine primo mandato, e sempre più in difficoltà nel secondo».
Accanto al problema dei tempi c’è quello del metodo, xhe ha un po’ sempre penalizzato la vostra coalizione. Forse ultimamente con la sola eccezione di Lecce. Come si supera questo intoppo?
«il metodo è la condivisione e la convergenza su un candidato e su programmi condivisi fin da subito, mettendo da parte l’interesse personale per arrivare alla vittoria elettorale. La nostra esperienza del passo di lato a Lecce dimostra che, se il faro dell’azione politica è il bene comune, la rinuncia è un atto di responsabilità e di maturità che paga. Io ero il candidato di Fratelli d’Italia e di Noi Moderati oltre che del MRS e altre liste civiche , ma abbiamo deciso di lasciare il passo ad Adriana per il bene della coalizione, perché solo con la coalizione unita e coesa si vincono le elezioni. Ora il centrodestra ha il vento in poppa. Abbiamo vinto a Lecce e Copertino, abbiamo vinto anche a Brindisi e in altri comuni. Il Governo Meloni sta dimostrando solidità. A livello europeo possiamo contare sulla leadership autorevole di Raffaele Fitto. Per questo abbiamo tutte le carte in regola per conquistare il governo della Regione, ma serve subito un candidato convincente».
Forza Italia venerdì scorso ha detto di essere pronta al confronto sul candidato e di avere anche un nome. Avete avuto modo di confrontarvi, lo farete a breve?
«Siamo pronti a confrontarci con chiunque, ma ripeto: per noi è importante che il nome del candidato presidente arrivi subito. Tutti i partiti hanno pieno titolo a proporre candidati, abbiamo un’ampia rosa di nomi autorevoli e spendibili nell’ampio panorama del centrodestra».
Il MRS ha sinora dimostrato di poter reggere alle varie tornate elettorali senza disfarsi e talvolta anche facendo sentire il suo peso nella coalizione. Avvertite anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali la necessità di entrare a far parte di una casa più grande?
«Il Movimento Regione Salento è già in una casa più grande, quella della coalizione di centrodestra. In particolare siamo da tempo vicini a Fratelli d’Italia, con cui abbiamo condiviso il percorso delle Europee, delle amministrative di Lecce e a cui ci accomunano molti valori e scelte politiche. Il nostro Movimento non ha mai tradito la sua natura e la sua matrice territoriale, ha sempre agito per la difesa e lo sviluppo del Salento, ma senza chiudersi e arroccarsi».